Recensione di Costantino Giordano
Autore: Filippo Fornari
Editore: Todaro
Genere: Giallo
Pagine: 244
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Il commissario Vittorio Musante, agrigentino trapiantato a Milano, si trova alle prese con tre belle gatte da pelare: un camionista rumeno trovato morto e con le mani mozzate, un elegante signore infilzato da un candelabro all’Ossario di San Bernardino alle Ossa e una finta mucca che si diverte a dar fuoco ai fast food suscitando la simpatia di molti. In tutto questo il nostro commissario deve tenere a bada i suoi amici Curzio Malanotte, Enzino e Umberto, già protagonisti del romanzo Omicidi all’Isola, nevrotico erotico blues che, per un motivo o per l’altro, cercano sempre di insinuarsi nelle sue indagini con esiti discutibili. Indagini che lo porteranno a esplorare il mondo delle associazioni animaliste, del contrabbando di opere d’arte e della malavita dell’Est. Riuscirà il commissario Musante a risolvere i tre ingarbugliatissimi casi? Sì… forse… o perlomeno ne sarà convinto.
Recensione
“Fiamme in Piazza Duomo – lo strano caso della mucca che incendiava i fast food” è il classico Giallo, un genere letterario che non potrà mai tramontare anzi, grazie a nuovi autori come Fornari, questo genere si sta arricchendo di nuove peculiarità che lo rendono sempre più fresco e moderno.
In un periodo dove i thriller dominano la scena dei polizieschi è sempre piacevole potersi immergere in una storia dove la normalità, soprattutto quella dei protagonisti la fa da padrona. La narrazione è leggera e l’idea di dividere il libro in tanti piccoli capitoli (peculiarità tipica dei romanzi di James Patterson) rende la storia scorrevole e piacevole. Il lettore si immerge completamente nella vita dei protagonisti del romanzo e nelle tre indagini che, apparentemente, sembrano essere episodi isolati.
Tre indagini, complesse, strane e assurde possono convergere in un unico grande progetto criminale o comunque farne parte?
Sarà proprio a questa domanda che il commissario Vittorio Musante dovrà trovare una risposta e per fare ciò avrà bisogno, senza né volerlo né chiederlo, dell’aiuto dei suoi tre amici Curzio, Enzino e Umberto che, andando contro le regole e i divieti imposti dal commissario stesso riusciranno ad essere utili e fondamentali per risolvere i casi e fare chiarezza sulle ombre che avvolgono gli stessi.
Un Giallo ben costruito, con un messaggio di fondo forte, nonostante la narrazione scorrevole e piacevole; un libro che per i puristi del genere non può non essere letto. La trama è accattivante e riesce, attraverso diversi episodi, ad evidenziare problemi sociali della realtà milanese che molto spesso vengono ignorati dai media e accettati silenziosamente dalla società, come le organizzazioni criminali asiatiche in determinati quartieri, lo spaccio di droghe sintetiche e la vendita internazionale a nero di opere d’arte che, spesso, avvengono alla luce del sole senza che né le autorità né i cittadini facciano qualcosa, alzando un muro di omertà e indifferenza che tanto piace alle organizzazioni criminali stesse, libere di poter svolgere le proprie attività in totale tranquillità.
Quindi, nonostante il tono scanzonato e leggero che si può percepire dalla narrazione, attraverso le indagini del commissario Musante, l’autore vuole porre l’attenzione su queste problematiche e il lettore viene catturato e attratto non solo dalla curiosità portata dalla risoluzione dei casi ma anche dalla voglia di scoprire come queste organizzazioni riescano a muoversi nell’ombra riuscendo a raggirare controlli e sanzioni.
Eppure, alla fine del libro, c’è un messaggio più profondo che vuole lasciare l’autore che riguarda il malessere che vivono al giorno d’oggi i giovani che, nonostante si applichino al massimo nello studio, nel lavoro e nella realizzazione personale vedono infrangere continuamente i loro sogni e le loro aspettative dalla società e dal suo essere influenzata dai media e non più dalla bellezza oggettiva.
Per comprendere a pieno però quale sia questo messaggio finale bisogna immergersi totalmente in questa nuova inchiesta del commissario Musante e godersela fino in fondo cercando di trovare una risposta alla domanda posta precedentemente: tre indagini, complesse, strane e assurde possono convergere in un unico grande progetto criminale o comunque farne parte?
Filippo Fornari
chimico, piacentino ritornato alle sue colline dopo molti anni di esilio a Milano, si occupa di marketing di sistemi di diagnostica molecolare. In precedenza ha fatto il ricercatore e l’imprenditore nel settore biomedico e, soprattutto, ed è la cosa su cui più ama soffermarsi, lo skipper di imbarcazioni a vela. È stato istruttore al Centro Velico di Caprera e per un lungo periodo, ha fatto regate, trasferimenti (oceano compreso) e insegnato ai corsi della Lega Navale di Milano. Prima di cimentarsi con i thriller, ha scritto di chimica clinica e di nautica. Per la Todaro Editore ha pubblicato nel La Signora degli Inferi: in questo romanzo d’esordio è riuscito a infilare, oltre a vari fantasiosi omicidi, le altre sue passioni, la numismatica, l’archeologia e i culti misterici. Nel 2015 pubblica L’Oro dei Demoni. Nel 2016 invece è uscito per la Todaro Omicidi all’Isola, nevrotico erotico blues, un romanzo giallo ambientato a Milano, per il quale l’autore ha adottato un tono umoristico, nonostante la storia ruoti anche intorno a un efferato serial killer.