Recensione di Anthony Brigida
Autore: Monica Sabolo
Editore: La nave di Teseo
Traduzione: Fabrizio Ascari
Genere: Thriller
Pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. La quindicenne Nita vive in una riserva stretta tra un’autostrada e un’antica foresta minacciata dal progresso e sogna di fuggire da quel luogo senza futuro. Non crede più nella bellezza e nel potere del bosco da quando suo padre vi è scomparso in maniera inspiegabile, almeno finché una ragazza di città, Lucy, si trasferisce davanti a casa sua. La loro incerta amicizia adolescenziale risveglia in Nita la consapevolezza dell’esistenza di un mondo invisibile. Misteriosa e solitaria, Lucy si avventura spesso nei boschi, dove osserva le tracce di strani rituali… Pochi mesi dopo viene trovata addormentata ai piedi di un albero, nuda e coperta di ferite. Cosa le sia successo, nessuno lo sa e la ragazza non tornerà più quella di prima. Nita è scossa dall’accaduto e farà di tutto per capire chi, o cosa, sia il responsabile.
Recensione
“Forse deve esserci la sofferenza perché possa esserci il bene”
Monica Sabolo esce nelle librerie con il suo nuovo romanzo thriller, Eden e leggendo la trama, mi sono fatto ingolosire e attrarre.
Una ragazza, Nita, abita in una riserva stretta tra un’autostrada e una foresta. Quest’ultima le ha portato via il padre improvvisamente e a causa di questo drammatico evento perde completamente ogni tipo d’interesse nella vita. Dall’arrivo di Lucy, una ragazza misteriosa, solitaria, che arrivadalla città e diventa sua amica riesce a ritrovare la serenità che aveva perso. Lei è solita avventurarsi spesso da sola tra i boschi alla ricerca di strani rituali fino a quando un giorno non viene ritrovata ai piedi di un albero nuda e coperta di ferite. Cosa succede dentro quella misteriosa foresta? Chi ha ridotto così la giovane ragazza? Nita cercherà a suo modo di capirci qualcosa e arrivare al responsabile.
Per noi amanti del thriller in continua caccia di suspense e mistero, la sinossi di Eden è vero e proprio miele per orsi golosi come noi.
Peccato che l’interesse e il pathos rimangono solo nelle poche righe nel retro del libro e vi spiego subito il perché di questa mie parole…
La scrittrice rende la storia lenta e noiosa, con una serie di descrizioni fin troppo dettagliate che annoiano il lettore e lo distraggono dal vero focus del racconto. A tratti questo suo modo di rappresentare il romanzo lo rende “surreale”.
Per lunghi tratti della narrazione non accade nulla di nulla, non vengono approfonditi a pieno alcuni aspetti che caratterizzano e sono fondamentali a mio avviso per un thriller.
Le premesse che si erano presentate erano buone, come l’idea di base ed i personaggi proposti con caratteristiche particolari e stuzzicanti, per esempio Nita, ragazza adolescente incazzata col mondo, vive il passaggio dall’adolescenza all’età adulta in maniera difficile, Lucy, ragazza particolare ed imprevedibile oppure la Foresta protagonista indiretta di tutta questa storia e con ogni probabilità la vera star dell’intero romanzo.
Infine gli avvenimenti misteriosi ed il trattamento di alcune tematiche attuali, come razzismo e violenza sulle donne sono tutti elementi potenzialmente ottimi ma che non sono state sviluppate a mio parere in maniera corretta, rendendo poi lo sviluppo poco intrigante e mettendo personalmente in dubbio la collocazione della storia della Sabolo in questo tipo di genere letterario.
Ho letto l’intervista della scrittrice dopo l’uscita del libro, in cui spiega che l’idea della trama è arrivata dopo aver letto alcune notizie sulla moltitudine di sparizioni di alcune ragazze autoctone, segnando nel profondo la scrittrice, così da creare la propria storia.
Con mio dispiacere però, non capisco dove abbia voluto portarmi con la sua lettura. Confondendomi. Non riuscendo a capire la direzione che l’autrice volesse per Eden e quindi se considerarlo come un thriller, un thriller psicologico o se un romanzo di denuncia sul femminicidio o sul razzismo.
Una nota positiva a mio avviso è sicuramente la copertina, veramente bella e ben fatta.
Oltre alcuni versi che ho riporto perché hanno davvero attirato la mia attenzione
“ La giustizia, la legge, tutta questa roba non serve granché. Non ti parlo nemmeno dei tizi che se la cavano, dei delitti irrisolti, eppure ce ne sono un sacco. No, il peggio è quando arresti il colpevole e, stranamente, non va meglio. Insomma, ti senti un pò meglio, all’inizio, ma non dura. Dopo un pò, sei obbligato a guardare le cose in faccia: niente ripara il male. Niente. Perché niente è alla sua altezza, capisci? La verità è che il mondo è un cazzo di posto insensato, e credere che tu possa farci qualcosa è stupido quasi come credere di essere Dio onnipotente.”
Buona lettura
A cura di Anthony Brigida
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Monica Sabolo
è nata a Milano nel 1971 e vive in Francia. Tra i suoi romanzi, che hanno riscosso un grande successo di pubblico e di critica, “Tutta questa storia non ha niente a che vedere con me” (Prix de Flore, 2015) e “ Le stelle si guardano da lontano” (Grand Prix de la SGDL, 2017). Nel 2019 La nave di Teseo ha pubblicato il suo terzo romanzo, “Summer”.
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