E’ così che si muore




Piemme 2023

Thriller, pag.368

Sinossi. Quando il mondo è in tempesta l’unica salvezza è un porto sicuro. Pensavo fosse Case Rosse Invece la tempesta è qui. M’arriva in faccia un raggio di sole. L’ultimo sole della mia vita. Allora è così che si muore. Sono passati dieci anni dall’ultima volta che il commissario Roberto Serra ha dovuto seguire un’indagine a Case Rosse, borgo di mille anime arroccato sull’Appennino emiliano in cui ha avuto luogo uno dei crimini più brutali della sua carriera. Ha chiesto lui di essere assegnato di nuovo a quel minuscolo commissariato tra le montagne e i campi, perché lì pensava di poter sfuggire ai fantasmi che accompagnano le sue notti e provare a rimettere insieme i pezzi della sua vita. È un giorno di maggio uguale a tanti altri quando viene chiamato nella frazione di Ca’ di Sotto per un incendio. Il cadavere di Eros Bagnaroli, detto il Burdigòn, lo scarafaggio, viene ritrovato carbonizzato in quel che resta della sua casa, ma sul suo corpo ci sono ferite che nessun fuoco è in grado di provocare: è stato sgozzato, come si fa da quelle parti col maiale. Inizia così la seconda indagine di Serra a Case Rosse, e un muro invalicabile di omertà sembra di nuovo circondarlo, mentre la Danza, il suo male oscuro, gli crolla addosso quando meno se lo aspetta. Questa volta, però, non è solo. Al suo fianco c’è l’esuberante, rissosa e fragilissima Rubina Tonelli, anche lei con la sua parte di fantasmi e cicatrici. Per entrambi, cercare la verità sarà un modo per salvarsi. O per condannarsi definitivamente.

E’ così che si muore” 

Un’ indagine del commissario Serra

M’ arriva in faccia un raggio di sole.

L’ ultimo sole della mia vita.

Allora è così che si muore.


Recensione di Katia Montanari

Roberto Serra è tornato ed è tornato a Case Rosse!

L’Appennino riaccoglie il commissario, o “comisàri” come viene chiamato in zona, avvolgendolo nel ritmo lento e silenzioso di questo  borgo circondato da campagne e  boschi. Un’ ambientazione suggestiva e affascinante che, arricchita con aneddoti accattivanti e l’uso di termini dialettali, descrive alla perfezione  questa  realtà dell’ appennino modenese caratterizzata anche  dalla  perenne rivalità  tra Emilia e Romagna e Modena e Bologna.

Nuovi personaggi e un nuovo caso spezzano la quiete rassicurante di questi luoghi, portando Roberto a fare i conti con se stesso, con le sue fragilità ma soprattutto col suo passato.
Oltre a Serra, protagonista già risultato vincente nei romanzi precedenti, due sono i personaggi che  emergono forti e ben delineati.

La prima è sicuramente Rubina che porta un tocco di “colore” sia a Case Rosse che nella vita del commissario. Insieme allo sviluppo della trama, il suo personaggio si delinea sempre di più, rafforzandosi e prendendo spazio nella storia e nella vita di Roberto.

PNon passa inosservata nemmeno Nives, una vecchietta del posto, dalla vita semplice, che appare come una figura un po’ misteriosa e l’unica persona a cui il nostro commissario non riesce proprio a dire di no. Il nuovo caso è ben delineato e le indagini si susseguono in modo logico e consequenziale, ben integrate sia  nel contesto sociale descritto  sia  nelle vite dei protagonisti.
Nell’ insieme quindi un romanzo avvincente e ben strutturato, assolutamente da non perdere!

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Giuliano Pasini


è nato a Zocca, è un orgoglioso uomo d’Appennino che vive in pianura, a Treviso. Socio di Community, una delle più importanti società italiane che si occupano di reputazione, è presidente del Premio Letterario Massarosa e in giuria di altri concorsi italiani e internazionali. Il suo esordio, “Venti corpi nella neve” (ora Piemme), diventa subito un caso editoriale. Seguiranno “Io sono lo straniero” e “Il fiume ti porta via” (entrambi Mondadori), tutti con protagonista Roberto Serra, poliziotto anomalo e dotato di grande umanità, in perenne fuga da sé stesso e dal male che lo affligge. “È così che si muore” ne segna il ritorno a Case Rosse dieci anni dopo il primo romanzo.