Recensione di Sabrina De Bastiani
Autore: Marco Missiroli
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Genere: narrativa
Pagine: 232 p.
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Con una scrittura ampia, carsica, avvolgente, Marco Missiroli apre le stanze e le strade, i pensieri e i desideriinconfessabili, fa risuonare dialoghi e silenzi con la naturalezza dei grandi narratori.
«Fedeltà è un romanzo costruito come una spirale di voci che comincia dove Atti osceni finiva. Là, all’apice di un’eroica educazione sentimentale, sorgeva una coppia. Qui una coppia esiste: Margherita e Carlo che sono giovani e devono sopravvivere alle “piccole implosioni quotidiane“» – Alberto Riva, Il Venerdì
«Che parola sbagliata, amante. Che parola sbagliata, tradimento».
Siamo sicuri che resistere a una tentazione significhi essere fedeli? E se quella rinuncia rappresentasse il tradimentodella nostra indole piú profonda? La fedeltà è un’àncora che ci permette di non essere travolti nella tempesta, ma è anche lo specchio in cui ci cerchiamo ogni giorno sperando di riconoscerci. Marco Missiroli lo racconta andando al cuore dei suoi personaggi: lui, lei, l’altra, e l’altro. Noi stessi. Preparatevi a leggere la vostra storia.
«Il malinteso», cosí Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha incrinato la superficie del loro matrimonio. Carlo è stato visto nel bagno dell’università insieme a una studentessa: «si è sentita male, l’ho soccorsa», racconta al rettore, ai colleghi, alla moglie, e Sofia conferma la sua versione. Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco pericoloso tra le lenzuola. Le parole fra loro ardono ancora, cosí come i gesti. Si definirebbero felici. Ma quel presunto tradimento per lui si trasforma in un’ossessione, e diventa un alibi potente per le fantasie di sua moglie. La verità è che Sofia ha la giovinezza, la libertà, e forse anche il talento che Carlo insegue per sé. Lui vorrebbe scrivere, non ci è mai riuscito, e il posto da professore l’ha ottenuto grazie all’influenza del padre. La porta dell’ambizione, invece, Margherita l’ha chiusa scambiando la carriera di architetto con la stabilità di un’agenziaimmobiliare. Per lei tutto si complica una mattina qualunque, durante una seduta di fisioterapia. Andrea è la leggerezzache la distoglie dai suoi progetti familiari e che innesca l’interrogativo di questa storia: se siamo fedeli a noi stessiquanto siamo infedeli agli altri? La risposta si insinua nella forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, la madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di trasmettere il sensodell’esistenza. In una Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi grattacieli che taglianol’orizzonte, e una Rimini in cui sopravvive il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente intimo da non lasciare scampo.
Recensione
Ci pensò. – Seduzione.
Pensare a una storia, essere capace di raccontarla. Questo già, a dispetto dell’estrema sintesi, non è poca cosa da chiedere, da aspettarsi da un Autore.
E questo Marco Missiroli lo fa davvero magistralmente, lo sanno bene i suoi lettori.
Ma, con Fedeltà, ci si trova di fronte davvero a molto altro, perchè qui l’Autore, arditamente, fa convergere in parole e pagine l’universale, e lo fa disseminandolo in quattro personaggi, Carlo, Margherita, Sofia, Andrea, diversamente lontani per età, stile e condizioni di vita, aspirazioni.
Personaggi unici, definiti individualmente in modo marcato.
Eppure ognuno di loro è noi.
In tempi e fasi diverse della nostra vita, di fronte a differenti circostanze, siamo stati e saremo in un caso Carlo, in un altro Margherita, Sofia, Andrea.
Mi interessa il cambiamento che attraversa qualcuno quando ne ha la possibilità, capisci cosa intendo?”
Indaga la sfera della fedeltà, questo romanzo, lo dichiara fin dal titolo, e se è pur vero che per un certo naturale automatismo e per il nucleo della storia narrata subito si è portati al pensiero che le pagine investano sul tema della fedeltà coniugale, ben presto ci si rende conto che il concetto è molto più esteso, si fa archetipo, come lucidamente espresso in Aut Aut da Søren Kierkegaard
non importa scegliere di volere il bene o il male, quanto di scegliere il fatto di volere.
Cosa vogliono in fondo da se stessi e per se stessi i protagonisti? Come sperano di ottenerlo?
