Recensione di Francesco Morra
Autore: Andrea G. Pinketts
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa
Pagine: 244
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Fobie incontrollabili, paure irrazionali dell’ignoto, dell’altro, di noi stessi: i mali del nostro tempo, che sfociano nella violenza, nella xenofobia, nel femminicidio. È ora di guardare in faccia i propri fantasmi e godersi i propri mostri. Il modo migliore per affrontarli è la penna irriverente, surreale e dolorosamente rivelatrice di Andrea G. Pinketts. Con la sua cultura enciclopedica che spazia tra filosofia e mitologia, cinema e fumetti, lo scrittore milanese ha elaborato un singolare progetto di letteratura e immagini con la pittrice Alexia Solazzo: un incontro scintillante che accende un sigaro pieno di fuochi d’artificio, a dispetto di chi crede che le arti siano a compartimenti stagni. Ne nasce un ibrido affascinante e spaventoso come i personaggi che popolano queste pagine: creature dimenticate da Dio che, in cerca di loro stesse e del proprio destino, trovano in Pinketts l’unico autore in grado di raccontarle. Su tutto aleggia l’ombra della morte, in una sfida incessante che trasforma questo libro in un autentico testamento letterario.
Recensione
Voi che siete lettori di giornali, riviste, libri, iPad, vi sarete ingolfati di cultura alta, bassa e di traverso e ne avete guadagnato in conoscenza ma di sicuro non avete ottimizzato il tempo. Anche leggendo questa storia, in fondo, state perdendo tempo. Sia detto chiaramente: io adoro i perditempo. Onoro i perdigiorno. I giorni perduti, quelli alle nostre spalle sono i migliori in quanto sono sempre i migliori che se ne vanno. E allora continuate a leggere.
L’artigiano della parola Andrea G. Pinketts ci regala un libro che è una meravigliosa panoramica totalizzante del suo fantasmagorico mondo letterario. Una raccolta di racconti dove lo scrittore dialoga con se stesso, con noi lettori e con la malattia che purtroppo lo ha strappato e ce ne ha privato della sua presenza.
I racconti spaziano in lungo e in largo con riferimenti colti e pop che fanno emergere la limpidezza della sterminata cultura dell’autore. Avvincono i suoi arditi espedienti letterari e la sua inconfondibile scrittura non ha punti di caduta regalando dense emozioni e appagamento.
Definire Pinketts scrittore di noir è limitativo, lui è e ne parliamo al presente perché vive nei suoi libri per l’eternità, un vero artista della parola, possiede una perizia e talento inimitabile nel riuscire a trasmettere emozioni e vortici di elucubrazioni tradotti in segni grafici.
Colui che scrive è un suo fido lettore che ha recuperato e letto tutta la sua produzione, adorandola. Questa è una professione di fede e appello alla diffusione dell’opera pinkettsiana.
Questo suo ultimo progetto originale che riesce a integrare alla forma narrativa del racconto, i dipinti di Alexia Sollazzo. Fobie, allucinazioni, riflessioni. Ciò gocciola in ognuno dei testi collazionati in quest’ opera.
Diverte e non solo, il maestro riesce sempre a stupire e a estrinsecare quanto la fantasia e il talento siano il terreno della letteratura che si fa alta in queste pagine.
Potrei soffermarmi sul suo postmodernismo da meta romanzo oppure sui contorni pulp senza dimenticare la sua eccelsa capacita di giocare sapientemente con la lingua scritta, mirabile la sua inventiva per i titoli… ma Pinketts è molto di più: è oltre.
E dopo tanta notte strizzami le occhiaie è un tassello imprescindibile e può essere anche ottimo approccio per coloro i quali vogliono iniziare a scoprirlo e lo si consiglia vivamente anche a tutti gli aspiranti scrittori. Senza retorica e infingimenti, correte a leggere Pinketts perché solo chi ha, come lui, il senso della frase, può definirsi scrittore.
A cura di Francesco Morra
Andrea G. Pinketts
Andrea G. Pinketts (1961-2018), scrittore e giornalista investigativo, vincitore di numerosi premi – da varie edizioni del MystFest al Premio Scerbanenco – è noto sia per le sue raccolte di racconti, tra cui la più recente Ho una tresca con la tipa nella vasca (Mondadori, 2014), sia per i romanzi della chanson de geste del suo alter ego Lazzaro Santandrea, di cui gli ultimi sono Depilando Pilar (2011) e La capanna dello zio Rom (2016), entrambi editi da Mondadori. Nel 2018 è uscita negli Oscar la riedizione di uno dei suoi romanzi più celebri, Il conto dell’ultima cena, che gli è valso la medaglia d’onore dell’Assemblée Nationale de la Rèpublique Française per meriti artistici e culturali. E dopo tanta notte strizzami le occhiaie è il suo ultimo libro, uscito postumo nel 2019.
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