Recensione di Marina Morassut
Autore: Agatha Christie
Traduzione: Maria Grazia Griffini
Editore: Mondadori
Genere: giallo
Pagine: 239
Anno di pubblicazione: 2017
Sinossi. Quando, a mezzogiorno di una bella giornata di settembre, l’aereo di linea Parigi-Londra decolla dall’aeroporto di Le Bourget i passeggeri sistemati nella parte posteriore del velivolo sono undici; quando atterra a Croydon uno di essi è cadavere. Si tratta di Madame Giselle Morisot, un’anziana e ricchissima usuraia parigina uccisa – almeno così sembra – da una minuscola freccia avvelenata lanciata con una cerbottana. Più di uno, tra i passeggeri, può aver avuto un motivo per eliminarla. Per fortuna, su quel volo, c’è anche chi è in grado di venire a capo del mistero: Hercule Poirot.
Recensione
Classico tra i classici, questo giallo che in sostanza ricalca la caratteristica “stanza chiusa” dei romanzi gialli, sorprende inaspettatamente, pur essendo un romanzo uscito una quindicina di anni dopo il primo libro incentrato sull’investigatore belga, anche perché ci fa scoprire un Poirot un po’ diverso dal consueto.
Ma procediamo con ordine. Settembre. Il sole splende sull’aerodromo di Le Bouget, Francia.
Ventuno passeggeri si imbarcano sul volo di mezzodì della linea Prometheus, volo che li porterà direttamente a Croydon, a sud di Londra. Dieci passeggeri sono imbarcati nella cabina anteriore: e noi ci disinteresseremo completamente di loro. Undici passeggeri invece sono imbarcati nella cabina posteriore. E verranno serviti ed assistiti da due camerieri di bordo.
Eccoli i protagonisti indiscussi di questo romanzo del 1935 di Agatha Christie, tredici persone, dodici possibili colpevoli di assassinio. E tra queste tredici persone, casualmente, c’è anche monsieur Hercule Poirot, “imbacuccato in una quantità di sciarpe pesanti ed assolutamente non necessarie, in teoria profondamente addormentato”, cercando così di superare il mal di stomaco dovuto al mal d’aria.
Inizialmente siamo nei pensieri e nelle osservazioni di Jane Grey, una ragazza inglese, parrucchiera nel Salone di Antoine, che ha vinto alla Lotteria Irlandese e che ha deciso di spendere parte della vincita andando per una decina di giorni in vacanza nella rinomata Le Pinet, in Francia, dove verso la fine della vacanza ha conosciuto un affascinante dentista inglese, che incontra nuovamente durante il volo di rientro in Gran Bretagna. Insieme a loro e a Poirot, sul volo ci sono anche due famosi archeologi francesi, padre e figlio, un medico, un uomo d’affari, uno scrittore di romanzi polizieschi, una contessa e una gentildonna di campagna che si contendono lo stesso uomo e naturalmente Maria Morisot, alias Madame Giselle, donna corpulenta di mezza età, francese, usuraia: la vittima.
Poco prima dell’arrivo a Croydon, Mitchell, il cameriere responsabile della cabina posteriore tenta di svegliare Madame Giselle, che conosceva già di vista perché la donna aveva preso molte volte la stessa linea Croydon – Le Bouget. Quasi immediatamente il cameriere si accorge che c’è qualcosa che non va, perché al posto nr. 2, la testa di Madame Giselle ciondola. Subito interpellato essendo un medico, il Dottor Bryant ci mette poco a capire che Madame non si è sentita male: è morta! Il dialogo tra il cameriere ed il dottore comincia a provocare una certa curiosità tra i passeggeri della cabina posteriore.
E Poirot, che sembrava addormentato, improvvisamente si trova accanto al medico e gli fa timidamente notare che c’è un segno sul collo della vittima. E subito dopo si accorge che per terra, accanto al sedile della vittima, c’è una lunga spina con la punta sbiadita e con un nodo di seta arancione e nera.