Carlo Pentecoste, marito innamorato di Margherita, disamorato,forse, della sua vita
Ipotizzava cosa si fosse annidato in lui: un’evasione, sostare nel limbo della possibilità, rianimare l’epoca in cui era un mezzo professore e un possibile scrittore, rianimare l’epoca in cui poteva ancora essere.
Vede o crede di vedere l’epoca in cui poteva ancora esserenegli occhi di Sofia, una sua studentessa, che è sicuramenteattratta da lui eppure lo respinge in un “Non possiamo” , seppur dubitativo più che assertivo.
Si era chiesta se sottrarsi a lui, prima di tornarsene a Rimini, fosse stato il tentativo di instillare un rimpianto. Aveva accettato il rischio che quel rimpianto prendesse forme diverse: una memoria innocua, un rammarico, l’indifferenza. (…) Il lascito del professore era un freno a mano tirato, e via via un’impazienza, ti annoi per un niente.
Margherita, che considera il marito Carlo il suo punto fermo,imprescindibile ed indiscutibile
Ogni volta che sui sentiva orfana, Margherita cercava suo marito.
Eppure la voglia di sentirsi, in maniera simile e al contempodissimile a ciò che accade al marito,
(…) giovane e desiderata e allegra.
Fa sì che, attraverso le mani e negli occhi di Andrea, ilfisioterapista, il tradimento si faccia atto
Con lui aveva intuito che l’infedeltà poteva significare fedeltà verso se stessa.
(…) giovane e desiderata e allegra. Era rimasta a fissare quelle tre soddisfazioni e aveva saputo che il senso di colpa era un processo banale. La realtà dei fatti, la grande realtà dei fatti, era che era stato naturale. (…) Cosa aveva tolto al suo matrimonio?
Nel 2009, quando tutto questo accade, la risposta è passionale, nell’esprimere la rabbia per essere in qualche modo costretti a guardare oltre la facciata, oltre il kierkeggardiano recinto coniugale.
Aveva evitato di rinfacciare tutto a suo marito, tranne il fatto di aver sollevato lui stesso il polverone, pretendendo che il rettore sapesse la sua verità, che sua moglie sapesse la sua verità, che il mondo sapesse la sua cazzo di verità. Carlo aveva riversato la sua retorica su di loro, questo la faceva infuriare.
Nel 2018, dove ci porta il secondo arco temporale del romanzo, la risposta si fa altra,
(…) io l’ho fatto ma anche tu probabilmente l’hai fatto. Aveva lasciato depositare il sospetto, discolpandosi un poco dei propri inganni, infastidendosi, ingelosendosi, trattenendosi. Il loro matrimonio aveva resistito all’assalto dei dubbi. Si erano protetti.
Si fa quiete.
Margherita è ora madre, è sazia, ma sarà lo stesso per Carlo?
Se davvero Carlo non aveva avuto Sofia, se davvero lui non aveva esaudito il desiderio per quella donna, se quella donna non aveva esaudito il desiderio per Carlo, allora Sofia Casadei era un tempo presente. Perché lei sapeva questo: la propria compiutezza era stata pretendere e avere Andrea, per poi non pretenderlo più.
Carlo deve risolversi e lo farà tentando di scoprire quale sia, ora, il tempo presente con Sofia, che colore abbia.
E lo realizzerà in una parola, che lascio alla scoperta della lettura.
Di un personaggio non ho fin qui detto, un cameo, pur se si tratta della spina dorsale del romanzo e delle vite dei protagonisti, un personaggio che affata per la sua bellezza piena, struggentemente umana, e che si fa indimenticabile.
Anna, madre di Margherita, suocera di Carlo, sarta di stoffe, ma ancor di più di vita
che oltre a cucire gli strappi degli altri aveva rammendato ipropri
il porto sicuro, l’approdo, l’asse di equilibrio.
Fedeltà dunque. La? Le? A chi? A cosa?
Tante domande, la risposta, forse, una.
– E anche tu non ti tradire.
Marco Missiroli
Marco Missiroli è nato a Rimini nel 1981 e vive e lavora a Milano. Con il suo primo romanzo, Senza coda (Fanucci,2005), ha vinto il Premio Campiello Opera Prima. Guanda ha pubblicato i romanzi Il buio addosso (2007), Bianco (2009) e Il senso dell’elefante (2012; premio Selezione Campiello 2012, premio Vigevano e premio Bergamo). Per Feltrinelli ha pubblicato Atti osceni in luogo privato (2015; Premio Mondello 2015). Scrive per il «Corriere della Sera».
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