Storie degeneri
Autore: Tersite Rossi
Editore: Les Flâneurs Edizioni
Genere: Racconti
Pagine: 163
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Nero: un ragazzo alla ricerca delle proprie origini scopre in una sperduta gola di montagna un segreto spaventoso, al di là del bene e del male. Blu: una madre tenta di salvare sua figlia e il suo popolo in un mondo in cui i Terreni sono ridotti in schiavitù per l’incapacità di ricordare il passato. Giallo: un giudice che si sente sempre dalla parte giusta della storia pronuncia la sua impietosa sentenza tra le nebbie della provincia italiana. Rosa: un pornodivo viene sequestrato dai Nuclei Armati contro la Distrazione da YouPorn e potrà salvarsi solo a patto di non pensare all’erezione. Rosso: Ashrif, Tahira, Giovanna e Luca sono le pedine di uno spietato gioco di potere, alla ricerca di un riscatto impossibile tra Afghanistan e Italia. Quelle di CHROMA sono Storie degeneri. Legate dalla degenerazione della forma: non c’è fedeltà a nessun genere letterario, nemmeno a quello apparentemente dichiarato dal colore che le contrassegna. E da quella dei personaggi: antieroi, o post-eroi, che perdono anche quando vincono, degeneri al massimo grado in una società dove se perdi non sei nessuno.
Recensione di Valentina Cavo
Chroma è un’audace raccolta di racconti che, attraverso una divisione cromatica, ci fa viaggiare tra generi diversi della letteratura, pur esplorando gli orizzonti narrativi tramite contaminazioni e sfumature ambientative.
Il nero per l’horror, il blu per il distopico, il giallo per il mistery, il rosa per l’erotico e il rosso per il politico: questi sono i colori usati (anche visivamente) per contenere e connotare i diversi racconti e dare un senso ancora più marcato a questa scelta.
Ma, come accennato prima, questi generi hanno subìto delle fusioni e delle mescolanze che rendono questo libro importante anche per i messaggi che si è scelto di dare al lettore.
Di sicuro vengono trattate tematiche molto attuali – delle quali è giusto parlare in ogni modo sia possibile – ed è compito di chi legge rielaborare e fare suoi alcuni dei messaggi, anche se assai duri, che sono presenti nel libro.
Lo stile di scrittura cambia anch’esso ad ogni racconto, proprio per aderire o infrangere le “regole” che dovrebbero ingabbiare i vari generi.
Questo aspetto rende la lettura del libro fluida e per niente statica o prevedibile, perché ad ogni pagina ci si trova in un altro mondo e in un’altra vita.
Tersite Rossi tra fantasmi e pornodivi, in un ambiente contemporaneo o in un futuro distopico, ci accompagna in un viaggio coinvolgente che ci fa scoprire un nuovo ed interessante modo per realizzare – e presentare – raccolte di racconti appassionanti e diversificati che non scontenteranno alcun lettore.
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Tersite Rossi
Tersite Rossi è un collettivo di scrittura. Esordisce nel 2010 con il romanzo “È già sera, tutto è finito” (Pendragon), appartenente al genere della Narrativa d’Inchiesta e centrato sul tema della cosiddetta trattativa fra Stato e mafia d’inizio anni Novanta (finalista al premio Alessandro Tassoni 2011 e al premio Penna d’Autore 2011). Nel 2012 esce il suo secondo romanzo con le “edizioni e/o”, il noir distopico “Sinistri”, all’interno della collana “SabotAge” curata da Massimo Carlotto, ambientato in un futuro fin troppo prossimo, intriso di tecnocrazia liberticida e folli tentativi di ribellione. Nel 2016 esce il suo terzo romanzo, il thriller economico-antropologico “I Signori della Cenere” (Pendragon), a chiudere la “trilogia dell’antieroe” avviata con i precedenti due, sullo sfondo della crisi finanziaria d’inizio millennio e delle sue ragioni più profonde, ancestrali. Nel 2019 esce il suo quarto romanzo, “Gleba” (Pendragon), appartenente al filone della new italian epic e centrato sulla tematica del lavoro, sfruttato e vendicato, che segna l’ingresso nell’era del post-eroe (vincitore del premio Librinfestival 2019-20 nella categoria “Miglior titolo/redazione” ). Nel 2022 esce la sua opera quinta, “Chroma – Storie degeneri”, una raccolta di racconti che, nel loro sovvertire i generi letterari, graffiano come le spine di una rosa. O gli artigli di un mostro. Suoi racconti sono inoltre apparsi sulle pagine di svariate testate, raccolte e antologie. Elementi ricorrenti nella narrativa di Tersite Rossi sono la riflessione sul potere e i suoi abusi, l’ineluttabilità della sconfitta di chi prova a sfidarlo, l’incastro fra la Storia con la maiuscola e quella con la minuscola, lo svolgersi inesorabilmente circolare delle vicende umane, il ruolo talvolta cinico, talvolta salvifico, comunque sempre decisivo, della casualità e del fato. Lo pseudonimo è un omaggio al signor Rossi, l’uomo della strada, e a Tersite, l’antieroe omerico, emblema dell’opposto di ciò che tutti si attendono. È brutto, debole e codardo in un mondo di belli, forti e coraggiosi. È il sacco dei rifiuti che stona nella dimora linda della pubblicità. È il compagno di classe di cui non ci si ricorda mai il nome. È la fine quando tutti parlano d’inizio. È l’alba quando tutti pensano al tramonto. È l’ombra che nessuno vede, perché è arrivata troppo presto. O troppo tardi.