Recensione di Salvatore Argiolas
Autore: Enrico Franceschini
Editore: Rizzoli
Genere: Noir
Pagine: 300
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Spiagge traboccanti di turisti, mare invaso di pedalò e un caldo da scoppiare: è quasi Ferragosto sulla Riviera romagnola. Al Bagno Magnani una moglie sospetta che il marito la lasci ogni giorno da sola per raggiungere l’amante. Nel frattempo, un fotografo noto per il via vai di ragazze nel suo studio viene ritrovato assassinato in posa oscena. A investigare è Andrea Muratori detto Mura, giornalista in pensione e detective dilettante per vincere la noia, che a sessant’anni suonati si è ritirato in un capanno con il principale obiettivo di pescare, giocare a basket e ripetere vecchie storielle insieme ai “tre moschettieri”, i suoi ex compagni di scuola. Ma dietro a quelli che sembrano una banale questione di corna e un delitto a sfondo pornografico affiora un segreto che risale alla fine del fascismo: la scomparsa del tesoro che Mussolini portava con sé prima di essere catturato e giustiziato dai partigiani. Fra scaltre ballerine della Martinica, trans brasiliane dal cuore dolce, nostalgici del ventennio e sbronze di rhum (e olio di ricino), Mura si ritrova coinvolto in una corsa senza tregua per trovare la soluzione del duplice intrigo e, forse, lo scoop che potrebbe riportarlo in prima pagina. Tra commedia gialla e fantasmi del passato, Enrico Franceschini torna con una nuova avventura del Grande Lebowski romagnolo: un’indagine su un misterioso episodio della nostra storia, un viaggio erotico e dissacrante attraverso il mito nazionalpopolare dell’estate italiana.
Recensione
“Ferragosto” è il secondo episodio della serie dei gialli di Enrico Franceschini imperniati sulle disavventure del suo alter ego Andrea Muratori detto “Mura”,cominciata con “Bassa marea” del 2019.
Con i suoi attempati amici, il Barone, il Professore e l’Ingegnere, Mura fa il vitellone fuori tempo massimo ma dopotutto il loro motto è “I sessanta sono i nuovi quaranta” e forti di questa convinzione percorrono la Romagna facendo le zingarate tipiche di“Amici miei”, loro film di riferimento.
Andrea Muratori è un giornalista in pensione che per passare il tempo e per motivi alimentari diventa investigatore privato senza però aver nessuna ambizione di diventare un “private eye” come Philip Marlowe, suo modello di vita.
Nell’imminenza del Ferragosto, pronto a grandi abbuffate e bevute con i suoi soci, Mura viene però impegnato da due indagini molto diverse, pedinare il marito fedigrafo di una sua amica e scoprire chi ha ucciso l’ambiguo fotografo Osvaldo Montanari, uomo dei mille intrighi e dai mille intrallazzi.
Tra le tante ipotesi investigative che gli si prospettano Mura si trova a privilegiare quella del fantomatico tesoro di Mussolini, che i fanatici e nostalgici amici dello scellerato fotografo pensano di aver trovato.
Il tesoro di Mussolini è una ipnotica leggenda che dal dopoguerra attrae moltitudini di illusi che fantasticano che dopo la cattura di Mussolini a Dongo nel 1945, i beni che il dittatore portava con se fossero stati nascosti e non più ritrovati.
Franceschini nel romanzo introduce una nuova pista, quella di Villa Mussolini a Riccione, dove la moglie del Duce, Rachele Guidi avrebbe occultato ori e preziosi subito dopo l’arresto del marito il 25 luglio del 1943.
Seguendo questa ipotesi, il nostro detective Mura accumula dati e conferme decidendo di entrare clandestinamente nella villa, ora adibita a centro culturale e lì troverà il bandolo dell’intricata matassa.
Tutti i personaggi nel palcoscenico di “Ferragosto” hanno un’impronta di realtà e potrebbero essere i vicini di ombrellone oppure qualche nuova conoscenza nel divertimentificio più grande d’Europa dove anche le avventure più incredibili diventano normalità.
Enrico Franceschini con questo suo nuovo noir si diverte da matti a mettere il suo alter ego in situazioni scabrose e imbarazzanti, in mezzo a trafficanti di sesso, viados, fascistoni impuniti e ripetuti pestaggi.
“Ferragosto” è una precisa ricognizione sociologica di un certo ambiente romagnolo, che ancora resiste, visto con uno sguardo complice e malinconico che mette in luce la vitalità e la gioia stare al mondo di quello spicchio d’Italia che sta tra la via Emilia ed il West.
Pienamente immerso nella cultura locale e con una colonna sonora di tutto rispetto a cui manca solo “La canzone dei vecchi amanti” di Jacques Brel “C’è voluto del talento per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti”, “Ferragosto” unisce ad una trama noir interessante, uno sguardo divertito e divertente su un gruppo di amici che non vuole “diventare adulti” e su un mondo balneare che mantiene inalterato il suo antico fascino.
Enrico Franceschini
Enrico Franceschini: Bologna 1956), giornalista e scrittore, ha girato il mondo come corrispondente estero di un grande quotidiano, pur mantenendo uno stretto legame con una località balneare della Riviera romagnola. È autore di saggi e romanzi, tra cui L’uomo della Città Vecchia, Vinca il peggiore e La fine dell’impero. Per Nero Rizzoli ha pubblicato Bassa marea (2019).
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