FRAGRANZE
DI MORTE
Autore: Seishi Yokomizo
Traduzione: Francesco Vitucci
Editore: Sellerio
Genere: Giallo
Pagine: 192
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Yokomizo Seishi era soprannominato il «John Dickson Carr giapponese». Come il grande giallista di lingua inglese dell’«epoca d’oro», le trame di Yokomizo fanno perno su un enigma «impossibile»; e il mistero è avvolto in dettagli impressionanti, talvolta apparentemente soprannaturali, che sembrano mandare un messaggio nascosto. In un quadro di questo genere, il marchio del detective non può essere la normalità, ma l’eccentricità e il ragionamento acuto. Orchidea nera è il soprannome suggestivo dell’eterea dama velata, che ruba dai banconi della gioielleria del centro commerciale; scoperta da una commessina inesperta, durante il fermo da parte del responsabile di piano, questi cade accoltellato. Poco dopo l’ispettore Todoroki viene a sapere di un patto tra il grande magazzino e la ricca famiglia di Orchidea nera. L’oggetto dell’accordo era di lasciare sfogare senza conseguenze la cleptomania della giovane ereditiera. Ma lei è anche un’assassina? A qualche piano di distanza, nella caffetteria è rinvenuto un altro cadavere, la cui posa un po’ macabra e il cui camuffamento fanno escludere una morte naturale. A questo punto, pressato da ogni lato, il direttore dei grandi magazzini chiede aiuto all’infallibile detective privato Kindaichi, il giovane ironico e trasandato protagonista dei polizieschi del maestro giapponese insieme all’altro personaggio ricorrente, l’ispettore Todoroki. I due sono in coppia anche nel secondo romanzo breve di questo volume, Fragranze di morte. L’anziana matriarca di una dinastia finanziaria, l’«Impero delle essenze» così detto per la diffusione planetaria che ha sviluppato nel settore dei profumi, invita nella propria residenza di montagna Kindaichi Kōsuke per un incarico investigativo. Nella casa è successa una tragedia. È morto impiccato il nipote, nonché erede della dinastia; accanto a lui una giovane donna strangolata. L’ipotesi del «suicidio d’amore», secondo cui lui avrebbe ucciso lei per poi togliersi la vita, non convince la ricca signora. Varie cose non tornano, e a Kindaichi dà molto da pensare una fragranza di profumo che si solleva dai corpi. La differenza che colpisce nei classici romanzi gialli di Yokomizo Seishi è che la violenza, le macchinazioni, le astuzie, che pur sfociano in morte, ci risultano vellutate, quasi mediate da modi riguardosi. Conseguenza del fatto che l’agile fluidità delle sue storie ci comunica anche, sullo sfondo, le abitudini quotidiane di una cultura antica, elaboratissima e lontana.
Recensione di Salvatore Argiolas
Seishi Yokomizo è uno dei grandi nome del giallo giapponese e la casa editrice Sellerio sta continuando una meritoria azione di riscoperta di questo scrittore che fu chiamato “Il John Dickson Carr giapponese” per l’ingegnosità delle trame e la continua ricerca del delitto impossibile anche se i due casi risolti in questo volume assomigliano più ai plot congegnati da Ellery Queen.
Dopo “Il detective Kindaichi” e “La locanda del gatto nero” la casa editrice palermitana pubblica ora “Fragranze di morte”, raccolta di due racconti che vedono protagonista sempre Kosuke Kindaichi, investigatore privato molto particolare.
“Piccolo, di statura, dall’aspetto trasandato e dai capelli scompigliati. Poteva avere poco più di trent’anni. Vestiva uno hakama fuori taglia e nulla faceva presagire che potesse essere il proprietario dell’ufficio”.
Viene presentato così Kosuke Kindaichi quando Kasuya Rosusuke, direttore di un grande magazzino va a cercarlo nel suo ufficio dove su un foglio di carta appiccicato alla porta, visto che il vetro ormai non c’era più, era scritto in caratteri cubitali Kindaichi Kosuke- Agenzia di investigazione.
Qui si vede una citazione ironica dei grandi romanzi dell’hard boiled americano che cominciano sempre con qualcuno che bussa alla porta dell’ufficio del detective dove campeggia il nome del protagonista della storia.
