Sinossi. Wenling, originaria della Cina, è arrivata a Barcellona incinta di sei mesi in cerca di un avvenire migliore per i propri figli. Ora, a distanza di dieci anni, gestisce con il marito un centro estetico che è il cuore nevralgico del quartiere Gràcia, frequentato anche da una regista di documentari stravagante e curiosa. Appuntamento dopo appuntamento, manicure dopo manicure, fra le due donne cresce una profonda amicizia, alimentata dai mille problemi di una società che continua a ostacolare l’integrazione e a favorire il pregiudizio. Nel salone di bellezza di Wenling, tra cure di mani e piedi, tagli di capelli e permanenti, lacrime e risate, si affrontano i grandi temi del presente…
DA WENLING
di Gemma Ruiz Palà
Voland 2023
Tiziana Camerani ( Traduttore )
narrativa, pag.256
Da Wenling
A cura di Marina Toniolo
Recensione di Marina Toniolo
Come posso sintetizzare le impressioni che questa perla mi ha lasciato?
Gemma Ruiz Palà crea un universo partendo da un luogo talmente banale a cui nessuno fin’ora ha dato la meritata attenzione: un salone di bellezza gestito da cinesi nel popolare quartiere di Gràcia, a Barcellona. Wenling e Yang hanno circa trentacinque-quarant’anni, due figli e arrivano da una regione cinese che, all’epoca della loro emigrazione, come a tanti loro connazionali, non offre né sostegno né prospettive future. Wenling approda giovanissima e incinta in una realtà completamente differente, sola, senza esser in grado di capire e di comunicare.
Eppure riesce, con estrema perseveranza, ad aprire un negozio dove una clientela eterogenea si alterna fino ad avere lo zoccolo duro delle signore che frequentano il salone. Con uno spagnolo zoppicante Wenling e Yang si fanno amare per la bravura nelle manicure, pedicure e taglio capelli. Ma non solo. A poche clienti affezionate Wenling si apre e alterna i silenzi a mozziconi di frasi in cui chiede consigli, si confida o racconta della sua vita precedente.
Narrato in prima persona da quella che diventa un’amica-sorella, il romanzo è come un dolce a vari strati con gusti e consistenze diverse. Spaccati di vita quotidiana si alternano alla storia dei saloni estetici in America, per intenderci quelli gestiti da vietnamite.
Donne coraggiose che sfidano un paese sconosciuto e intraprendono carriere che le porteranno nell’olimpo. Ma non è tutto rose e fiori: i pregiudizi e la discriminazione sono sempre dietro l’angolo anche quando tutto viene svolto a regola d’arte. Ecco che si presenta al salone un’anziana inacidita che solleva dubbi sulla qualità del lavoro svolto e insulta i titolari per la loro provenienza e per non saper parlare il catalano quando la stessa non si ricorda che fino a pochi decenni prima nella stessa Catalogna non si poteva parlare la lingua madre.
Ecco che la banca non accorda più i pagamenti alle varie utenze anche se tutto il guadagno viene versato nel conto. Corre in aiuto la protagonista che, da vera catalana femminista, fa valere la propria voce. Ma quante persone che arrivano in terra straniera non hanno lo stesso aiuto?
Piccoli e grandi problemi della vita quotidiana si affrontano da Wenling.
“Si chiamano centri di estetica ma dovrebbero chiamarsi centri di riparazione”.
Un luogo dove si trova ancora la vera solidarietà fatta di ascolto e di rituali quali bere una tazza di the nel retrobottega, al riparo da sguardi e orecchie indiscrete.
Ho una sorella che abita a Barcellona e quindi, nei numerosi viaggi che ho fatto nel corso del tempo, ho capito qual è la realtà linguistica di questa enorme città multietnica. A seconda della persona che hai di fronte la prima volta usi differentemente o lo spagnolo o il catalano e sarà quasi sempre così quando la si incontra. Per capire meglio: se ci sono tre persone e due si sono conosciute in catalano e una in spagnolo, quella con cui si interloquisce userà la lingua prescelta.
Da qui, il mio plauso alla traduttrice Tiziana Camerani che ha dato un brio enorme alla versione in italiano dal catalano. La scrittura della Palà risulta in questo modo vivificata poiché rende con garbo tutte le differenze stilistiche affrontate dall’autrice. Con maestria si destreggia tra parlata quotidiana a lessico ricercato, da spiegazioni delle politiche cinesi sulla fertilità della donna alle inadeguatezze intrinseche della condizione femminile. “C’è sempre un motivo per sentirti inadeguata.
Ne hanno fabbricati così tanti che puntualmente ne appare uno per metterti a disagio, per farti notare che quella cosa là non è giusta per te.(…)E sempre la frecciata, la domandina, il sospetto, le giustificazioni. Ma andate al diavolo e lasciate in pace le nostre passioni!”.
‘da Wenling’ è una storia forte, fatta di donne che lavorano dodici ore al giorno per crescere e dare un futuro ai figli. Di amicizia forte e solidale, nel riconoscersi in una sorellanza comune nonostante le differenze culturali.
Consigliato? Senza alcun dubbio sì, così potrete passare davanti al negozio di estetica cinese/vietnamita del vostro paese e venire colti da irrefrenabile desiderio di conoscere la storia dei titolari mentre vi gustate una perfetta manicure.
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Gemma Ruiz Palà
(Sabadell, 6 dicembre 1975) è una giornalista e scrittrice catalana. Come giornalista, lavora dal 1997 nel servizio notizie di Televisió de Catalunya e si è specializzata in cronache culturali per Telenotícies. Per sei anni ha realizzato la cronaca teatrale nella trasmissione televisiva ‘La nit al dia’. Come scrittrice, ha pubblicato il suo primo romanzo, ‘Argelagues’, nel settembre 2016. L’opera si concentra sulla vita di tre donne nate da contadini all’inizio del XX secolo che devono raggiungere la città, lavorando nell’industria tessile, partecipando alle retrovie della guerra civile spagnola e rischiando la vita in vari momenti. L’opera è stata un bestseller e, a marzo 2017, erano già state realizzate nove edizioni e più di 15.000 copie vendute in lingua catalana. Nel febbraio 2020 ha pubblicato il suo secondo romanzo, ‘Ca la Wenling’. Nel 2022 ha vinto il Premio del romanzo Sant Jordi con il romanzo ‘Les nostres mares’. Le sue opere, scritte in lingua catalana, sono state tradotte in spagnolo, inglese, francese e italiano.
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