Sinossi. Lucio si innamora «del ragazzo» ancora prima di conoscerlo: gli basta osservarlo dalla finestra del suo ufficio perché diventi per lui quasi un’ossessione. Quando finalmente si conoscono scopre che Davide è ben più giovane di lui (sta ancora studiando), e che è sfuggente, inaffidabile e «crudele» come sanno essere crudeli i ragazzi a vent’anni. Per due mesi Lucio e Davide cenano insieme, fanno sesso, vanno al mare, spesso dormono a casa di Lucio. Davide però non si innamora. Continua a cercare Lorenzo, l’unico uomo che ha (forse) realmente amato e di cui conserva solo una foto pixelata su un cellulare ormai vecchio. Come buona parte dei ragazzi a vent’anni è anche spaesato, ferito, disposto ad accoccolarsi nella quotidianità di una Coca-Cola sempre pronta per lui in frigorifero. Di me non sai racconta una relazione vissuta in modo opposto, incompatibile, la cui natura si disvela al lettore solo con lo scorrere del romanzo. Alternando i punti di vista dei due protagonisti in capitoli brevi, a volte brevissimi, Raffaele Cataldo mostra il disallineamento dei sentimenti e le conseguenze dolorose che può avere, la lentezza delle estati calde pugliesi, e gli amori ossessivi (presenti e assenti) che come i semi d’avena infestante si attaccano a capelli, scarpe e vestiti.
DI ME NON SAI
di Raffaele Cataldo
Accento 2024
Narrativa, pag.224
Recensione di Laura Bambini
A fine lettura, mi sono presa qualche giorno in più per riflettere su cosa scrivere in questa recensione.
Avevo la tremenda sensazione di essermi persa qualcosa, non mi spiegavo come mai fosse possibile che non abbia capito, così, per essere sicura, l’ho riletto daccapo e ho aggiunto appunti a quelli già presi. Non li riporterò tutti per non fare spoiler, tenterò però di essere più esaustiva del solito.
Cercherò di andare per gradi.
Partiamo dalla trama: Lucio si innamora di Davide, chiamato “il ragazzo” tante di quelle volte che quando è apparso sulla carta “Davide” mi sono stranita – a quel punto perché non lasciare “il ragazzo” o mettere il nome prima? – ma Davide è bello che cotto di Lorenzo, il quale, come nelle migliori love story, l’ha mollato male (ghostato, direbbe la Gen Z, ma noi qui siamo Millenials e Boomer perciò diremo che costui a una certa s’è dato per le macchie e ci capiremo tutti).
Ambientazione: Puglia, d’estate.
Quindi: due protagonisti, punto di vista alternato in terza personale, un fantasmino che però non è Patrick Swayze in Ghost (vi vedo che annuite sconsolati).
E fin qui collima tutto.
Tuttavia.
Non è tanto il fatto che Davide, per tutta la storia, sta appresso a Lorenzo mentre va a letto con Lucio, né che Lucio (che è più vecchio, ma nel libro non è così immediato come nella quarta di copertina, a parte quel “ragazzo” lì) si innamora subito di Davide (per la Gen Z: ha una crush; per noi: è un sottone clamoroso), il problema di questo testo è la totale bidimensionalità: sia dei personaggi sia dell’ambientazione sia dell’approfondimento.
Lucio e Davide non assurgono mai alla tridimensionalità, a tratti ho faticato a distinguere chi fosse uno e chi fosse l’altro, e, purtroppo, se è chiaro sin da subito il conflitto di Davide, non lo è altrettanto quello di Lucio, con la conseguenza che la fine lascia un po’ l’amaro in bocca.
Le descrizioni sono ridotte all’osso e, va bene rendere partecipe il lettore, ma non sarebbe guastato qualche dettaglio in più.
Anche la Puglia è relegata a nomi di posti e a poche immagini tratteggiate, che fanno solo da cornice alla storia.
Ho sentito la mancanza dei cinque sensi per tutto il romanzo, incentrato molto sulla vista e poco sulle altre sfere sensoriali, lasciando, insieme alle poche descrizioni, la sensazione che i personaggi fluttuassero sulla scena senza una collocazione precisa.
La cosa che mi ha lasciata più perplessa è che Davide non ha un’evoluzione: come lo troviamo a pagina 1 lo troviamo alla fine, cosa un po’ anacronistica per un ventenne che matura a volte di colpo, in quell’attimo dall’adolescenza alla vita adulta; Lucio, almeno in questo, un minimo cambia.
Devo fermarmi qui, il resto degli appunti sono spoiler e non sarebbe giusto.
Nota di merito, invece, ad aver messo su carta dei personaggi omosessuali in maniera naturale, senza tanti patemi d’animo di cui abbiamo letto e straletto e di cui siamo stanchi (o pieni, per i più giovani).
Nota di merito 2 è la copertina: non so scegliere davvero se sia più intelligente l’immagine peccaminosa o la reference a San Sebastiano. L’ho adorata.
Insomma, dopo aver letto Baba e altri testi della casa editrice mi aspettavo di più, ma sono comunque curiosa di leggere altro dell’autore e ricredermi.
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Raffele Cataldo
Raffaele Cataldo è nato nel 1991 in Puglia. Si è laureato in Lingue e Letterature Moderne a Bari e ha frequentato la Scuola Holden a Torino, dove vive. Di me non sai è il suo primo romanzo.
A cura di Laura Bambini