Qui Kindaichi può esporre solo un foglio di carta ma la sua capacità investigativa è di livello superiore e lo dimostra alla grande in questi due racconti preziosi e perfetti come un haiku.
Il primo racconto, “L’Orchidea nera” è ambientato nei grandi magazzini Ebisuya dove un responsabile del reparto gioielleria viene pugnalato a morte da una taccheggiatrice , che scoperta durante un tentativo di furto, accoltella il funzionario che cerca di bloccarla.
Durante le indagini si scopre che una donna di un certo livello sociale, malata di cleptomania era solita rubacchiare qualche gioiello ma non veniva perseguita perché la famiglia provvedeva a pagare i furtarelli.
Qualche minuto dopo, in un altro piano dell’edificio, viene avvelenato un ex funzionario del settore gioielleria ed è facile mettere in rapporto i due omicidi ma ci vorrà la capacità deduttiva e mente lucida di Kindaichi per esporre in breve tempo una chiara teoria investigativa che lo porterà a risollevare il mistero.
Nel secondo racconto che si intitola come la raccolta “Fragranze di morte” Kindaichi viene convocato in un posto di villeggiatura da Matsuyo Tokiwa, presidentessa dell’industria cosmetica Tokiwa che poi inspiegabilmente annulla l’invito.
Quando Kindaichi e l’amico Todoroki, ispettore di polizia che l’ha seguito nel viaggio stanno per tornare a Tokyo, in seguito alla scoperta di due cadaveri che fanno pensare ad un omicidio- suicidio la signora Tokiwa lo prega di indagare sulla strana vicenda.
Con il suo intuito, e conoscendo le dinamiche familiari, l’investigatore Kindaichi giunge in breve tempo a capire cosa è successo veramente nel bungalow immerso nel verde e con grande freddezza intellettuale mette in luce i tanti aspetti oscuri di questa famiglia tanto ricca quanto lacerata da dissidi interni.
Seishi Yokomizo, diversamente da altri suoi connazionali predilige una struttura del giallo molto vicina ai classici del genere e presenta un detective trasandato, irritante, balbuziente, scostante ma infallibile che ricorda i più grandi interpreti del genere e in questi due veri gioiellini, ambientati in tempi diversi e in milieu differenti, mette in luce la grande vitalità sociale ed economica del Giappone che dopo la Seconda Guerra Mondiale, riuscì in breve tempo a risollevarsi da uno stato di distruzione fisica e morale quasi assoluta e in qualche anno portò la penisola nipponica a diventare la prima, grande “tigre d’Asia”.
In controluce però Yokomizo fa percepire uno scontro tra classi, tra i benestanti e la classe media, che ambisce ad un salto qualitativo ma è ingessate in schematismi e rigidità difficili da abbattere e questa fotografia sociale che emerge dai suoi gialli è uno dei maggiori meriti di questo giallista che merita maggiore attenzione, visto che in italiano sono stati tradotti soltanto i tre libri editi da Sellerio e un antico “L’ascia, il koto e il crisantemo” pubblicato nei Gialli Mondadori nel 1986.
Se la qualità di un giallo è data dall’interazione di trama, ambientazione e personaggi, Seishi Yokomizo è davvero un giallista di prim’ordine per come riesce a raccontare un ambiente con poche pagine ed ha anche il merito di presentare un investigatore molto originale ma di un acume formidabile, anche se riceve in un ufficio oltremodo sudicio e senza vetri alla porta.
“Fragranze di morte” è un libro da consigliare senza esitazioni pur avendo il difetto di ospitare solo due racconti quando avremmo voluto leggerne almeno altrettanti così perfetti.
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Seishi Yokomizo
Kobe 1902-Tokyo 1981) dopo aver lavorato nella farmacia di famiglia e in seguito come giornalista letterario, negli anni Trenta del Novecento iniziò a pubblicare i primi romanzi. Con le sue trame di misteri ottenne un grande seguito di lettori divenendo in Giappone modello della crime story. Di Yokomizo Seishi Sellerio ha pubblicato Il detective Kindaichi (2019), La locanda del Gatto nero (2020) e i due romanzi brevi riuniti in Fragranze di morte (2022).