E’ forse un’altra ape, che aveva già infastidito poco prima i passeggeri…?
Si dipana da qui il caso dell’omicidio di questa famosa usuraia francese. Ed essendo avvenuto durante il volo tra la Francia e la Gran Bretagna, il caso viene affidato all’ispettore inglese Japp, vecchia conoscenza di Poirot – e ad un ispettore della Suretè francese.
Inutile precisare che più di qualcuno dei passeggeri era, od era stato, “cliente” di Madame Giselle, che aveva un codice d’onore molto forte, nonostante la professione, ma che portava avanti il suo traffico senza cuore. Chi prendeva in prestito denaro da lei e non pagava, poteva stare sicuro che i segreti cui teneva, sarebbero stati sbandierati a chi di dovere. Della serie: la conoscenza è potere.
E’ quindi facile intuire che l’assassino è evidentemente qualcuno tra i clienti di Madame Giselle. Ma da qui a scoprire il colpevole, beh, è tutt’altra faccenda.
Tra mogli di Pari del regno, scrittori di romanzi gialli, medici, dentisti, uomini d’affari, lavoranti di saloni di bellezza, cerbottane e veleni sconosciuti, a cavallo tra Francia e Gran Bretagna, Poirot si troverà coinvolto personalmente, insieme agli ispettori incaricati del caso, perché non si capacita che un omicidio così particolare, così ben congegnato e sfrontato possa essere accaduto sotto i suoi occhi, seppur chiusi per il malessere.
Ripeto: scopriremo un insolito Poirot in questo romanzo di Agatha Christie, che si troverà coinvolto in beghe d’alto rango e in love affairs, ma che come di consueto farà lavorare le sue cellule grigie fino ad arrivare alla soluzione del mistero.
A cura di Marina Morassut
Agatha Christie
Pseudonimo di Agatha Mary Clarissa Miller. Scrittrice inglese. Di famiglia agiata, viene educata privatamente. Ancora bambina scrive racconti e poesie; alcune di queste vengono pubblicate nel 1908 in «Poetry Review». Nel 1914 sposa Archibald Christie dal quale divorzia nel 1928. Il genere letterario con cui raggiunge il successo in campo internazionale è il romanzo poliziesco. I suoi detective, tra i quali primeggiano Hercule Poirot (che compare per la prima volta in Poirot a Styles Court, 1920) e Miss Jane Marple (che compare per la prima volta in una serie di racconti apparsi in rivista e raccolti nel 1932 in l tredici problemi e che diventa per la prima volta protagonista di un romanzo in La morte nel villaggio nel 1930), sono entrambi abilissimi nel risolvere i più intricati enigmi polizieschi. Essi concentrano la loro (e la nostra) attenzione sul comportamento degli indiziati e sulle loro reazioni emotive e verbali. L’azione ha sempre poca importanza, le prove non sono mai particolarmente signignificative; ciò che conta sono le motivazioni psicologiche che potrebbero aver spinto al delitto. ln un mondo di buone maniere, di modi raffinati, di anziane signore molto amanti della conversazione e di impettiti colonnelli in pensione, depositari di antichi valori e tradizioni, l’autrice può nutrire l’illusione di controllare il delitto e, grazie all’acume dei suoi detective, di riportare tutto alla normalità. La “signora del crimine” ha scritto più di 50 romanzi e 100 racconti; da molti di questi sono stati tratti film, commedie e telelfilm. Nei suoi due ultimi romanzi, Sipario, l’ultima avventura di Poirot (1975) e Addio, Miss Marple (1976) l’autrice ha scelto di far morire i suoi due, ormai vecchissimi, detective: i romanzi erano stati scritti anni addietro, la scrittrice scelse di mantenerli inediti sino a poco prima della sua morte. La mia vita (An Autobiography, 1977), è stata pubblicata postuma.
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