Joyce Carol Oates

Sinossi. Foxfire è una fiamma che brilla di arancione, è un tatuaggio sulla pelle. Foxfire è il nome di una «gang fuorilegge» – come la definiscono i giornali – che flagella le strade di Hammond, nello stato di New York. Foxfire sono cinque ragazze determinate a liberare la città da porci, pervertiti e violenti, pronte a farla pagare agli uomini con ogni mezzo. Guidate dalla glaciale e feroce Legs Sadovsky, Goldie, Lana, Rita e Maddy «Monkey» hanno trovato nel gruppo il rifugio da un’esistenza segnata dalla morte dei genitori, da padri assenti, alcolizzati, o da madri con crisi psicotiche, professori molestatori e vicini di casa viscidi; ma anche una missione e uno scopo di vita. O almeno fino a quando le cose non sfuggono di mano: quando le istituzioni si metteranno sulle loro tracce e l’impeto rivoluzionario che animava le loro azioni si trasformerà in violenza cieca. In questo romanzo ambientato nella provincia degli Stati Uniti degli anni cinquanta e impostato come un diario-confessione di Maddy, Joyce Carol Oates esplora il confine tra ribellione e crudeltà, tra l’aperta sconsideratezza giovanile e le tenaglie (economiche, sociali, di genere) della vita adulta.
Traduttore: Maria Teresa Marenco
Editore: Il Saggiatore
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 336
Anno edizione: 2025
Recensione
di
Marina Toniolo
A trent’anni dalla prima pubblicazione ‘Foxfire‘ della Oates ritorna con una nuova edizione. E’ un’uscita preziosa: un motivo per conoscere quest’opera profondamente attuale e senza tempo.
Voce narrante è Maddy, una donna sulla cinquantina che lavora come assistente astronoma e che decide di rompere il silenzio decennale e di raccontare le vicende della gang femminile Foxfire.
Nata e cresciuta nella cittadina di Hammond e, distinguiamo, nella parte bassa, nel Bronx di Hammond, è unica figlia di una donna che ha perso il marito durante la Seconda Guerra. Maddy non ha mai conosciuto il padre. Come Legs, che ha perso la madre in giovanissima età e che abita ugualmente in quartieri poveri, impregnati di fango e di residui chimici delle fabbriche.
Le due ragazzine, all’epoca appena tredicenni, decidono di fondare un gruppo dal quale distinguersi dagli Altri, gli Adulti. Vedono troppe prevaricazioni maschili nel loro giovane mondo e la loro sarà una vendetta totale verso il capitalismo e il machismo.
‘E fu così che nascque foxfire. Non ufficialmente quella notte, che era il 12 novembre 1952, ma quella fu la notte in cui Legs, nel mio letto, dopo che ero sgattaiolata al piano di sotto a prendere cibo e qualcosa da bere, ebbe l’ispirazione di parlare nel suo modo sognante e trascinante della necessità di essere sempre fedeli l’una all’altra, di fidarci e amarci reciprocamente’.
Con uno stile narrativo secco e tagliente la Oates ci racconta di queste ragazze disadattate, molestate e, soprattutto, furibonde. Il passo tra sano idealismo fatto di una sorellanza e di una comunità dove essere autonome e indipendenti è fragile e sfocia alla fine nella perdita di controllo e alle sue conseguenze.
Descrive perfettamente l’animo e le inquetudini delle giovani ragazze e dell’amore verso le amiche, ma anche del disincanto verso una società che illude alla felicità, del razzismo verso i neri, dei metodi correttivi verso le adolescenti ribelli.
L’introspezione acuta è in ogni pagina di ‘Foxfire’, una spirale avvolgente come un boa che si stritola da solo.
Cosa rimane a Maddy a tanti anni di distanza mentre sfoglia i vecchi quaderni pieni di appunti di foxfire?
A noi cosa rimane?
La certezza di aver brillato come una fulgida stella per qualche anno e di aver creato qualcosa di memorabile, anche se fuorilegge. Nessuna delle componenti del gruppo resta in contatto con le altre mentre il tempo passa, proprio come se fosse stata una parentesi onirica che, nel bene e nel male, ha condizionato tutte loro.
Ci sono romanzi che possono essere considerati, a ragione, delle tappe fondamentali nella cultura personale. ‘Foxfire’ è uno di questi.
Con un’ottima traduzione in italiano vengo fagocitata dall’ennesima prova che la società americana, in pieno sviluppo dopo la guerra, non è mai stata rose e fiori.
