COME D’ARIA
di Ada d’Adamo
Elliot 2023
narrativa, pag.144
Sinossi. Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant’anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontarle la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente. Un racconto di straordinaria forza e verità, in cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come dono.
Recensione di Pier Livrieri
In questo D(i)ario scritto a Daria dalla sua mamma mi sono perso, sprofondato, annegato. Non ho mai accusato però debito di ossigeno, mai paura di non riemergere, ma solo la certezza urlata dentro a pieni polmoni di non possedere le parole per descriverlo.
Ho provato a sintonizzarmi sulle lunghezze d’onda di cui sono in grado per provare a prendere in faccia tutto questo “doloramore”, che spicca il volo dall’alfabeto della vita e va a nidificare nel vocabolario dei sentimenti di Ada e Daria. Non me ne voglia Alfredo ma, per ora, lo tengo un centimetro indietro.
Con la levità di una farfalla Ada ha appoggiato sulla carta e destinato all’eternità tutte le domande che molti non avrebbero mai posto: senza colpa alcuna, ma magari solo per comprensibile pudore, paura, timore di ferire oppure per autentica afonia dell’anima.
Daria è una ragazza con gravi disabilità dalla nascita. Tutto ciò che era ed è normale per una bimba normodotata per Daria non lo è mai stato e mai lo sarà. Però è vita vera e va onorata e vissuta, scoprendo che tra i suoi risvolti possono celarsi scoperte che sanno sorprendere e regalare più di un sorriso. E Ada tutto questo lo descrive con una consapevolezza ADAmantina.
Con la forza della verità ci ha raccontato come non esista libretto d’istruzioni, se non la vita stessa, per capire come conciliare l’equilibrio della danzatrice (Ada) con un corpo completamente fuori controllo (Daria). Come il rischio di “farsi divorare dalla musica di Stravinskij” sia una perfetta metafora per comprendere tutto questo.
Ada prende di mira la realtà e spara senza remore staffilate di pensieri e parole in grado di colpire il cuore del lettore facendolo brillare in un carnevale di emozioni.
Trattare il “doloramore” non è pratica per tutti e non è scontato che chi si trovi, suo malgrado, nel ruolo di protagonista sia di per sè capace di esprimere quei sentimenti e soprattutto “tutti” quei sentimenti: e quindi tutto lo spettro dei colori, dalle paure ai dubbi, dal dolore alle incertezze, dalle speranze alle scoperte per poi inerpicarsi su fino a incontrare l’Amore.
Ada descrive le ambagi di due genitori che hanno imparato a capire, a sopportare, ad amare, immaginando di essere “due naufraghi condannati a sopravvivere” e poi scoprendo che la vita avrebbe riservato loro un’altra beffa a tutto ciò.
In questo memoir viene tracciata la bisettrice tra ciò che è e ciò che sarebbe potuto essere: Ada ci racconta dei suoi dubbi e, poggiando i piedi su questa linea immaginaria, volge lo sguardo di qua e di là per descrivere cosa vede dentro di sè senza misteri, senza indugi e senza blandire il nonsidice.
Ada ci insegna che tutto questo “doloramore” è capace di spezzare ogni forma di equilibrio e che su questo piano instabile l’amore raggiunge una dimensione ulteriore alla tridimensionalità: c’è una stanza in più, un livello ulteriore, un motivo superiore che puoi sì immaginare ma comprendere solo quando ti trovi esattamente lì.
Come ha scritto Elena Stancanelli nella presentazione del libro per il Premio Strega
“In questo libro si entra con enorme facilità, ma da questo libro si esce cambiati”:
personalmente ne esco consapevole di avere imparato a riconoscere il profumo delle lacrime. Un sapore candido che nemmeno provo a strappare via dal cuore.
Dedicato ad Ada
E scusami Ada se, pur non avendoti conosciuta, ti ho chiamata per nome dandoti del tu, come un’amica o una sorella.
Sei stata in grado di essere molto di più.
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Ada D’Adamo
è stata un’autrice italiana. Nata a Ortona, si è diplomata all’Accademia Nazionale di Danza e laureata in Discipline dello Spettacolo.Ha trascorso molto tempo a osservare il corpo e le sue declinazioni sulla scena contemporanea, e lo ha scritto in diversi saggi sulla danza e il teatro. Nel 2023 esce per Elliot Edizioni Come d’aria, libro in seguito candidato al Premio Strega. A pochi giorni dalla candidatura, Ada D’Adamo, che combatteva da tempo contro una malattia, si è spenta a Roma. A darne l’annuncio la sua casa editrice Elliot: «Un pezzetto del nostro cuore se ne va con lei».