Recensione di Cristina Bruno
Autore: Michele Orti Manara
Editore: Rizzoli
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 272
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. In principio fu il Brivido, un violento terremoto che all’inizio del secolo scorso fece crollare la montagna e risorgere la creatura che vi era stata imprigionata molto tempo prima. Cinquant’anni dopo, il piccolo paese di Roccasa vive ancora nell’ombra di quella maledizione, che scatena terribili pulsioni negli uomini e ha ridotto le donne a una dolente rassegnazione. A combatterla è rimasta la sola stirpe delle sarachìe, che tramandano di madre in figlia il segreto per consolare e guarire le compaesane. La piccola Teresa è una di loro, e presto dovrà abbandonare l’infanzia per abbracciare il suo destino.
Recensione
Roccasa è un piccolo paese chiuso tra boschi e montagne, pochi i contatti con il mondo esterno. Sembra esserci una strana maledizione che lo perseguita: gli uomini al tramonto diventano inspiegabilmente violenti e tormentano le mogli.
A guarire le loro sofferenze fisiche e morali c’è una sarachìa, una sorta di maga esperta di erbe e rimedi naturali. Il suo ruolo si tramanda di madre in figlia. Lo è stata Ada, poi Dolores, poi Nives e la prossima dovrebbe essere Teresa. L’origine di tutti i mali si perde in un terremoto che ha sconvolto la vallata cinque decenni prima.
Le scosse hanno liberato una creatura demoniaca dalla sua prigione rocciosa. Poco per volta apprendiamo come la belva fu imprigionata e perché odia le donne e decide di punirle attraverso il comportamento degli uomini. Mentre la sarachìa continua la sua missione consolatoria però c’è chi vuole mettere fine ai soprusi in altro modo e non esita a ricorrere alla violenza…
Il libro ci porta in un mondo fantastico, in un periodo storico approssimabile agli anni ’50 quando iniziarono a diffondersi le iconiche “Vespe”. Il paese è popolato da gente umile destinata a nascere e morire lì, senza vedere altri angoli di mondo. Tutto sembra immutabile, compresa la strana maledizione che ogni sera causa tanto dolore. Nessuno entra ed esce dal paese, sembra quasi che i suoi confini siano protetti da una qualche oscura forza. Chi se ne va fa una brutta fine e altrettanto chi tenta di avvicinarsi o di entrarvi, come il parroco del paese.
Cos’è la forza oscura che ha preso possesso del paese?
I suoi contorni sfuggono, la sua descrizione è vaga, come il male che provoca nell’animo e nel corpo dei suoi abitanti.
Le generazioni di sarachìe si susseguono nel tentativo di mitigare questo male e di lenire ferite ma di fondo sono partecipi del senso di immutabilità della condizione del paese. La vecchia Dorainvece, con il suo volto sfigurato è stata la prima a sperimentare gli effetti del male e sarà anche l’innesco della rivolta.
I sentimenti che pervadono molti dei personaggi femminili sono di rassegnazione e di ineluttabilità. C’è un’incapacità a uscire dal ruolo che il destino ha loro riservato, un ruolo di sottomissione e indifferenza. Ma ci sono anche gelosie e invidie che diventano motori del cambiamento.
Il racconto ha il colore della fiaba, con i suoi piccoli e grandi eroi e le prove da superare, ma ha anche una sfumatura di fantasy con il mistero che aleggia nei boschi di Roccarasa.
Tanti sono i protagonisti e ciascuno ha una storia da narrare. Ci sono i quattro ragazzini sulla soglia dell’adolescenza nel pieno del cambiamento fisico e psicologico. Ci sono le sarachìe con il loro carico di consapevolezza e la loro missione. C’è Dora che cova il suo desiderio di rivalsa. C’è il nuovo parroco che tenta di ricostruire cosa sia accaduto al suo predecessore. Vite che si intrecciano e che costruiscono un racconto corale fatto di tante voci e di diverse esperienze.
Una lettura veloce e scorrevole che sa di mistero e di speranza.
A cura di Cristina Bruno
Michele Orti Manara
è nato nel 1979 a Verona e vive a Milano. Ha esordito con la raccolta Il vizio di smettere (Racconti edizioni, 2018). Consolazione è il suo primo romanzo.
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