Sinossi. Carlo Monterossi, il protagonista di questi racconti e dei romanzi di Alessandro Robecchi, è una figura di detective del tutto atipica. Suo punto di partenza è sempre stato «guardare nelle vite degli altri». Pubblicare a dieci anni dall’esordio in un unico volume i racconti sparsi, già comparsi nelle diverse antologie gialle di Sellerio, serve – spiega Robecchi nel testo che li introduce – «a fare il punto sull’evoluzione dei personaggi», a comprenderli a tutto tondo. E infatti si va da un Monterossi quasi naïf del primo racconto, che si fa aiutare da un professionista misterioso come Oscar Falcone, fino a un’agenzia investigativa dell’ultimo, aperta in società con Agatina Cirrielli, ex poliziotta risoluta e sbrigativa già incontrata negli ultimi romanzi della serie. Ma lui, lungo tutto questo arco di tempo, è sempre più riluttante, quasi preda delle diverse storie: una truffa a suo danno e la contro beffa, il rapimento di un chihuahua che chissà cosa nasconde, l’etica di due killer, cartoline di significato misterioso su un interno di famiglia miliardaria, la ricerca affannosa del più sfortunato degli eredi di una fortuna industriale. Perché la cifra di Monterossi è il dubbio: dubita del comodo lavoro di produttore di programmi televisivi di grande successo commerciale, che lui giudica spazzatura, ma dubita anche della sincerità del suo disprezzo per il mondo da cui succhia tanto denaro. Così affronta la sua scettica parte sia tra le belle donne il cui fascino è cesellato da generazioni di privilegi, sia nei bilocali con soggiorno-cucina di chi sa sulla propria pelle che «il merito è sempre il merito dei già meritati». E tutto questo, senza rinunciare al whisky più costoso, all’automobile più silenziosa, all’appartamento più elegante, nutrendo una preferenza per chi riesce a vivere da sfigato. O forse è invidia. Alessandro Robecchi racconta una Milano nera ma «fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i soldi», in modo un po’ cinico e sarcastico, ma soprattutto pietoso.
CINQUE BLUES
PER LA BANDA MONTEROSSI
di Alessandro Robecchi
Sellerio Editore Palermo 2023
Racconti, pag.272
Recensione di Agnese Manzo
Se i soldi non garantiscono la felicità, ma neanche la libertà, e tanto meno la fedeltà, allora, come si domandavano in un’altra epoca i fratelli De Filippo,
“A che cosa servono questi quattrini?”.
Questa è la domanda che Carlo Monterossi sembra porre a sé stesso e a noi lettori, accompagnandoci in una lunga passeggiata che è come un giro sulle Montagne Russe, attraverso una Milano che in fondo è solo simbolo di tutte le grandi città in cui il divario tra le sfavillanti strade del centro e la malinconia delle periferie è sempre più accentuato, un mondo in cui i sogni faticano a sopravvivere, e cercano disperatamente scorciatoie.
Cinque racconti scritti in epoche diverse che descrivono una città in cui è facile perdersi rincorrendo desideri scelti un po’ a caso, salvo poi sentirsi smarriti e orfani dei vecchi, classici punti di riferimento che appartenevano al vissuto di ciascuno.
Storie che ci raccontano come in questo mondo esclusivo, in cui anche le persone hanno ben in vista il cartellino con il prezzo a cui si può comprarle, esiste ancora la possibilità di incontrare delle sorprese. E che sorprese!
Può capitare che dei sicari professionisti, assassini prezzolati, si attengano comunque a un proprio codice morale, abbiano a cuore il rispetto delle regole e si pongano più scrupoli dei loro mandanti. Può succedere che una giovane bellezza che ha venduto sé stessa per assurgere a un mondo miliardario fatto di privilegi e lusso faraonico a un certo punto opti per la libertà, e per un più gustoso futuro da avventuriera, uscendo di scena con la sola, “modesta” buonuscita di una manciata di diamanti.
Può accadere, soprattutto, che nella casa scalcinata di un ex professore squattrinato e idealista si captino i segni di un qualcosa, qualcosa di difficile da individuare e definire, ma che comincia col il disinteresse per il denaro e finisce chissà dove, forse vicino a quello che è il vero nucleo centrale della vita.
Il nostro eroe/antieroe Carlo Monterossi osserva tutto con sguardo lucido e dubbioso, non è scontento del suo presente, ma neanche entusiasta, potrebbe persino essere un po’ deluso da sé stesso, ma solo un po’, potrebbe addirittura quasi invidiare chi ancora coltiva ideali, chi è libero dalla schiavitù del desiderio di arricchirsi. È però consapevole che raggiungere questa libertà non è alla portata di tutti, e certo non fa per lui, ormai assuefatto al lusso. Ma ne riconosce il valore, e questo lascia la porta aperta a futuri diversi, animati da sentimenti e desideri forse più vicini alla sua vera, ben nascosta natura.
Ancora una volta Robecchi ci racconta, con tono scanzonato e in apparenza leggero, quanto sono complesse le mille sfumature della natura umana.
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Alessandro Robecchi
Giornalista professionista dal 1982, editorialista ed autore di programmi televisivi e radiofonici, Robecchi ha esordito nella narrativa nel 2014, con il noir Questa non è una canzone d’amore (Sellerio, 2014), giunto alla sesta edizione e di imminente pubblicazione in Spagna (Ediciones Salamandra). Nel 2015 è uscito Dove sei stanotte, sempre edito da Sellerio, con lo stesso protagonista della serie, Carlo Monterossi. Ad inizio 2016 ha pubblicato il suo nuovo romanzo, Di rabbia e di vento, edito da Sellerio, ancora con il suo personaggio Carlo Monterossi come protagonista. Nel 2017, sempre per Sellerio e con il personaggio di Carlo Monterossi, ha pubblicato il quarto romanzo della serie, Torto Marcio. L’11 gennaio 2018 è stato pubblicato da Sellerio il suo nuovo romanzo, Follia maggiore, che vede come protagonisti Carlo Monterossi, Oscar Falcone ed i sovrintendenti di polizia Ghezzi e Carella. Dai primi due romanzi sul personaggio, è tratto un adattamento televisivo intitolato Monterossi, prodotto da Amazon Studios e Palomar e in onda su Prime Video a partire dal 17 gennaio 2022, con Fabrizio Bentivoglio nel ruolo principale.