Cuore di larice




Sinossi. Grandi, piccoli, di forme e stili diversi, sulle finestre, in piazza, davanti ai negozi, sulla fontana al centro del paese… Tutti scolpiti nel legno, con quattro corna e della stessa specie: Diables! Ma perché Bessans ne è piena? E se il vero motivo non fosse quello che ci è stato tramandato? Una versione alternativa, commovente e inaspettata di una leggenda alpina.

 CUORE DI LARICE

di Cristina Converso

Buendia Books 2023

thriller, narrativa, pag.21


 Cuore di larice

A cura di Marina Toniolo


Recensione di Marina Toniolo

Le leggende alpine, che vadano da Ovest a Est, hanno sempre come tratto comune una tragedia che ben corrisponde all’animo sensibile pur pragmatico dei montanari. A Bessans, un microscopico comune di circa trecento abitanti nel versante francese della val di Susa, sculture di legno raffiguranti diavoli costellano ogni angolo delle abitazioni.

Qui parte la biforcazione: da una parte c’è la storia che spiega come l’arte dell’intaglio sia una specialità del posto da quattrocento anni e di come i diavoletti di legno siano stati apprezzati anche da gente non autoctona, dall’altra l’autrice Cristina Converso offre una versione originale e struggente su come sia nata la prima scultura luciferina a metà dell’Ottocento. 

In pochissime pagine mi addentro nella poetica dell’autrice, capace di trasmettere sensazioni e visioni del tutto inaspettate. L’amicizia tra ‘diversi’ che si comprendono benissimo nonostante le rigide convenzioni sociali che non li vorrebbero accanto, la sensibilità del ragazzo nel maneggiare gli attrezzi da lavoro e il legno, appunto il famoso cuore di larice.

La rabbia che prende il sopravvento e lo trasforma in mastro artigiano capace di birichinate, la costernazione della gente ‘normale’ che non accetta gli scherzi e ciò che non è conforme. Di sottofondo alla storia rivisitata abbiamo il rapporto tra genitori e figli adolescenti e di come, con calma e sapienza, i due mondi si possono incontrare senza incorrere in battaglie sanguinolente per gli animi di entrambi.

La scrittura è fluida, pertinente e non ridondante; i paesaggi sono tratteggiati con pennellate fini capaci di rendere le immagini evanescenti anche se ben strutturate: il lavoro di immaginazione è completo e le figure si delineano nella mente.

‘Cuore di larice’ è proprio uno shottino veloce da leggere ma ha all’interno abbastanza sale e limone da renderlo perpetuo nella mente e nello stomaco. Come ogni bella storia che riguarda le Alpi.

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Cristina Converso


è nata a Torino, dove lavora presso Arpa Piemonte in qualità di analista ambientale. Vive in valle di Susa, ama ogni centimetro di quella e tutte le altre valli. Dottore forestale, ha collaborato alla pubblicazione di rapporti scientifico-divulgativi su temi ambientali su scala regionale e nazionale. Nel tempo libero si dedica alla lettura, all’esplorazione e alla scrittura di narrativa ambientale, volta alla diffusione della conoscenza dei crimini inferti al patrimonio naturale. Dalla fiaba ‘La fanciulla bonsai’ l’attrice Ilenia Speranza ha realizzato un corto cinematografico. Uno dei suoi racconti è stato pubblicato in lingua araba nella rivista Al-ArabyAl-Jadeed. Con Buendia Books ha pubblicato il racconto ‘L’uomo della radura’ (2019), il romanzo ‘La foresta fossile’ (2020), finalista al concorso nazionale Green Book 2022 e selezionato da “Guarda che storia! Racconti per lo schermo – edizione 2022” (progetto ideato e organizzato da Film Commission Torino Piemonte e Salone Internazionale del Libro), e ‘Testimoni silenziosi’ (2022), dedicato al rapporto tra la società e gli alberi monumentali, terzo classificato al Green Book 2023. Tutte le sue opere trattano con dettaglio il valore ambientale e sociale del territorio.

A cura di Marina Toniolo 

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