Recensione di Marina Toniolo
Autore: Riccardo Iannaccone
Editore: Nua Edizioni
Genere: Horror, distopico
Pagine: 280
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Michele e Giulio, padre e figlio, sono mondi distanti, isole allontanate da un tempo scandito da pochi momenti condivisi. Ma la vita ti sorprende sempre, “regalando” a un giorno qualunque, durante una banale corsa in metro, un risvolto inaspettato. All’improvviso, le persone attorno ai due cominciano a morire senza un motivo apparente, fin quando dal sottosuolo, non si scatena l’inferno. Una forza sconosciuta si manifesta dalle viscere della Terra, e sembra intenzionata a distruggere la razza umana. Una potenza mostruosa, che si autoalimenta delle onde elettromagnetiche prodotte dalla tecnologia. Prigionieri del vagone, la realtà che ha circondato Giulio e Michele fino a quel momento potrebbe non essere altro che una menzogna, la parte di un ciclo infinito che, inesorabilmente, porta a una nuova genesi. L’umanità è destinata a scomparire o c’è una salvezza? E cosa c’entra un ragazzino di sedici anni e il rapporto con suo padre in questo disegno?
Recensione
Se siete amanti di Tarantino, di film particolari come “Legion” di Scott Stewart, della musica in genere, questo è il romanzo per Voi.
La trama è semplice: siamo a Roma, in metropolitana. Padre e figlio sono assieme in un viaggio che forse è l’ultimo visto che c’è un divorzio in vista e l’affidamento sarà esclusivo della madre.
La carrozza ha un insieme eterogeneo di persone e sorpresa sorpresa, c’è pure un demone, venuto a distruggere l’umanità. Ma c’è anche il Guardiano, venuto a proteggere e salvare i novelli Adamo ed Eva per la costruzione di una nuova Genesi. E in un tripudio di scene splatter il rapporto di Michele e Giulio avrà la sua apoteosi, dove virtualmente il padre cederà la sua conoscenza al figlio.
Molti sono i temi trattati: la tecnologia come arma potenzialmente distruttiva (Matrix), il cinismo e l’opportunismo delle persone quando si trovano ad affrontare la fine del mondo; l’amore che lega padre e figlio e come la paura di fallimento di uno si riverbera nella comprensione e nel coraggio dell’altro. L’intendimento della fine del mondo che noi conosciamo è quasi impossibile, qui l’autore ci guida in un testo che diventa quasi fumetto di Pazienza tanto si riesce ad entrare nella scena e seguire lo svolgimento.
Il Guardiano ha come nome Hawthorne, quello della “Lettera Scarlatta” e come quel romanzo supera la meschinità bigotta per un amore adultero, lui fa da contrappasso da un mondo malato e terminale verso un Nuovo Mondo con nuove possibilità e un nuovo equilibrio tra Umani e Ancient, i demoni.
E quale arma potrebbe imbracciare se non un violino che spara Musica?
Questo l’ho trovato assolutamente geniale. La musica cura, allevia le sofferenze, fa sognare, fa piangere, fa ridere. Ognuno di noi ha i suoi brani preferiti, quelli che salvano dalla follia in momenti bui. E qui la Musica si fa potenza, arma di Dio, per combattere l’oscurità. La Musica è regola, metronomo, tempo. E’potere. Ma è anche improvvisazione, è un sentimento che scaturisce direttamente dal cuore e che si tramuta in scudo contro le avversità.
“Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura”.
Giulio avrà così le basi adatte per affrontare l’ennesimo loop che si genera e di ristabilire non solo l’equilibrio tra Bene e Male, ma addirittura di prevalere.
Una storia che mi è partita in sordina ma che assolutamente merita di essere letta ed apprezzata, con la moltitudine di generi presenti che sono cibo per l’anima e per il cuore.
A cura di Marina Toniolo
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Riccardo Iannaccone
Riccardo Iannaccone è nato a Roma il 23 agosto 1984. Diploma al Liceo Classico Luciano Manara e Laurea Magistrale, vecchio ordinamento, in Lettere e Filosofia, DAMS, all’Università di Roma Tre. Lavora come editor e social media manager per diverse realtà editoriali e cinematografiche.