Troppe le disparità di genere, sociali ed economiche. Le vicende delle cinque ragazze sono reali e nebulose assieme: sfrecciano verso l’età adulta come una fiamma, la fiamma di foxfire.
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Joyce Carol Oates
(Lockport 1938) è una scrittrice statunitense. Tra le figure più rilevanti della narrativa americana contemporanea – è stata indicata, tra l’altro, come una dei favoriti per l’assegnazione al Premio Nobel della Letteratura -, è anche una delle più prolifiche.
Nata nello stato di New York nel 1938, è da anni residente a Princeton, presso la cui università ha insegnato scrittura creativa dal 1977 al 2014. Fa parte della prestigiosa American Academy of Arts and Letters. Nella sua opera narrativa esplora le residue potenzialità del realismo sociale e del genere «neogotico». Dal ‘Giardino delle delizie’ (A garden of earthly delights, 1966), nel quale mappa di un eden sfigurato dalla violenza, a ‘Quelli’ (1969), che proietta vite ed esperienze femminili sul fondale apocalittico della Detroit dei conflitti razziali, a ‘Bellefleur’ (1980), saga di una famiglia potente e maledetta, la Oates ha delineato i temi di una produzione vasta ed eclettica, che sperimenta generi e stili e mette impietosamente in luce, tra l’altro, l’ipocrisia e la violenza della vita borghese, l’oppressione delle famiglie, la grettezza delle piccole comunità, l’oppressione e la mercificazione delle donne. Tra le sue opere, i romanzi Marya’ (Marya: a life, 1986), ‘Acqua nera’ (Black water, 1992), ‘Zombie’ (1995), ‘Una famiglia americana’ (We were the Mulwaneys, 1996), racconti (Storie americane, Where are you going, where have you been? Selected stories, 1993, dal quale è stato tratto il film, ‘La prima volta, nel 1985, ) e saggi (Sulla boxe, On boxing, 1987). Con lo pseudonimo di Rosamond Smith si è dedicata alla suspense pubblicando ‘Nemesi’ (“Nemesis”, 1990) e ‘Occhi di serpente’ (“Snake eyes”, 1992). Non ha tralasciato nemmeno gli eventi biografici: ‘La figlia dello straniero’, suo romanzo del 2007, prende spunto dalle vicende del nonno, mentre dopo la morte del marito ha scritto il memoir ‘Storia di una vedova’ (Bompiani 2013). Nei romanzi più recenti ha soprattutto indagato l’evoluzione delle dinamiche familiari che portano a inattese esplosioni di violenza (La ballata di John Reddy Heart, “Broke heart blues”, 1999; Blonde, 2000, su Marilyn Monroe; Un giorno ti porterò laggiù, “I’ll take you there”, 2002; La madre che mi manca, “Missing mom”, 2005; La figlia dello straniero, “The gravedigger’s daughter”, 2007). Per gli adolescenti ha scritto ‘Bruttona & la lingua lunga’ (Big mouth and ugly girl, 2002) e ‘Occhi di tempesta’ (Freaky green eyes, 2003), spietati e taglienti.
In Italia i suoi libri sono pubblicati da Bompiani, Mondadori e il Saggiatore, alcuni dei quali sono: ‘Sorella, mio unico amore’ (Mondadori 2009), ‘Una brava ragazza’ (Bompiani, 2010), ‘Uccellino del paradiso’ (Mondadori, 2011), ‘Doppio nodo’ (Bompiani, 2011), ‘La ragazza tatuata’ (Mondadori, 2012), ‘Storia di una vedova’ (Bompiani, 2012), ‘Acqua nera’ (Il Saggiatore, 2012), ‘Mudwoman’ (Mondadori, 2013), ‘Scomparsa’ (2016) e la quadrilogia dell’Epopea americana. Pubblicata da Il Saggiatore nel 2017 si compone di: ‘Il giardino delle delizie, I ricchi, Loro, Il paese delle meraviglie; in essa la scrittrice ripercorre la storia recente degli USA e opera una definitiva trasfigurazione del sogno americano in un’incubo senza fine. Nel 2021 escono per il Saggiatore ‘Nuovo cielo, nuova terra’ e per La Nave di Teso ‘La notte, il sonno, la morte e le stelle’. Nel 2023 sempre per la Nave di Teseo esce ‘Dammi il tuo cuore’. Ha vinto, tra gli altri, il National Book Award, il Pen Faulkner Award, il Prix Femina Étranger e Il Premio Raymond Chandler alla carriera.
A cura di Marina Toniolo
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