Sinossi. 2015. Germania, Foresta Nera. Karl Jerzyck, un professore di criminologia di Monaco, scopre casualmente delle ossa in un bosco vicino a Karlsruhe. I resti appartengono ad alcune persone scomparse 25 anni prima in circostanze mai chiarite. II criminologo e Arno Schulze, l’ispettore della Kripo che aveva seguito il caso all’epoca, riprendono a investigare. Si trovano così coinvolti nelle trame di gruppi neonazisti collegati a sette esoteriche e occulte. Un viaggio che li riporterà indietro nel tempo, ai campi di sterminio e alla figura più spaventosa ad essi collegata, quella del dottor Josef Mengele. Non solo. La ripresa delle indagini coincide con una serie di nuove sparizioni questa volta a Friburgo. È il segnale di qualcosa? Perché la Foresta Nera torna a essere il teatro di fatti oscuri? Perché il mondo del neonazismo è in fermento? Chi c’è dietro quelle sparizioni? E qual è l’annuncio sconvolgente che una potente organizzazione neonazista si accinge a fare il 20 novembre, in occasione del 70° anniversario del processo di Norimberga?
DARKLAND
di Paolo Grugni
Laurana Editore 2023
Narrativa italiana di ambientazione storica, pag.254
DARKLAND
A cura di Marina Toniolo
Recensione di Marina Toniolo
Il docente universitario Karl Jerzyck si trova in una cittadina ai margini della Foresta Nera, in Germania, dopo una sospensione dall’insegnamento dovuta a una discussione con un alunno sfociata quasi in uno scontro fisico. Qui posso già intuire la natura collerica del protagonista, facile ai cambiamenti repentini di umore. Passeggiando dopo una tempesta rinviene delle ossa che si rivelano umane. Assieme all’ispettore in pensione Schulze cerca di scoprire a chi appartengono i resti. La ricerca lo porta inesorabilmente in ambienti neonazisti ed esoterici.
‘Darkland’ si preannuncia come un hardboiled dei giorni nostri, con detective, gangster e pupe. Tuttavia il proseguimento della lettura mi trova sempre in disparte rispetto alla storia effettiva a causa di discordanze che mi lasciano perplessa.
Le ossa vengono ritrovate e Jerzyck le infila in uno zaino per portarle da un anatomopatologo senza mai avvisare la polizia del ritrovamento.
I personaggi non sono ben delineati: solo in alcuni punti posso effettivamente calarmi nei loro panni; tra una scazzottata e l’altra il professore disquisisce per pagine sulle origini del nazismo, sui campi di concentramento e sulle aberranti pratiche mediche di Mengele.
Non so a questo punto se sto leggendo un romanzo o un saggio travestito. Le fonti ci sono: Grugni ha approfondito lo studio di come il popolo germanico ha eletto la religione nazista come dio propiziatorio. Cercare però di unire questo all’intrattenimento risulta pesante, non ultimo per i dialoghi poco curati.
Può sicuramente essere apprezzato da chi cerca molta informazione senza avere per le mani un tomo didattico, ma quando ad un certo punto si arriva all’origine della parola ‘vegetariano’ vorrei tanto, personalmente, disporre proprio del tomo.
Una lettura in definitiva che non lascia eco e che un pochino infastidisce anche per gli errori di editing presenti.
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Paolo Grugni
è nato a Milano nel 1962. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra i quali ‘Let it be’ (Laurana 2017), ‘Mondoserpente’ (Mondadori 2010), ‘Aiutami’ (Barbera 2008), ‘L’odore acido di quei giorni’ (Laurana 2011), ‘Pura razza bastarda’ (Laurana 2018) e ‘Il Palazzo delle lacrime’ (Laurana 2019).
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