TOM HINDLE
Traduttore: Raffaella Patriarca
Editore: Bompiani
Genere: p. R 352
Pagine: p. R 352
Anno edizione: 2025

Sinossi. È l’ultimo dell’anno e a Hamlet Hall, un albergo sul mare del Devon che ha conosciuto giorni migliori, va in scena una cena con delitto, una classica storia di segreti e misteri ambientata negli anni Venti del Novecento e interpretata da attori ingaggiati apposta per l’evento. Otto tra i presenti sono legati da una rete di non detti che va indietro nel tempo, come succede nelle piccole comunità; ma tra loro c’è chi farebbe qualunque cosa – qualunque – per tenere segreti i propri segreti. E poi ci sono un faro in ristrutturazione contro la volontà di alcuni abitanti del luogo; una tragedia avvenuta anni prima proprio al faro; il costruttore e la moglie che spasimano per farsi accettare sulla scena sociale; l’immancabile giornalista in cerca di una storia; e un ospite inatteso, Damian White, che arriva con la figlia Lily, si rende odioso a tutti e sparisce. Di colpo, insomma, non c’è più niente da divertirsi, ma in compenso è il lettore che si diverte ad ascoltare i diversi punti di vista dei protagonisti, a rintracciare gli indizi e le false rivelazioni in attesa del finale, classico e sorprendente insieme. “C’era tutto. La grande casa, il corpo in biblioteca, gli ospiti con i loro segreti… e poi, alla fine, il detective radunava tutti, smascherava l’omicida e spiegava come aveva fatto… dopo un po’… un senso di completezza. Ogni filo sciolto era stato legato. Ogni segreto era stato svelato. Tutto aveva senso. Poi l’assassino veniva arrestato e tutti tornavano alle loro vite.”
Recensione
di
Loredana Cescutti
L’atmosfera da cui ti senti avvolto da subito è snob e bigotta al punto giusto.
È stato strano, da principio, entrare nel libro, perché ho avuto la netta percezione di sentirmi un’estranea in mezzo a tante persone che invece, fra di loro si conoscevano fin troppo bene.
“Forse era quello il punto. Non è necessario essere la persona più forte. Solo la più coraggiosa.”
Ad eccezione di uno sguardo esterno, che da quando si paleserà, potrebbe diventare il nostro/vostro migliore alleato.
Forse.
Perché lui non si fiderà di noi e voi, a tratti, e altrettanto voi potreste dubitare di lui.
Gli ingredienti ci sono tutti.
“Si trattava di autenticità; di prendere per mano gli ospiti e condurli tra le pagine di un romanzo poliziesco d’epoca.”
Il clima ideale, un vecchio hotel a rischio fallimento in un piccolo paese di mare dimenticato da tutti, fuori un tempo da lupi che lo rende pressoché irraggiungibile, una data da calendario, il 31 dicembre, che ne fa un’occasione di festeggiamento alternativo. Aggiungiamoci tanti segreti occultati e ne converrete anche voi, la cena con delitto potrebbe rivelarsi qualcosa di estremamente stuzzicante.
“Credeva di aver preso in considerazione ogni scenario. Di aver contemplato ogni problema che avrebbero potuto dover affrontare. Ma non aveva previsto questo…”
Un’ansia crescente, che aumenta velocemente sulla base dei segreti di paese, che guarda caso, però, legano a doppio nodo tutti i partecipanti.
Un ritmo che l’autore, riesce a mantenere frizzante fino all’ultima pagina e che, anche quando ci fa illudere di aver compreso, poi ci dimostra di averci semplicemente preso in giro e, alla grandissima oserei dire.
NULLA andrà dato per scontato, né nel passato che nel presente, fino alla rivelazione finale, che lascerà tutti interdetti, lettori compresi.
“Chiunque abbia fatto questo, qualunque sia il suo movente, ha superato il limite. Ha dimostrato che non ha paura di uccidere uno dei suoi… Ora siamo tutti nel mirino.”
Un gioco, che in realtà di giocoso avrà ben poco, ma che farà vivere in toto al lettore l’atmosfera da delitto della stanza chiusa, come solo Agatha Christie per prima, è riuscita a creare.
“… sentì a malapena. Gli sfuggiva qualcosa. Un dettaglio cruciale. Cercò di tornare indietro con la memoria, come se stesse tentando di rievocare un sogno mezzo dimenticato… Poi… la consapevolezza… Lo so… So chi è stato.”
Ambiguità, pettegolezzi prettamente british, scheletri nell’armadio e una costruzione gialla basata su indizi da riconoscere che una volta riordinati, ti permetteranno di capire come anche tu, lettore, avresti potuto arrivarci prima, perché le cose le hai sempre avute sott’occhio ma, sei stato distratto da tutto il resto.
I luoghi, i personaggi, i misteri.
In poco tempo, avrai l’impressione di essere tu stesso il protagonista di questa partita di Cluedo e di conoscere tutti i personaggi da sempre.
“Troppe cose erano state messe in movimento. Troppe cose che non potevano essere cambiate.”
Come fossimo nel salone di un parrucchiere che si rispetti, dove di chi è presente non si s/parla, fino a quando non se ne sarà andato ma poi…
… alla fine, tutti sapranno tutto, anche ciò che non conoscevano ancora, convinti di aver in pugno i migliori scheletri altrui.
Perché le chiacchere sono fuorvianti.
Ma spesso veritiere.
Non dovete dimenticarlo mai.
E i morti saranno reali.
Il finale sarà una corsa disperata, alla caccia di una verità indistinguibile fra gioco e realtà che terrà in scacco il lettore fino alle ultime battute.
E poi chi lo sa.
Se vi piacciono queste atmosfere, non lasciatelo indietro, perché vi conquisterà.
Buona lettura!
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Tom Hindle
originario di Leeds, Tom Hindle trascorre le sue giornate nell’Oxfordshire, dove vive con la moglie e due tartarughe sorprendentemente astute. Ispirato ai maestri del genere poliziesco, da Agatha Christie ad Anthony Horowitz, “Delitto per gioco” è il suo primo romanzo pubblicato in Italia (Bombiani – 2025)