Recensione di Alessandra Ciancaleoni
Autore: Chiara Gamberale
Editore: Feltrinelli
Pagine: 128
Genere: romanzo
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Fuori di testa. Che senso ha questa espressione? Semmai, le persone che nella vita di tutti i giorni si sentono strette come il mare in un bicchiere sono Dentro di Testa. Barricate nei loro pensieri, nelle loro emozioni esagerate. Proprio come Chiara, la protagonista di queste pagine, e come quegli amici che lei chiama gli Animali dell’Arca Senza Noè. Che però, quando la tragedia del Coronavirus impone di chiudersi in casa, hanno una reazione misteriosa. Contrariamente a chi di solito è capace di stare al mondo e si ritrova disorientato, Chiara e Daniela e Pierantonio e Gollum sembrano fin troppo capaci di sopportare la quarantena. Ma doveva ammalarsi il mondo, per permettere a loro di sentirsi meglio? Che cosa c’è, nelle restrizioni a cui sono chiamati, che li rassicura?
Recensione. “In me sto bene. Come il mare in un bicchiere. Ma se sono confinato in questo calice. Qualcuno mi può bere.”
È con la poesia di Vittorio Varano in cui Chiara Gamberale cerca di racchiudere tutto il significato del suo libro.
Un libro molto diverso dagli altri che ha scritto perché non racchiude ne’ amore ne’ perdita, ma la consapevolezza del nostro essere interiore in un periodo che di certezze e sicurezze ne ha ben poche. In questo libro infatti si parla di come ognuno di noi abbia dovuto affrontare il lockdown e la quarantena non a livello fisico ma bensì a livello mentale.
Non è mai facile fare i conti con se stessi, ma arrivi a un punto in cui ti ritrovi a dover star bene e cercare di stare tranquillo nonostante tutto, perché purtroppo il coronavirus è stata ed è ancora una situazione che nessuno poteva aspettarsi ne tantomeno immaginare.
Noi adulti abbiamo pianto, riso, cercato di adattarci ad una situazione in cui la nostra libertà era stata privata per tutelare gli altri, quindi per il bene comune.
I bambini invece?
Come hanno affrontato la situazione non potendosi dare una spiegazione del perché non potessero andare a giocare con i loro amici, oppure in generale del fare una cosa semplice come andare a scuola?
Questo libro é un romanzo ma non lo è perché descrive alla perfezione lo stato d’animo della protagonista ma allo stesso tempo di ognuno di noi.
“Il bicchiere appare utile se non si desidera ascoltare”. Appare utile perché l’essenziale resti piccolo, inutile e inespresso. Il bicchiere dona l’illusione che tutto sia più o meno in ordine.”
Continua Varano nella sua poesia che racchiude quello che abbiamo sentito tutti in questa quarantena.
Chiara Gamberale in questo libro ha scritto di un periodo di cui non era facile scrivere, in modo scorrevole e leggero, ma allo stesso tempo coinvolge tutti noi, perché ci fa capire che ognuno si è sentito un modo a se ma in realtà anche se separati nessuno di noi è mai stato veramente solo.
Chiara Gamberale
è nata nel 1977 a Roma, dove vive. Con Feltrinelli ha pubblicato Per dieci minuti (2013), Adesso (2015), L’isola dell’abbandono (2019), Come il mare in un bicchiere (2020) e le nuove edizioni de La zona cieca (premio Campiello Giuria dei letterati 2008) e dell’opera d’esordio Una vita sottile. Ha scritto inoltre, fra gli altri, Le luci nelle case degli altri (2010) e Qualcosa (2017). I suoi libri sono tradotti in sedici paesi. È autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. Collabora con “La Stampa”, “Donna Moderna”, “Marie Claire” e “7 – Corriere della Sera”.
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