Eravamo lupi




Sandrine Collette


DETTAGLI:

Traduttore: Alberto Bracci Testasecca

Editore: edizioni e/o

Genere: Narrativa

Pagine: 122

Anno edizione: 2024

Sinossi. Cosa fa un rude uomo dei boschi quando si trova a doversi occupare di un bambino piccolo?Liam è un cacciatore, abita in una capanna di legno, si procura da vivere mettendo trappole e seguendo le piste della selvaggina nei boschi di montagna, concia pelli, forgia coltelli, è abituato all’immensità della natura, alla solitudine e al silenzio. La sua vita viene sconvolta quando un orso uccide la moglie. Il figlioletto si salva, ma Liam non può certo portarselo dietro nella foresta: appostamenti e bivacchi non sono cose per un bambino, sarebbe un rischio per il piccolo e un intralcio per l’adulto. Disperato, decide quindi di affidarlo a qualcuno che se ne possa occupare. Con quest’intento padre e figlio intraprendono un viaggio a cavallo che dalla montagna li porterà in pianura, in città, sulle rive di un lago misterioso e infine di nuovo nella foresta, un viaggio pieno di sorprese in cui niente andrà come previsto…

 Recensione di Gabriele Loddo

Liam è un giovane uomo che le esperienze della vita hanno reso un misantropo. Figlio di genitori alcolizzati, ogni piccolo pasticcio che commette, quando è ancora in tenera età, diviene una scusa bella e buona per arrivare alle botte e alle punizioni, conclusione infame che padre e madre riservano anche ai giovani fratelli.

Liam abbandona la famiglia e la casa che non è ancora maggiorenne. Si allontana dalla città e sceglie di condurre la propria esistenza tra le asperità e la vita dura dei monti, in piena solitudine e lontano dai simili di cui non nutre più fiducia. Si dedica alla caccia, al commercio di pellami, e stringe un numero di rapporti esiguo con i pochi abitanti di quel mondo lontano che custodisce l’aspetto di un eremo e non di una vera e propria comunità. 

La persona più importante della sua sfera affettiva è rappresentata da Ava, moglie e complice di scelte difficili. Nemmeno ad Aru, il piccolo figlio, riesce a dedicare le medesime attenzioni o un amore simile: il bambino è un peso inutile, è una presenza che tollera solo perché è Ava a prendersene cura.

Ma, il fato si oppone alla realizzazione dei suoi sogni e gli porta via la compagna quando il bimbo ha solo cinque anni: un orso la uccide mentre lui è impegnato a dare la caccia al lupo che si aggira nei dintorni della tenuta e che minaccia capre e cavalli. 

Con la morte di Ava, tutto ciò che Liam ha costruito crolla in poche ore e sebbene il figlio sia sopravvissuto, adesso rappresenta un impedimento. L’uomo non può occuparsene e se ne deve liberare, in un modo o in un altro, e le soluzioni che prospetta non sono sempre gradevoli.

In un incalzare cinico e spiazzante, la narrazione procede seguendo, sì, il filo logico del viaggio dell’eroe classico, ma le caratteristiche di anaffettività e di insensibilità di questo eroe risultano inusuali, atipiche, e non attirano la compassione o la benevolenza del lettore.

Questa è l’originalità del romanzo di Sandrine Collette, questo è il colpo di scena che sciocca e spiazza durante tutta la lettura del romanzo: “Eravamo lupi” è un titolo che si addice alla costruzione del suo protagonista principale, un uomo che ricerca l’innocenza perduta nel senso di libertà e della sopravvivenza, e nel suo fondersi e rapportarsi con la natura, ma che ha dimenticato le emozioni più umane, preferendole gli istinti animali.

Le esigenze pratiche vengono prima di tutto: cacciare, procurare la legna e accudire le bestie, sono compiti più importanti da svolgere per quei luoghi, piuttosto che stare dietro e provvedere al bambino.

Liam combatte ad armi pari contro animali selvatici, ma la lotta più dura la dovrà affrontare con sé stesso. Guidato dal ricordo della moglie, affronterà il cammino per recuperare l’amore e la pietà sopite. E se vorrà rientrare dal viaggio trasformato in vero eroe, qualcosa dovrà cambiarla.

Non odiatelo, concedetegli l’occasione. Quella di Liam, non è stata una vita facile. 

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Sandrine Collette


Nata a Parigi nel 1970, ha compiuto studi di filosofia, scienze politiche e letteratura. A partire dal suo esordio nel 2013 con il thriller Des nœuds d’acier (insignito del Grand prix de littérature policière), ha pubblicato altri 5 romanzi (uno all’anno) e una raccolta di racconti. Insegnante all’Università di Parigi-Nanterre, possiede un allevamento di cavalli presso il massiccio del Morvan.