Recensione di Marina Montaquila
Autore: Pauline Delabroy-Allard
Traduzione: Camilla Diez
Editore: Rizzoli
Genere: Romanzo
Pagine: 192
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. È la notte di capodanno. In un appartamento parigino, il suono del citofono squarcia l’atmosfera artefatta che avvolge gli ospiti imprimendo alla sera un’improvvisa sterzata. La porta di casa si apre e l’ultima arrivata fa il suo ingresso, trafelata, raggiante. È Sarah. Pochi istanti dopo un bicchiere di vino piroetta in aria per un tempo infinito e al rallentatore esplode sulla moquette color crema in un tripudio di chiazze rosse. Con questo piano sequenza si stringe il campo sulla storia d’amore tra la narratrice, divorziata e madre, e Sarah, creatura capricciosa e di inusitata bellezza, che vive in una compiaciuta contemplazione di sé e dei suoi affanni. Una passione tempestosa, inaspettata – a entrambe non è mai capitato prima di invaghirsi di una donna –, sospinta alla deriva dai moti ondivaghi di Sarah e dalle sue continue assenze. Un sentimento che si trasforma in ossessione, fino a quando una frattura, un nuovo squarcio, conduce a una svolta la storia di Sarah e della sua amante.
Recensione
La necessità di amare, la parte bella e dolce dell’amore ma anche quella che fa male, l’amore e la morte, la storia di Sarah e la storia di Lei, il fuoco e l’acqua, la passione e l’ossessione.
Lei, la narratrice è una giovane professoressa di liceo, divorziata e mamma di una bimba di 4 anni. Ha un compagno bulgaro che però considera proprio solo come una persona che la accompagna nella sua vita.
Sarah è una violinista parigina 32enne molto bella ma con un gusto discutibile nel vestire. Si trucca esageratamente gli occhi verdi dalle palpebre cadenti ma è decisamente viva. Ride sempre e in modo rumoroso, è esagerata in tutto quello che fa. Fuma e sa di zolfo.
Le due donne si conoscono casualmente la notte di capodanno e Sarah entra come un uragano nella vita di Lei che si fa travolgente completamente dalla sua ventata di freschezza.
Se inizialmente Lei si sente a disagio nel farsi vedere con una donna, è sempre Sarah a fare il primo passo ma poco alla volta anche Lei si lascia andare e si passa presto alle presentazioni ufficiali in famiglia.
Le stagioni passano e il loro rapporto diventa una vera storia d’amore costellata da momenti di tenerezza, necessità di essere insieme ad ogni costo, litigi, parole forti e riappacificazioni. Tutto sembra perfetto fino al giorno in cui Sarah fa una confessione shock: ha un tumore al seno.
Cosa può scattare nella mente di una persona che scopre che la donna amata è malata?
Lei reagisce terribilmente e scappa. Si lascia tutto alle spalle: il lavoro, la famiglia, la figlia e Sarah, soprattutto Sarah. Nella sua mente i ricordi della sera dell’addio si offuscano e Lei è convinta che Sarah sia morta.
Eppure cerca di andare avanti in Italia, di reagire, o solo di dimenticare e lasciarsi andare?
Con una narrazione rapida e travolgente soprattutto nella prima metà, la scrittrice ci porta alla scoperta di un sentimento forte. Tutto ciò che sappiamo di Sarah è ciò che la narratrice sente, prova e racconta. Di Lei sappiamo davvero poco, non conosciamo né il nome né tanto meno l’aspetto, eppure attraverso le parole che usa per raccontare la loro storia è possibile immaginarsela così come non è difficile intuire ciò che prova.
Ci sono parti intere di controsensi, cose dette e ritrattate, complimenti e insulti, spesso sembra di essere sulle montagne russe, ma forse anche grazie a questo la lettura scorre e la voglia di scoprire cosa ne sarà di Sarah e Lei è forte.
Eppure alla fine sorge spontanea una domanda: Sarah è reale?
Pauline Delabroy-Allard
è nata nel 1988 ed è insegnante di liceo nella cittadina di Vanves. È la storia di Sarah, il suo primo romanzo, è stato tra i cinque finalisti al premio Goncourt 2018.
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