Recensione di Giuliana Pollastro
Autore: Cristina Comencini
Editore: Einaudi
Collana: I Coralli
Genere: Narrativa
Pagine: 168
Anno di pubblicazione: 2018
Recensione
Nello spazio il tempo fluttua, passato, futuro, presente cambiano posizione a seconda degli eventi, sono dati contingenti
Due coppie, quattro persone, quattro storie che si intrecciano, si mischiano, storie di separazione, di solitudine, di riscoperta, di forza e di tanta debolezza.
Quattro persone, due matrimoni ormai finiti, una situazione simmetrica, accaduta però in modo casuale, come il loro primo incontro, molti anni prima sul ponte di una nave.
Laura, mamma a tempo pieno, nata per esserlo, viene lasciata da Pietro dopo un matrimonio, tre figli e con una nipote in arrivo. Marta lascia Andrea, una fine brusca e improvvisa apparentemente nata da una decisione presa da un giorno all’altro.
Quattro adulti che si trovano ad affrontare dopo tanto tempo la vita Da Soli. Un’analisi profonda, quasi psicologica; mano a mano che si prosegue con la lettura del romanzo vengono alla luce sfaccettature complesse dell’essere umano: altro non sono che il risultato di un intricato sistema di relazioni con se stessi e con gli altri. Ne emerge che tutti soffrono, provano dolore ma ognuno a suo modo, ognuno con i propri percorsi, con i propri pensieri, con le proprie idee. Ognuno con la propria storia, ognuno nella propria casa, soli, costretti a fare i conti con i propri traumi, le proprie paure, ma anche con la necessità di capire chi siano adesso, cosa vogliano, quali siano stati i meccanismi che hanno guidato le loro vite.
Riflessivo, scorrevole; nonostante spesso si cambi punto di vista, il filo del discorso non si perde mai. È come se con il voltare delle pagine si girasse la testa verso la persona che in quel momento sta parlando.
È un racconto che ti trascina giù nell’abisso dell’animo umano, che sembra non avere spiragli di luce e salvezza, ma mentre si percorre questo lungo e infinito tunnel, ci si rende conto che se la forza non si trova lì dentro, da quel tunnel è difficile uscire; ed è proprio quella consapevolezza che fa alzare lo sguardo e riscoprire la luce.
Cristina Comencini
Nata a Roma nel 1956, figlia del grande cineasta Luigi Comencini, nel 1978 si laurea in Economia e commercio alla Sapienza di Roma, ma è il mondo cinematografico quello che in realtà la attrae e, collaborando con il padre, comincia a introdursi collaborando in veste di sceneggiatrice. Il suo debutto alla regia è del 1988 con il film Zoo cui seguono, dopo la sceneggiatura di Buon Natale… buon anno (1989), la regia di I divertimenti della vita privata, La fine è nota (dal romanzo di Geoffrey Holiday Hall), Va’ dove ti porta il cuore (dal best seller di Susanna Tamaro; Globo d’oro e Nastro d’argento all’attrice Virna Lisi), Il più bel giorno della mia vita e La bestia nel cuore. Non solo regista, ma anche scrittrice, tra i suoi libri: Le pagine strappate (1991, 2006), Passione di famiglia (1994), Il cappotto del turco (1997), Matrioška (2002), La bestia nel cuore (2004), Due partite (2006), L’illusione del bene (2007), Quando la notte (2009; anche in audiolibro nel 2011), Lucy (2013), Voi non la conoscete (2014) e nel 2016 Essere Vivi.
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