Come lupo nella pioggia




Maria Antonietta Macciocu

Ernesto Torta


DETTAGLI:

Editore: Golem Edizioni

Genere: thriller

Pagine: 219

Anno edizione: 2024

Sinossi. Dopo la prima del Trovatore, viene trovata uccisa la bellissima zingara Rose Gili. Dell’omicidio viene accusato un pakistano e il caso è considerato risolto, ma un testimone potrebbe raccontare una realtà differente. Dietro l’immagine di cittadina tranquilla e regia, Jesi nasconde tensioni e segreti. Tra gente che conta, manovre e malaffare politico, sinti, extracomunitari, malavita, lettere anonime, un altro omicidio, bambini scambiati in culla, bambini scomparsi e ritrovati, amori, bugie, pettegolezzi e media incalzanti, musica, poesia e perfino un gatto latin-lover, si snoda un noir feuilleton in sintonia con i nostri tempi fluidi e inquietanti, dove il bene e il male, la morale e il cinismo si mischiano e confondono senza pietà.

 Recensione di Gabriele Loddo

C’è un fil rouge che mette in connessione i personaggi di “Come lupo nella pioggia” il cui nome è Rose Gili, una zingara di origine sinti uccisa con poche coltellate al petto.

La donna è morta inseguendo un sogno: donarsi, e regalare al figlio Sasha, un futuro lontano dall’ombra che caratterizza la loro comunità di origine.

Quelle degli altri protagonisti sono vite molto distanti, per estrazione sociale, per obbiettivi, per le modalità con cui manifestano l’amore e gli affetti familiari.

C’è quella di Walter Rana, politico ambizioso, il cui unico scopo è veder accrescere la propria influenza per spostarla dal perimetro locale della città di Jesi alla ribalta nazionale e internazionale. La sua è già una vita di privilegi, ma il potere è una droga, e più se ne possiede, più se ne vuole. Dietro a una caritatevole maschera di empatia, di magnanimità e di nobiltà d’intenti, cova nell’anima un profondo senso d’ingordigia, malanimo e scelleratezza.

Poi c’è Loretta Cinzi, avvocato di prestigio che, seppur Jesina di nascita, vive ormai a Bologna da anni. È una donna in carriera dall’apparente scorza dura, ha alle spalle due matrimoni falliti e l’affetto del solo gatto Rudy. È alla ricerca dell’amore vero perché, nonostante i suoi cinquant’anni, è ancora bella e sa di meritarlo.

Infine c’è Nicu, fratello di Rose e capo dei sinti, una comunità relegata ai margini della città che vive di espedienti e di traffici dalla moralità dubbia. Il ruolo gli impone un portamento fiero, duro, ma gli eventi che gli hanno lasciato cicatrici estese sul cuore (il padre è stato arrestato ed è morto in galera quand’era solo un bambino, la madre è recentemente deceduta per covid, la sorella è stata uccisa da un misterioso assassino) guidano la sua mano con una saggezza a dir poco insolita per un individuo della sua età.

Sono mondi paralleli che camminano su un medesimo multiverso, la cui dimensione spazio-temporale conserva il suo epicentro nella cittadina di Jesi, nelle Marche. Si sono sfiorati solo in rare occasioni nel passato, adesso il filo conduttore intreccia le loro esistenze in modo indissolubile.

La caratterizzazione dei personaggi è curata e rivela un buon approfondimento del lato psicologico. Non è un giallo classico (l’assassino viene svelato dal primo capitolo), ciononostante è ben dettagliato lo sviluppo delle indagini. Il ritmo della narrazione è sincopato: a momenti rapidi e incalzanti, seguono tratti più lenti (soprattutto quando gli autori trattano il rapporto tra Loretta e il giornalista Gianni) scelta che in parte spezza l’ansia della lettura. Però, è una nota “rosa” che può piacere a un target di lettori specifico, interessato a un romanzo che diverge dalle regole del thriller classico. 

Il particolare che più mi è piaciuto è stata la contestualizzazione ai giorni attuali dell’ambientazione (post covid), i temi di emarginazione e di inclusione degli immigrati, in una popolazione (la nostra) sempre più multietnica.

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Maria Antonietta Macciocu, Ernesto Torta


Maria Antonietta Macciocu è nata a Sassari nel 1946, ha insegnato lettere in Sardegna e in Lombardia prima di trasferirsi definitivamente a Torino dove vive dal 1974. Appassionata di poesia, ha tenuto per i ragazzi laboratori di espressione poetica, scoprendo in sé un’attitudine alla poesia che l’ha portata a pubblicare “Amore che non tocca”, libro di poesie sulla Sardegna (Mediando 2010). Dal 2007 fa parte dell’associazione torinese “Donne per la difesa della società civile”.

Ernesto Torta vive a Jesi. Inizia a scrivere alcuni anni fa partendo dal social Facebook quasi per gioco. In gioventù collabora con il Corriere Adriatico come pubblicista occupandosi della pagina riguardante la sua città. Il suo primo libro è un fantasy “La Nuvola” a cui fa seguito la silloge “Graffi” entrambi autoprodotti su IL mio libro.It ( gruppo editoriale L’Espresso). Viene notato da diverse case editrici e sceglie di pubblicare per i Tipi di “Divina Follia Edizioni” di Silvia Elena Denti con cui pubblica” Amo una vita luce a volte ombra” e il romanzo memoir “C’era un ragazzo”. Partecipa a diverse raccolte con suoi racconti “Marche d’autore” e scrive alcune fiabe su “I tre forchettieri del Conero”, un piccolo pamphlet in dono per uno spettacolo di beneficenza a favore della cooperativa “TUTTI giù per terra” di Roma a favore dell’assistenza in casi di autismo infantile. L’ultimo suo lavoro è “Scrivo di Notte e… ho una Moleskine” dove è chiarissima la sua natura di scrittore meticcio, infatti il libro intreccia poesia e prosa in un unico volume di 300 e più pagine.