Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Arne Dahl
Traduttore: Carmen Giorgetti Cima
Editore: Marsilio collana Farfalle
Pagine: 424
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2011
SINOSSI. Al Kvarnen, noto locale di Stoccolma, dopo una partita di calcio deludente per i padroni di casa viene ucciso un giovane tifoso. Un caso di routine, ben lontano da quelli cui è abituato il Gruppo A, ma visto che l’unità speciale per i crimini internazionali è stata sospesa, Paul Hjelm e Kerstin Holm finiscono per doversi occupare anche di un banale regolamento di conti tra tifoserie rivali. E per scoprire ben presto che i testimoni del Kvarnen nascondono qualcosa. Dopo quell’omicidio, una serie di crimini di ben altro calibro colpisce al cuore una delle bande più agguerrite della malavita organizzata, e una singolare caccia a una vulnerabile coppia di giovani ha inizio lungo le strade del sud della Svezia. Nell’esplosione di violenza che sconvolgerà l’estate svedese, la nuova sfida del rinato Gruppo A porta gli “sbirri maledetti” di Jan-Olov Hultin a confrontarsi con criminali dei Balcani e cricche neonaziste, in un’indagine aperta su più fronti, dove sottile scorre il filo dell’ideologia e del sangue cattivo.
“Ero ferita. Ero morta. E tu mi hai portata fuori dagli inferi (…)”
RECENSIONE
Cos’è che lega dei reati che apparentemente non hanno nulla a che fare tra di loro ma che in poco tempo provocano morte e distruzione in varie zone della Svezia?
Si riparte da qui, con questo grande punto interrogativo e con una squadra speciale che in realtà non c’è e che dopo tanta gloria ha visto i suoi principali attori riassegnati “temporaneamente” in altri servizi.
Ma proprio questa situazione d’emergenza fa sì che ai piani alti siano costretti nuovamente a far scendere in campo l’artiglieria pesante, il meglio del meglio, ovvero la gloriosa sezione A.
Così eccoli qua gli eroi che ritornano padroni della scena: Paul e Kerstin (l’unica donna che faceva parte della squadra) direttamente dalla polizia regionale di Bersgatan assieme ad Arto Söderstedt e Viggo Norlander provenienti da un altro commissariato.
Non poteva mancare Gunnar Nyberg fino ad ora dislocato nella squadra della polizia di stato all’interno della squadra antipedofilia informatica, andando a concludere con Jorge Chavez che sta studiando per andare avanti nella carriera.
Ovviamente solo una persona poteva essere messa al comando di questa squadra speciale, l’unico è inimitabile Jan-Olov Hultin, che nel frattempo era diventato un commissario in pensione.
Paul ha mantenuto il suo amore per la musica jazz e la letteratura classica (passioni scoperte in occasione del primo caso risolto assieme da Hejlm e colleghi), fino ad arrivare al punto di decidersi a comprare un pianoforte oltre che essersi spinto verso stili letterari sempre più difficili.
“Giacché il bello è soltanto l’inizio dello spaventoso, il limite di ciò che sopportiamo.” (RAINER MARIA RILKE – Elegie Duinesi)
Da quando inizierà questa nuova avventura, quelli che io oramai considero dei grandi amici, dovranno immergersi nell’indagine con dedizione assoluta per evitare ulteriore spargimento di sangue ed eventuali guerre di territori.
Ma in realtà cos’è che sanno questi eroi?
Beh, a dire il vero molto poco come anche noi lettori che nel proseguire della lettura arriveremo a pensare di conoscere tutto per poi in realtà trovarci con un pugno di mosche in mano.
Dahl è stato molto abile nel fornirci delle briciole di pane per tutta la durata della storia che ci hanno guidato nella realizzazione di un bel puzzle, lasciandoci l’impressione, con l’inserimento dell’ultimo pezzo, di aver veramente capito cosa sia successo in realtà.
Ma le cose saranno veramente così?
In realtà la soluzione di questo enigma sarà molto più complessa di quanto non sembri e quando cominceremo veramente a capire tutto, mettendo assieme i vari tasselli, vorremmo non averlo fatto, perché la verità si dimostrerà più cruda e agghiacciante di quanto saremo pronti ad accettare.
Sono stata veramente contenta di vivere quest’avventura, dove tutto e il contrario di tutto si mischiano dando vita ad una miscela esplosiva dai risvolti umani tragici, che però ci dà anche qualche piccolo input sul fatto che fortunatamente nella vita non sempre e per forza debba essere tutto nero, perché un piccolo arcobaleno ci aspetta, basta guardarci bene attorno.
“Cos’è che vorresti?” (…) “Vorrei stare seduto in una veranda a leggere. Dev’essere caldo ma anche piovere un po’. La pioggia deve picchiettare piacevolmente sul tetto della veranda, e quando alzo gli occhi dal libro fra le gocce di pioggia deve salire il vapore.”
“Lo sai cosa vorrei io?” (…) “Vorrei sentir cantare i delfini. Vedere la schiuma che si forma sulla superficie chiara dell’acqua. Vedere i delfini che giocano liberi. Vorrei sentire come si parlano se nessun essere umano li addestra.”
Buon viaggio!
Arne Dahl
Arne Dahl, pseudonimo di Jan Arnald (Sollentuna, 11 gennaio 1963), è uno scrittore svedese. Scrittore e critico letterario, a Stoccolma collabora con l’Accademia di Svezia[1]. Scrive principalmente romanzi gialli sotto il suo pseudonimo ed è famoso soprattutto per la serie di romanzi incentrati sul “Gruppo A”, pubblicata in Italia da Marsilio. La serie, tradotta in venticinque lingue e premiata con il Palle Rosenkrantz Prisen e più volte con il Deutscher Krimipreis[1], è ambientata a Stoccolma e ha per protagonista Paul Hjelm.
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