CITTÀ DI LACRIME
Ian Rankin
Traduttore: Alberto Pezzotta
Editore: Rizzoli
Collana: Nero Rizzoli
Genere: Noir
Pagine: 448
Anno edizione: 2024
Sinossi. Dopo una vita passata a dare la caccia ai criminali della specie peggiore, l’ispettore John Rebus, leggenda vivente della polizia di Edimburgo, è oggi un pensionato la cui principale occupazione è portare fuori il cane e ammazzare la noia. È per questo che accetta di rintracciare l’ex socio in affari di “Big Ger” Cafferty, eminenza grigia della malavita in città, che vorrebbe chiudere un conto lasciato in sospeso prima di consegnare, redento, le malandate membra al Creatore. L’innato istinto da segugio suggerisce a Rebus che le intenzioni del vecchio sono altre, ma alla curiosità non si comanda. Ben presto, questa sua investigazione arriva a lambire l’ultima indagine in ordine di tempo di Siobhan Clarke, la sua collega storica: quella che riguarda un poliziotto accusato di violenza domestica, la cui scomparsa ha acceso un faro sulla collaudata rete di corruzione che serpeggia tra le forze dell’ordine della capitale scozzese. E proprio Rebus, antieroe refrattario alle regole, affezionato a metodi non sempre ortodossi, rischia di essere trascinato all’inferno per primo: i peccati del passato lo hanno messo nel mirino dei signori del crimine, e in quello dei fratelli poliziotti. Sia come sia, per l’anziano John la resa dei conti è alle porte: eccolo adesso in un’aula di tribunale, per la prima volta al banco degli imputati, accusato di un reato che potrebbe spedirlo dietro le sbarre per il resto dei suoi giorni.
Recensione di Salvatore Argiolas
Anche se il vecchio segugio John Rebus è in pensione, i fantasmi del passato continuano a perseguitarlo per l’ambiguità dei suoi comportamenti e l’opacità di certe sue operazioni con personaggi molto compromessi con la malavita di Edimburgo.
Come una spada di Damocle, i suoi maneggi con Big Gear Cafferty, boss dei quartieri più malfamati della capitale scozzese, pendono sulla sua testa e possono metterlo sotto accusa e coinvolgere anche tutti i poliziotti che hanno avuto a che fare con lui.
Quando il poliziotto Francis Haggard viene accusato di stalking verso la moglie e cerca di difendersi dicendo che il suo comportamento violento è stato causato dalla frequentazione con i cattivi colleghi di una delle stazioni di polizia più chiacchierate e corrotte, quella di Tynecastle,
sono in tanti a temere per il proprio futuro, compreso Rebus, che anche se non faceva parte di quella squadra , aveva molta influenza in quell’ambiente.
L’omicidio di Haggard, pugnalato a morte, alla vigilia della sua deposizione che si riteneva esplosiva, mette tutti i poliziotti di Tynecastle al centro delle indagini, che lambiscono anche Rebus, capace di coltivare molte inimicizie che cercano di coinvolgerlo in tutte gli imbrogli tessuti dalla corrotta stazione di Tynecastle.
John Rebus è uno dei più longevi della letteratura noir, avendo esordito nel 1987 con “Cerchi e croci” mentre “Città di lacrime” è il 24° romanzo pubblicato in Italia e in Inghilterra è attesa l’uscita del venticinquesimo, “Midnight & Blue”, per l’ottobre del 2024, e attraverso le sue indagini viene delineata in modo plastico l’evoluzione della società scozzese con un occhio particolare sulla politica e anche sulla moralità della polizia.
In “Città di lacrime” un’ex poliziotta racconta delle sue esperienze di novizia mettendo sotto accusa il mondo maschilista e violento del periodo in cui entrò in polizia: “Il primo giorno di servizio mi presento con la mia uniforme nuova di zecca, la camicia inamidata, le scarpe lucidate.
E che fanno?
Mi spingono negli spogliatoi, mi alzano la gonna e mi timbrano con la scritta “proprietà della polizia. Per loro era uno scherzo, e se non stavi al gioco eri una guastafeste.”
Fece una pausa. “Non ho prestato servizio solo a Tynecastle, ma quel posto mi ha lasciato un marchio più indelebile dell’inchiostro.”
John Rebus non ha più nessun incarico nella polizia ma ha ancora il fiuto da sbirro e, attraverso la sua pupilla Siobhan Clarke, cerca di capire chi poteva avere il movente per assassinare Francis Haggard, anche per scrollarsi di dosso ogni ipotesi di corruzione che aleggia sul suo nome, seguendo anche una sua indagine personale su un criminale che sembra misteriosamente ricomparso dopo tanti anni.
L’indagine ufficiale della polizia e quella ufficiosa di Rebus ogni tanto si intersecano e si influenzano ma Siobhan Clarke, seguendo una sua intuizione e con il costante supporto del vecchio Rebus, troverà un’ipotesi investigativa sorprendente e di grande interesse che potrebbe risolvere il caso.
Come al solito i romanzi con John Rebus hanno diversi livelli di lettura, uno è quello classico dei gialli, l’indagine tesa a scoprire l’assassino ma ci sono anche altri piani narrativi, il primo dei quali è quello della moralità della polizia, se sia possibile avere un’istituzione libera da elementi violenti e fuori da ogni controllo e in filigrana si legge anche il dispiacere di Ian Rankin per un mondo, quello di John Rebus, ma forse anche il suo, che sta per finire nel dimenticatoio e nell’abbrutimento.
“Tutto questo cavolo di paese sembrava andare in malora, e tutti i suoi abitanti”.
“Era a Calder Road, in un dedalo di case popolari anni Sessanta e Settanta. Palazzine a tre piani di colori deprimenti, la strada piena di immondizia compattata dalle gomme delle macchine.”
“Da qualche parte succedevano cose brutte. Rebus aveva passato tutta la vita in quel mondo, una città sempre al buio, sentendosi sempre più oppresso, con il cuore pieno di lapidi.”
“A Heart Full of Headstones” è anche il titolo inglese del noir che ci presenta un John Rebus sempre più stanco e debilitato ma sempre tenace e determinato a risolvere i casi che interessano la sua pupilla Siobhan Clarke, che assume un ruolo sempre più importante della struttura narrativa della serie, e destinata, credo, a diventare la protagonista delle indagini in un futuro non molto lontano.
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Ian Rankin
è nato nel 1960 a Cardenden, in Scozia, e vive a Edimburgo. James Ellroy l’ha definito il re del noir scozzese. I suoi romanzi, tradotti in ventidue lingue, hanno ricevuto riconoscimenti prestigiosi: Gold Dagger Award nel 1997 per “Morte grezza”; Edgar Award nel 2004 per “Casi sepolti”; Grand Prix de Littérature Policière nel 2005 per “Anime morte”. Nel 2019 Rizzoli ha pubblicato “La casa delle bugie”.