ESTRANEI
Yamada Taichi
DETTAGLI:
Traduttore: Anna Martini
Editore: Casa editrice Nord
Genere: Thriller psicologico
Pagine: 187
Anno edizione: 2024
Sinossi. Harada Hideo è un uomo di mezz’età, divorziato, con un figlio che non vede quasi mai e un lavoro – scrivere sceneggiature per la televisione – che stenta a decollare. Per di più, vive nel suo ufficio, in una grande e asettica palazzina nei pressi di una trafficata strada statale di Tokyo. Così, per sfuggire allo squallore e alla solitudine della propria esistenza, il giorno del suo compleanno Hideo decide di recarsi ad Asakusa, il quartiere della sua infanzia, dove a dodici anni aveva perduto entrambi i genitori, investiti da un’auto. Ma, quando entra in un teatro, tra il pubblico nota un individuo straordinariamente somigliante al padre. L’uomo lo invita a seguirlo a casa sua, dove lo aspetta la moglie: anche lei è identica alla madre morta… Hideo trascorre con i due una serata sconcertante e meravigliosa, e questo gli dà la forza di riprendere a lavorare con rinnovata energia. Gli incontri si susseguono, e sono una fonte di gioia e serenità, eppure… Hideo appare agli occhi dei suoi amici sempre più pallido e smunto, come se un male oscuro lo stesse consumando. La più angosciata di tutti è Kei – una vicina di casa con la quale Hideo ha intrecciato una relazione sentimentale –, che, una volta scoperto il suo segreto, gli consiglia di interrompere quelle visite, perché è evidente che lo stanno distruggendo. Ma anche Kei nasconde una verità inquietante.
Recensione di Bruno Balloni
Una gran bella scoperta questo romanzo dell’autore giapponese Yamada Taichi. Un viaggio nella mente umana e nel dolore, nell’amore, nell’odio e nella vendetta.
Harada Hideo vive un’estate, la prima estate da solo dopo il divorzio, durante la quale fisico e mente sono messi a dura prova da un viaggio involontario in quella parte oscura tra la vita e la morte nella quale la mente lo trascina alla ricerca di un amore genitoriale, perso troppo presto, che lo compensi dall’amore adulto mai in verità trovato.
Un viaggio che, inconsapevolmente, lo prosciuga di ogni energia vitale e dal quale si salverà solamente grazie all’intervento di un’amicizia che rabbia e gelosia lo avevano portato a sottovalutare.
Definirlo una ghost story è assolutamente riduttivo sebbene Harada si muova in una dimensione onirica e visionaria con garbo ed eleganza, marchio di fabbrica della cultura orientale, ciò che Yamada Taichi ci descrive è molto più profondo.
I suoi fantasmi (gli estranei del titolo) altro non sono che riflessi delle proprie paure e mancanze.
Una lettura, a mio modo di vedere, assolutamente consigliata, ma da assumere con la consapevolezza che al termine della stessa avremo più di un motivo per riflettere.
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Yamada Taichi
Nacque ad Asakusa nel 1934, frequentò l’università di Waseda e nel 1958 iniziò a lavorare per la casa di produzione e distribuzione cinematografica Shochiku come assistente di registi quali Keisuke Kinoshita. Nel 1965 lasciò la Shochiku per dedicarsi alla scrittura di sceneggiature per la televisione e per il cinema portando parallelamente avanti l’attività di scrittore di romanzi. Nel 1988 fu insignito del Premio Yamamoto Shūgorō per il romanzo Estranei trasposto due volte in pellicola cinematografica: nel 1986 in The Discarnates e nel 2023 in Estranei. Tra i riconoscimenti ottenuti si segnalano il Premio Kuniko Mukoda per la selezione artistica e il Premio del Ministro dell’Istruzione, della Cultura, dello Sport, della Scienza e della Tecnologia. È morto il 29 novembre 2023 all’età di 89 anni a Kawasaki.