Dove c’è fumo




Recensione di Giuditta Pontini


Autore: Simon Beckett

Traduzione: F. Coppola

Editore: Bompiani

Genere: Thriller e suspance

Pagine :400

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. La stanza è immersa in un buio irreale, sembra di camminare nell’inchiostro. Kate cerca di farsi strada a tentoni tra mobili sconosciuti. Non c’è tempo per fuggire. Poi un lampo di dolore, e sangue. Kate Powell è una donna di successo sulla trentina, indipendente, poco incline ai compromessi. Eppure sente che il tempo scorre inesorabile e la vita le appare sempre più vuota, priva di significato. Vuole un figlio, ma è rimasta scottata troppe volte da relazioni inconcludenti e non riesce più a fidarsi. Così decide di ricorrere all’inseminazione artificiale e scegliere il donatore pubblicando un annuncio: a rispondere è Alex Turner, psicologo affascinante e riservato. Il candidato ideale. Se non fosse che l’apparenza inganna. Un thriller psicologico teso e sorprendente dall’autore della fortunata serie di David Hunter.

Recensione

Kate è una ragazza, una donna oramai, di trentaquattro anni. Ha faticato molto per costruirsi una propria piccola attività, che ora è proficua e stabile. Ma, come ogni persona, non ha una vita perfetta. E le sue zone erronee, quando la sera torna nel suo piccolo appartamento ed è sempre, spiazzatamente sola, tornano a farsi sentire.

Quando guarda Lucy, la sua amica con una bella famiglia e un bravo marito, si sente donna a metà. Quando ripensa alla propria vita sentimentale, e litiga con Paul, il suo ultimo ex fidanzato, sente di non stare vivendo davvero. Kate ha un bisogno impellente di amare ed essere amata. Per questo motivo, un giorno, decide di fare qualcosa perché il suo desiderio di dare e ricevere incondizionatamente si avveri: si rivolge a una clinica per praticare l’inseminazione artificiale. Dopo aver messo un annuncio in alcune riviste di medicina e psicologia per trovare un donatore, finalmente ottiene una risposta.

Non immaginando che questo sarà l’inizio del suo peggior incubo…Con questi prodromi, ritorna Simon Beckett, che costruisce, attorno a una trama semplice e lineare, un magistrale thriller psicologico.

La bravura di Beckett sta proprio nella sua capacità di creare, da una trama basilare semplice e abbastanza scontata, un buonissimo prodotto, in cui la suspense cresce pagina dopo pagina. Quando Kate conosce Alex Turner, uno psicologo clinico che si presenta come potenziale donatore, la sua vita subisce un cambio di rotta. Beckett è bravissimo nel rendere il lettore partecipe del cambiamento mentale di Kate.

E mentre il rapporto fra i due, cominciato come un semplice “contratto”, cresce, cresce anche la curiosità del lettore, che vuol capire dove l’autore intenda andare a parare. La prima metà del libro è incentrata su un crescendo di eventi in cui tutto appare estremamente positivo: Kate, che non si fida più di nessuno, inizia lentamente ad aprirsi come un fiore, perché sembra aver trovato molto di più di quello che cercava all’inizio.

E nonostante le continue negazioni a se stessa e a quelli che le stanno intorno, pagina dopo pagina ci rendiamo conto che l’amore è così, imprevedibile. Kate si sta innamorando di Alex. Ma Beckett è Beckett, e questo libro è tutt’altro che una storia d’amore. Questo libro parte come un ottovolante lento.

Comincia la propria salita, rivelando piano piano un bellissimo panorama. Ma poi, quando prende velocità, la discesa e il cambiamento d’aria saranno inarrestabili. Perché tutti hanno dei segreti e, purtroppo, Alex ne ha ben più di uno… Come Kate presto scoprirà, le persone sono disposte a fare di tutto, pur di avere ciò che desiderano.

Non lo ha forse fatto anche lei?

Un libro che è in grado di tenerti col fiato sospeso, nonostante la narrazione si articoli in maniera abbastanza netta in due tempi: il prima, dove tutto sembra meraviglioso, e il DOPO, dove pagina dopo pagina, l’autore demolisce il prima. La magistralità di Beckett risiede proprio in questo: nella maniera in cui articola il prima. Il prima è un cocktail dolce, dai colori bianco-arancio, con tanto di fettina di fragola e ombrellino.

Il bevitore vero non lo trangugia tutto d’un fiato. Si sofferma prima sui colori, poi sul sapore. E, sorso dopo sorso, comincia ad avvertire, in contrasto con tutta l’evidente dolcezza, un retrogusto amaro… Sarà la sua immaginazione, o c’è qualcosa che non è perfettamente a posto? Così è questo libro.

Nel prima vengono inseriti dei piccolissimi elementi. Dettagli. Quisquilie. Che stonano però fortemente con le tinte rosa pastello di tutto lo sfondo. Il lettore avido lo sa.

Quindi non riesce a staccarsi. E mentre cerca di capire il meno in un’atmosfera ancora rilassata, l’autore affonda di penna, facendolo precipitare nell’incubo…

Incalzante, crudele, un libro dove staticità e dinamicità creano il connubio del thriller perfetto. Consigliatissimo.

Simon Beckett


Simon Beckett è un autore britannico. Nato a Sheffield nel 1960, è editorialista e giornalista freelance su «The Times», «The Daily Telegraph» e «The Observer». Vincitore del Premio Marlowe della Chandler Society come Best International Crime Novel, Bompiani ha pubblicato Jacob (2010) e l’intera serie dedicata all’anatomopatologo David Hunter: La chimica della morte (2006), Scritto nelle ossa (2007), I sussurri della morte (2009), e La voce dei morti (2011). Nel 2015, inoltre, ha pubblicato anche il romanzo Il rifugio.