Recensione di Sara Pisaneschi
Autore: Andrea Cedrola
Casa Editrice: Fandango Libri
Genere: Giallo
Pagine: 332
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Roma, 1953. Ines Astarelli è una ragazza come tante, figlia ventunenne di un falegname del Salario, prossima al matrimonio. Quando un giorno esce di casa senza dire dove va, nessuno si preoccupa, di certo sarà di ritorno entro l’ora di cena. Non vedendola rientrare, però, i famigliari cominciano a cercarla e poi avvisano Mariano Palumbo, il fidanzato poliziotto di stanza al Sud, che arriva appena in tempo per riconoscere un corpo ritrovato senza vita sulla spiaggia di Torvaianica, a pochi passi dalla riserva di caccia della Capocotta. Su quella riserva girano voci di festini a cui partecipano politici, uomini d’affari, attori, nobili e ragazze che si prostituiscono, festini a base di droga e sesso. Gerardo Conforti non è tra gli invitati, è solo l’autista di un principe, da quando è scappato a Roma per salvarsi dalla vendetta di Augusto Trovatore, aguzzino di suo padre nella Milano fascista. Non appena capisce che dietro la morte di Ines Astarelli potrebbe esserci proprio Augusto, il suo nemico giurato, Conforti comincia a raccogliere indizi per incastrarlo e liberarsi per sempre dalla sua ombra. Ambientato nella Roma degli anni Cinquanta, delle automobili di lusso, delle riviste patinate e delle prime star, di via Margutta e dei locali del centro, “Corpi di passaggio” dispiega un’indagine ispirata al caso Montesi, il primo caso giudiziario a rivelare nel nostro paese il legame tra soldi, potere e politica, un legame destinato a segnare il secondo Novecento.
Recensione
“Sono tutti innocenti, non l’ha ammazzata nessuno”.
Eppure Ines Astarelli si trova senza vita sulla spiaggia di Torvaianica, mezza svestita, con un livido sulla fronte e la netta sensazione di essere davanti ad un terribile delitto. Che cosa è successo? Ines era una normale giovane ragazza, nata e cresciuta in una normale famiglia. Aveva uno splendido rapporto con la sorella Magda, un fidanzato poliziotto stanziato al sud che la adorava, e tutta la vita davanti. Nessun apparente problema, nessuna avvisaglia di ciò che poi le sarebbe capitato. Non vedendola rincasare la sera, i familiari danno l’allarme e si apre così tutta la vicenda ispirata a un fatto di cronaca nera realmente accaduto a Roma nell’aprile del 1953 e che ha sconvolto tutte le personalità di quel periodo.
L’intero racconto ci viene da Gerardo Conforti, in quel periodo autista di un principe, che più volte aveva accompagnato quest’ultimo in una sorta di casolare dove si consumavano regolarmente droghe di ogni tipo e festini a base di sesso incontrollato. Tutti i personaggi più in vista vi partecipavano. Uomini potenti, politici, industriali, nobili… tutta la Roma bene della metà degli anni ’50.
Troppe le persone da non infastidire e l’ingiustizia fa il suo corso. Indizi tralasciati, prove non prese in considerazione e trafugate, testimoni non interrogati. Meglio mettere tutto a tacere che provocare uno scandalo, no? Conforti, ormai vecchio, a distanza di sessanta anni, decide di raccontare tutto alla nipote Katia. La storia della ragazza morta e la storia della sua vita. Gli errori che ha fatto, i rimpianti, tutti i ricordi. La sua ossessione nei confronti di un certo Augusto Trovatore. Un vecchio conto in sospeso lo unisce a lui e Gerardo fa letteralmente carte false pur di dimostrare che Augusto è il vero colpevole della morte di Ines.
Mi ha colpito molto il rapporto tra nonno e nipote. Sono distanti eppure così vicini. Entrambi burberi e distaccati, ma animati dalla stessa lucida e viva curiosità, dal desiderio di sapere e di andare fino in fondo. Il. Passato che unisce.
E allo stesso modo mi ha colpito la dettagliata ricostruzione dell’Italia, e di Roma in particolare, di quegli anni. La voglia di ricostruire, con ogni mezzo, lecito o illecito, una città dopo la guerra. Il bisogno di arraffare il più possibile, di soggiogare, di intimidire, di nascondere. Un grande spaccato della nostra storia.
Personaggi vividissimi e interessanti, ben descritti e tutti cruciali nella vicenda della povera Ines. Non c’è niente di superfluo in questo romanzo, tutto è necessario.
Una bella penna, quella di Andrea Cedrola. Precisa ed elegante, a tratti commovente.
Andrea Cedrola
Andrea Cedrola è cresciuto nel Cilento, ha studiato a Bologna e vive a Roma, dove ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia. Autore di programmi per Rai Storia, ha firmato la sceneggiatura dei film Più buio di mezzanotte, selezionato alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes, e Una famiglia, in concorso al Festival di Venezia (entrambi per la regia di Sebastiano Riso). Oltre a La collina, scritto con Andrea Delogu, per Fandango Libri ha pubblicato La speranza è un vizio privato, primo romanzo di una serie dedicata al personaggio di Gerardo Conforti e ai più importanti episodi di cronaca nera dal dopoguerra.