Recensione di Marianna Di Felice
Autore: Jim Knipfel
Editore: Bompiani
Traduzione: Beatrice Gatti
Genere: Thriller
Pagine: 272
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. Leonard Koznowski, sceriffo della Contea di Kausheenah, ha pochi compiti precisi: sedare le risse, multare chi guida in stato di ebbrezza, non multare chi va a caccia fuori stagione e tenere d’occhio Gus, che quando cade la prima neve invece di spargere il sale sulle strade rinsalda l’amicizia di lunga data con il whiskey. A sconvolgere questa pacifica routine è un duplice omicidio: Klaus Unterhumm, impresario delle pompe funebri, e il suo assistente Kirby Mudge vengono trovati morti dal medico legale. Colpo d’arma da fuoco a distanza ravvicinata. Ma l’arma non si trova e gli indizi sono scarsi e confusi. Nel tentativo di indagare Koznowski si renderà conto che i suoi concittadini non sono quello che sembrano: sono molto peggio.
RECENSIONE
Quella che il lettore si ritrova a leggere è una storia che ha la suspense del thriller, una maggiore attenzione nei confronti della vittima, che nasconde non pochi segreti, e del sospettato, come in un noir, e una cornice gotica data dal posto di morte, visto che gli omicidi si verificano all’interno di un’impresa di pompe funebri. I tempi sono lenti e cupi, l’atmosfera si farà più fosca mano a mano che il lettore scoprirà alcuni particolari, come il piano di un’associazione segreta, e ciò che i membri compiono per aumentare i propri profitti; e tutto questo si incastrerà in un puzzle che porterà a svelare il fine diabolico che voleva raggiungere uno degli strani personaggi della contea.
Sarà la neve che cade ricoprendo strade e tetti di una piccola contea dove non succede mai niente di diverso da guide in stato di ebbrezza o piccoli furti, sarà il silenzio che il lettore riesce a percepire mentre viene catapultato in mezzo a quel piccolo paese del Wisconsin durante la lettura, ma le tenebre avvolgono il racconto travolgendo chi legge.
Si può odiare il lassismo delle forze dell’ordine, che non sono preparate a certe eventualità, e la passività di alcuni membri che nemmeno si sforzano di fare qualcosa, ma la lettura va avanti a pieno ritmo, intervallata da uscite ironiche che spezzano, a tratti, la densa suspense.
La storia nasce in una piccola comunità e ha risvolti tetri, per certi versi, soprattutto quando si parla di una setta religiosa che raccoglie tra i suoi membri persone eccentriche e invasate, come il loro reverendo, o quando persone che dovrebbero essere integerrime si trasformano in mostri che nascondono loschi segreti.
I piccoli paesi nascondono sempre strani personaggi e torbide storie. Esequie sembra un libro di un autore nordico e invece l’autore è americano.
Ha le caratteristiche di un noir scandinavo, perché è conciso, reale, oscuro e non aggiunge effetti speciali – in certi casi tutto fumo e niente arrosto – alla sua narrazione, perché non deve stupire il lettore, ma catturarlo, quasi ipnotizzarlo e tirarlo dentro la storia. Fa sentire, attraverso la scrittura, la pesantezza che prova il protagonista nel rincorrere un omicida senza sapere da dove iniziare, perché non ha mai avuto un caso del genere tra le mani, e l’instabilità umorale che prova nel sentire i commenti avversi degli abitanti quando segue delle piste che molti non accettano.
Sembra quasi di poterlo avvertire su di sé, il fardello che porta lo sceriffo. Sembra quasi di osservare lo stupore alla visione degli omicidi, la disperazione nel cercare di organizzare i suoi uomini senza dimenticare le altre effrazioni e il piano di sicurezza per la festa del ringraziamento; sembra di sentire la tenacia nelle indagini passando sopra alle voci malevole di alcuni paesani per aver arrestato persone importanti per la contea.
Ma la verità forse non dev’essere scoperta? Anche il finale è diverso dal solito… Ma questo dovrete scoprirlo voi.
Buona lettura!
Jim Knipfel
Jim Knipfel ha lavorato per molti anni nella redazione del “New York Press” e la sua rubrica Slackjaw viene pubblicata a scadenza settimanale su varie riviste dal 1987. È autore di romanzi, memoir e raccolte di racconti finora inediti in Italia. L’ultima volta che qualcuno ha chiesto di lui si diceva vivesse a Brooklyn.