Dolce da morire




 Dolce da morire

di Cristina Aicardi, Ferdinando Pastori

Laurana Editore 2023

Nome Cognome (Traduttore)

Narrativa gialla pag.256

Sinossi. Olga Cazzaniga Peroni è una brianzola ironica e pungente. Il timore che il fidanzato della nipote possa rivelarsi un cacciatore di dote la spinge ad assumere l’investigatore privato Franco Reali. Quello che inizia come un incarico di routine non solo porterà a risvolti inaspettati, ma stravolgerà la vita di Reali. Alle prese con usurai, criminalità organizzata, una bionda femme fatale e le continue interferenze di Olga, Reali dovrà dar fondo a tutte le sue risorse per sventare un pericoloso disegno criminale e salvaguardare l’incolumità di tutte le persone coinvolte.


Recensione di Luisa Ferrero


L’incontro tra l’esuberante, logorroica e prorompente Olga Cazzaniga Peroni e l’investigatore privato Franco Reali si è rivelato fin da subito (e non solo metaforicamente parlando) una vera “botta di culo”.

La brianzola Olga è determinata a trovare le prove che Attilio, fidanzato di sua nipote Olivia, non sia realmente innamorato della giovane ma, piuttosto, miri al conto in banca della famiglia. Avrà ragione? Scoprirlo sarà compito di Franco, della Reali Investigazioni, che mai più avrebbe pensato di trovarsi, con questo incarico, in un mare di guai. Dovrà vedersela, infatti, con usurai, malavita organizzata, una russa senza scrupoli, ma soprattutto con l’onnipresente Olga, le sue pretese, le sue imposizioni e le sue gaffe…

Dolce da morire, un po’ commedia brillante e un po’ cosy crime, è a mio avviso un esperimento ben riuscito.

Cristina Aicardi e Ferdinando Pastori hanno creato due personaggi estremamente diversi tra di loro: lui serio e lei cinica e sarcastica, lui saggio e riflessivo e lei impulsiva e precipitosa.

Ma saranno poi veramente così?

In realtà, a mio avviso, i due riescono a dare il meglio di sé soprattutto nell’interazione con l’altro. E così, Franco riuscirà a tirar fuori il lato ironico che tende, per carattere e professione, a tener nascosto e Olga riuscirà a togliersi la corazza che si è costruita e mostrare il suo lato tenero che per autoprotezione tende a celare.

Anche la scrittura è piuttosto originale perché ricca di: dialoghi vivaci e battute al vetriolo in grado di sdrammatizzare anche le situazioni più complicate; doppi sensi ed equivoci esilaranti; luoghi comuni e modi di dire che hanno subito un lavoro di destrutturazione e sono stati ricomposti in funzione delle situazioni presenti; brani di canzoni pop che hanno accompagnato la vita di tutti noi; e poi ancora… personaggi dei film, dei cartoni animati e tanto altro.

Devo ammettere che, dopo la partenza col botto (anzi con la botta) e con la bomba (ovviamente ripiena di crema pasticcera), temevo che i due autori non sarebbero riusciti a reggere il ritmo serrato, dell’inizio, per tutto il romanzo. Non solo mi sbagliavo, ma sono anche stati in grado di arricchirlo con momenti di riflessione che non hanno rallentato, bensì dato spessore e profondità alla trama e ai personaggi.

Ora, non ci resta che attendere il secondo episodio per poter scoprire se “la gabbianella avrà, davvero, insegnato al gatto a volare”, perché anche il gatto ha bisogno, ogni tanto, di lasciarsi andare e di volare in alto.

Cristina Aicardi, Ferdinando Pastori


Cristina Aicardi. Caporedattore di MilanoNera, vive e lavora in Brianza. Viaggiatrice instancabile, lettrice ossessiva e compulsiva fin dalla tenera età, è fatalmente attratta dalle librerie che saccheggia con tenace perseveranza. Predilige il genere noir, ma legge di tutto per non farsi mancare niente. Ha collaborato con i web magazine Thrillerpages e Orasenzombra scrivendo recensioni e intervistando scrittori italiani e stranieri. Da dieci anni è caporedattore del web magazine letterario MilanoNera, per il quale scrive articoli e recensioni. Dolce da morire è il suo primo romanzo.

Ferdinando Pastori. Nato a Galliate (NO) nel 1968, piemontese di nascita e milanese d’adozione, vive e lavora a Milano. Appassionato di letteratura americana, soprattutto del minimalismo di Carver e della corrente post-minimalista di B. E. Ellis, Jay McInerney e Leavitt, predilige la struttura narrativa del racconto per l’intensità, la tensione e le emozioni che si possono condensare in un breve testo. Scrive dal 2003 e con Edizioni Clandestine ha pubblicato Euthanasia, Vanishing Point, No Way Out e Piccole storie di nessuno. Nel 2004 si aggiudica il premio “Roma Noir. Autori, editori, testi di un genere metropolitano” con il racconto Mantis (come una…). Suoi racconti sono presenti in diverse antologie e collabora con “MilanoNera”.

A cura di Luisa Ferrero

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