Dove la terra finisce




Michael Cunningham


Traduttore: Ivan Cotroneo

Editore: La nave di Teseo

Genere: Letteratura di viaggio

Pagine: 176

Anno edizione: 2025


Sinossi. Provincetown, Massachusetts, è una delle cittadine più antiche degli Stati Uniti d’America. Un luogo speciale, arroccato sulla punta sabbiosa alla fine di Cape Cod. Provincetown è eccentrica, solitaria, silenziosa, caotica, gentile, scontrosa. Ma, soprattutto, è un luogo dell’anima, un rifugio che, da sempre, offre riparo a ribelli e visionari. Poche città al mondo hanno attratto una schiera così impressionante di artisti e scrittori, da Tennessee Williams a Eugene O’Neill, da Mark Rothko a Robert Motherwell, che, come Michael Cunningham, sono stati attratti da questa realtà libera e volubile, come la sabbia su cui è costruita. Viaggio verso una frontiera che non si trova in nessuna guida turistica, racconto, diario e memoir, “Dove la terra finisce” è l’inno gentile di uno scrittore al più antico dei miti, al mistero che si nasconde dietro la parola casa.

 Recensione

di

Marina Toniolo


Provincetown è per sua natira una destinazione. E il punto dove finisce la terra. Non è sulla strada di altre mete. Una delle sue attrattive sta nel fatto che le persone che ci arrivano hanno compiuto un certo sforzo per farlo’.

Meta di una grande eclettica varietà di artisti dai primi del Novecento, Provincetown ha un passato come zona portuale di pesca alla balena e, prima ancora, per essere stato il primo scalo dei pellegrini della Mayflower.

Abitata da discendenti di pescatori portoghesi e da artisti provenienti da ogni dove in America è un piccolo paese amato da sempre dalle coppie LGTB e dai single in cerca di avventure grazie alla mancanza del puritanesimo bigotto che altrove, in America, imperversava.

Cos’è questo romanzo?
Un libro di viaggi, una guida turistica o l’intenso e delicato inno d’amore dell’autore?
Questo e molto altro.

Cunningham vi ha soggiornato per vari periodi, lì si è innamorato, ha vissuto sia nella stagiona estiva piena di turisti e di eventi sia nel periodo invernale, quando la cittadina con malinconia e riserbo si racchiude in se stessa per fronteggiare il rigido clima e le tempeste atlantiche.

È, per l’autore, la casa del cuore: non dove si è nati né cresciuti, ma il posto eletto come affine, con stupendi paesaggi multicolori e natura cangiante.

Chi sa perchè ci innamoriamo, dei posti o delle persone, degli oggetti o delle idee? Trenta secoli di letteratura non hanno neanche cominciato a risolvere questo mistero; né hanno spento il nostro interesse per esso’.

Mi sono domandata, alla fine della lettura, a chi potesse realmente piacere un libro tanto sui generis al di là dello stile di scrittura, delle meravigliose descrizioni e della perfetta traduzione.

Mi sono risposta: a chi lo stesso ha un luogo speciale che ha visitato o conosciuto per molto tempo, anche solo in vacanza.

Mi sono ritrovata nei sentimenti di appartenenza di Cunningham poiché anch’io, dai miei tre anni fino ai diciannove, sono stata in villeggiatura ogni agosto in un paesino di montagna.

Ancora adesso quando posso vado a passeggiare nel suo bosco e reincontro le stesse persone di quando ero giovane e, chiacchierando, ci informiamo su chi non vediamo da tempo.

È il posto che quasi si conosce meglio del paese natio con le dinamiche, le feste, i luoghi rimandanti a vecchi sentimenti e primi amori.

Così è ‘Dove la terra finisce’: un posto estremo nella selvaggia bellezza naturale così come è selvaggia la bellezza che cerca l’autore nelle persone.

Non si può resistere, mentre si legge, a scrollare google maps alla ricerca di Provincetown, così piccolo e abbarbicato in un fazzoletto di terra dentro il mare.

Ciò che rimane è un’affinità con l’autore, la consapevolezza che il cuore lo si lascia dove viene accolto, custodito e lasciato fiorire.

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Michael Cunningham


1952 Cincinnati, è uno scrittore statunitense. È cresciuto a Los Angeles e vive a New York. Per Bompiani sono usciti: ‘Le ore’(1999), tradotto in circa trenta lingue e vincitore del Premio Pulitzer per la Narrativa, del Pen/Faulkner Award e del Premio Grinzane Cavour 2000 per la Sezione Narrativa Straniera,’Carne e sangue’ (2000), per il quale ha ricevuto il Whiting Writer’s Award, ‘Una casa alla fine del mondo’ (2001), ‘Mr Brother’ (2002), ‘Dove la terra finisce’ (2003), ‘Giorni memorabili’ (2005), ‘Al limite della notte’ (2010), ‘La regina delle nevi’ (2014). Dal romanzo ‘Le ore’ è stato tratto il celebre film interpretato da Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore, mentre da ‘Una casa alla fine del mondo’ è stata realizzata una versione cinematografica diretta da Michael Meyers.
Nel 2016 pubblica con La nave di Teseo ‘Un cigno selvatico’ (illustrazioni di Yuko Shimizu).
Nel 2024 La nave di Teseo pubblica un nuovo romanzo, dopo oltre dieci anni dal precedente: ‘Day

A cura di Marina Toniolo 

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