Dentro la Gabbia
di Stefano Cosmo
Marsilio 2023
Noir, pag.256
Sinossi. Moreno Zanon è un campione di Mma, le arti marziali miste che vedono i combattenti darsi battaglia senza esclusione di colpi all’interno di una gabbia. Ha il corpo ricoperto di tatuaggi e un passato burrascoso. Era convinto di esserselo lasciato alle spalle, ma il caso è pronto a fargli capire che si sbaglia. Proprio nel momento in cui le cose sembrano girare per il verso giusto, infatti, con un incontro importante alle porte e una storia d’amore appena nata, il maresciallo Di Ciolla gli comunica che il fratello Marco è stato accoltellato in carcere a causa di un debito contratto con un ex appartenente alla Mala del Brenta, accanito scommettitore. Per ripagarlo, Moreno sarà costretto a diventare l’attrazione principale del Combat Circus, una sorta di moderno Colosseo dove i lottatori si affrontano in feroci incontri clandestini. Ma nulla è come sembra, e l’unico modo che Moreno troverà per uscire dalla spirale di ricatti in cui è finito sarà allearsi e lottare con chi, come lui, pare destinato alla sconfitta. Ambientato in una Marghera soffocata da un’estate torrida e da fabbriche abbandonate, il romanzo di Cosmo racconta in un susseguirsi di colpi di scena la periferia urbana e umana della parte più oscura del Veneto, dove l’estasiante bellezza di Venezia è solo un lontano miraggio, trascinando il lettore verso una zona grigia nella quale legalità e illegalità si confondono e un pugno di disperati pronti a tutto inseguono illusori sogni di riscatto.
Recensione di Roberto Forconi
La continua ricerca di una vita migliore, un riscatto che possa portare pace e tranquillità, una forsennata corsa contro il tempo che passa. E’ ciò che Moreno Zanon porta dentro: rancore, rimpianto ma anche tanta rabbia, quella che ha saputo convogliare dentro una gabbia di 6×6 metri negli incontri di MMA. Adesso si fa chiamare “Il Barba” ed è a un passo dalla fama, quei quindici minuti di gloria che possono cambiargli radicalmente l’esistenza, o sprofondarlo negli abissi dell’Inferno Dantesco. Affrontare l’Irlandese campione del Mondo (scritto sul modello MacGregor) o morire provandoci.
Stefano Cosmo ci fa immergere subito in una storia di redenzione portando a galla tutti gli aspetti negativi del protagonista cercando di farlo uscire fuori dalle pagine così com’è, dannatamente reale e arrabbiato con la vita. Un uomo privato del suo onore e macchiato da un crimine che gli ha segnato l’esistenza e annullata dell’amore che sognava. La storia è molto semplice ed è facile leggerla come un racconto noir di provincia, ma è nella realizzazione interiore dei personaggi e nell’ambiente in cui si muovono a dar spessore a una costruzione più preziosa che coinvolge il lettore pagina dopo pagina. Se all’inizio del libro ci si chiede se davvero Il Barba riuscirà a conquistare il titolo di campione del mondo di MMA, già alla metà della storia l’attenzione è tutta verso quei demoni interiori che attanagliano il protagonista e che sono pronti ad azzannare chi gli sta intorno.
Non ci sono fight club pulp e neanche quel glam modaiolo dei fighters odierni, ma molti rimandi a quel cinema e scrittura degli anni 80 del secolo scorso, dove la tecnologia sembra ancora una cosa fantascientifica. Ci sono buoni e cattivi, non esistono i mezzi termini in questo libro; Giovanni l’allenatore incorruttibile, è il buono per eccellenza, colui che cerca di proteggere Moreno per dargli la possibilità di cambiare vita. Ci sono poi i cattivi come Trabacchin, un uomo senza scrupoli che muove i fili di una criminalità locale fatta di combattimenti illegali, corruzioni e sfruttamento dei clandestini. Poi c’è Marco, il fratello di Moreno, l’eterno sconfitto, il perdente, la causa di tutti i mali. Infine troviamo anche spazio per la bellezza irraggiungibile, quella fisica di Lili di cui Moreno è innamorato.
Un turbinio di personaggi che cercano di trovare spazio nella storia come pedoni in una scacchiera.
La provincia Veneta, tra Marghera e il Brenta sono lo scenario perfetto per raccontare di quel crimine che tocca i margini della società, tra capannoni abbandonati ed immigrazione clandestina. Stefano Cosmo fa emergere una dura critica verso il lavoro nero, lo sfruttamento minorile e la prostituzione, dove ci sono Cinesi e Africani che vengono chiamati a fare il lavoro sporco per quegli italiani che giocano a fare Scarface.
Il grigio e il fumo che divorano l’ambiente sullo sfondo del petrolchimico di Marghera e qui poliziotti che non dormono mai sono parte di una storia più grande di quella che viene raccontata nel libro. Non a caso nelle pagine iniziali vengono addirittura scomodati due grandi scrittori del nostro paese, Carlotto e Pulixi, i quali tessono lodi a Cosmo e di come abbia creato qualcosa di nuovo nel panorama Noir nazionale; frutto di Marketing certo, ma non del tutto perché la scrittura è incisa e profonda senza giri di parole e arriva dritta al lettore come un pugno nello stomaco.
Un libro forse troppo corto e che arriva al dunque in maniera un po’ scontata, ma perfetto per raccontare attraverso gli occhi dei protagonisti quel noir della provincia italiana dimenticata fatta di sogni infranti e crimine.
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Stefano Cosmo
Stefano Cosmo è nato nel 1982, vive a Marghera. Autore del Collettivo Sabot diretto da Massimo Carlotto. E’ co-autore di Padre Nostro (Rizzoli), romanzo sul narcotraffico che racconta i legami tra clan della camorra e narcos colombiani operanti in Spagna. Ha scritto vari racconti pubblicati su Il Manifesto e La Nuova Sardegna. Collabora con il musicista blues Andrea Facchin nella realizzazione di reading musicali che raccontano il territorio. Cintura nera di kickboxing, fa parte dell’ASD Auxe. Laureato in Diritti Umani, lavora come operatore sociale.