Stefano De Bellis
e
Edgardo Fiorillo
Editore: Piemme
Genere: Narrativa gialla
Pagine: 400
Anno edizione: 2025
In procura la chiamano Mostrino ma risolve casi impossibili

Sinossi. Nel corso di una lunga carriera da magistrata, Alida Savich è riuscita nel difficile compito di inimicarsi tutti i colleghi della procura di Pavia. Le hanno affibbiato il nomignolo di Mostrino perché è burbera, irritante, supponente, ma geniale. È instancabile e pretende dalla sua squadra il massimo. Lavorare con lei è un incubo, ma risolvere un caso in sua assenza è impossibile. Sono giorni che non si presenta al lavoro. Si dice che sia gravemente malata, che si regga in piedi solo appoggiandosi a un bastone, che passi le giornate a fumare sigarette a letto e ad ascoltare vecchi dischi di musica classica. Ma un caso la spinge a tornare in procura: un camper abitato da un clochard è esploso nel pieno della notte sulle rive del Ticino, là dove la nebbia non si dirada mai. Sulla scena del crimine è stato trovato un vecchio biglietto da visita della procuratrice Savich. Una traccia inspiegabile, la scintilla che innesca un’indagine che guarda a un passato dimenticato, lontano. Stefano De Bellis e Edgardo Fiorillo irrompono nel territorio del giallo contemporaneo. Lo fanno con un romanzo colto e ritmato, trainato da dialoghi indimenticabili, che segna la nascita di un personaggio inimitabile, ironico e pieno di vizi, tragico e umano.
Recensione
di
Marina Toniolo
Ambientazione: ci troviamo nella cittadina di Pavia, nel lontano novembre 1993. Città signorile e, d’inverno, nebbiosa prima dell’arrivo della neve che cade copiosa. Il Ticino che la lambisce offre, nelle periferie, luoghi appartati.
Proprio in una radura nascosta alla strada un camper esplode una mattina di inizio mese e, tra i resti sparpagliati qua e là viene rinvenuto anche un cadavere semibruciato. Un non-caso che viene subito liquidato dalla procura come morte accidentale.
La procuratrice Savich accetta il non-caso spinta dal collega Brusamonti: sono gli inizi di Mani Pulite e tutti i magistrati sono impegnati ad indagare sulla corruzione dilagante. Per lei vuol dire tornare al lavoro dopo un pesante attacco della malattia che la sta riducendo in carrozzina e vuole capire come mai, a fianco del cadavere, hanno trovato un suo vecchio biglietto da visita.
Spettacolare giallo a cui si perdonano i pochi errori di editing trovati. Non così lontano nel tempo in Italia non era ancora prassi l’uso della comparazione del dna. Qui se ne fa accenno ma come una americanata vista nei telefilm e l’indagine si svolge ‘alla vecchia maniera’. Non c’è una minima sbavatura nella trama che segue perfettamente il filo narrativo senza sbalzi né riprese: un meccanismo regolato ad hoc o, come direbbe Bernasconi, un orologio smontato e rimontato perché segni sempre l’ora giusta.
I personaggi sono veramente indimenticabili a partite da Alida Savich, così scomoda e ingombrante nonostante la bassa statura e gli occhialoni da miope. Pianista mancata, vedova da anni, con l’incubo del fantasma della madre che la tormenta, ha come unica referente la vecchia professoressa di filosofia del diritto che abita di fronte e per cui cucina una volta a settimana deliziosi manicaretti. Ironiche e colte spaziano con intelligenza da un argomento all’altro e rendono gustosi questi intermezzi nella lettura.
Due sono i poliziotti che le vengono assegnati per il non-caso del camper e non potrebbe esserci corollario più variopinto ed azzeccato. Nolè arriva da Roma, è giovane e impetuoso; Bernasconi dagli archivi dove si è ritirato alla fine degli Anni di Piombo in cui è rimasto ferito in uno scontro a fuoco.
Tre decenni di storia sapientemente descritti: dalle Brigate Rosse agli anni Ottanta con l’inondazione della droga agli anni Novanta con il pool milanese ad indagare su tutto e chiunque.
‘Dove si mangia la nebbia‘ è un gioco di matrioske con dialoghi esilaranti e, soprattutto, intelligenti; dove gli attori si muovono tridimensionali tra le vie di Parma e nei paesi della provincia, tra le poltrone di Roma e quelle dell’ufficio di Alida, così pregno di fumo che Bernasconi non può che aprire anche in pieno inverno le finestre, con estremo disappunto.
Consigliato?
Senza dubbi, Alida Savich, profuga istriana durante la Seconda Guerra, è così umana nei vizi e nelle virtù che mi piacerebbe incontrarla dal vero e chiacchierarci assieme. Spero vivamente di poterla incontrare di nuovo nelle pagine di De Bellis e Fiorillo per un nuovo caso apparentemente impossibile.
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Edgardo Fiorillo, Stefano De Bellis
Edgardo Fiorillo, 1973, è biologo e divulgatore scientifico. Scrive per riviste di settore e generaliste, trattando di ecologia, ecoturismo e stili di vita sostenibili. Nel 2021, per Einaudi, pubblica il suo primo romanzo ‘Il diritto dei lupi’ e nel 2023 ‘La stagione delle Erinni’ entrambi scritti a quattro mani con Stefano De Bellis.
Stefano De Bellis (1973) è consulente informatico amministrativo.
A cura di Marina Toniolo
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