Recensione di Viviana Trifari
Autore: Aisha Cerami
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Il Roseto è una piccola oasi di pace, una palazzina circondata da siepi fiorite. I suoi abitanti si conoscono tutti, e non perdono occasione per incontrarsi e scambiarsi ricette, favori, consigli. Alla morte della vecchia Dora, la comunità si stringe per farsi coraggio e allo stesso tempo vibra di curiosità: chi prenderà il suo posto nel piccolo appartamento con vista sul giardino? All’arrivo dei nuovi inquilini – una giovane coppia con un figlio di dodici anni – i condòmini sono pieni di eccitazione, pronti ad accoglierli come membri della loro grande famiglia. Silenziosi, discreti, gentili, “gli altri” sembrano i vicini perfetti… eppure c’è qualcosa che non va. Perché si rifiutano di partecipare a feste e riunioni? Perché lasciano sempre solo il piccolo Antonio? E perché non rispondono al campanello anche quando sono in casa? In poche settimane, l’aria al Roseto diventa elettrica: antiche tensioni che tornano a galla, litigi che scoppiano per un nonnulla, una macchia sospetta che invade la facciata allargandosi a dismisura. E il dubbio cresce: di chi è la colpa? Sono stati “gli stranieri” a portare scompiglio con la loro presenza? O le responsabilità vanno cercate altrove?
Recensione
Leggo tanto e quando mi capita di sentire “addosso” le righe di un libro, posso dire di avere trovato uno scrittore capace di “emozionare” davvero. Aisha Cerami con naturalezza mi ha accompagnato negli appartamenti del condominio “Il Roseto”, come una vera padrona di casa mi ha presentato tutti gli abitanti dello stabile e loro nonostante volessero nascondersi dietro “rassicuranti ipocrisie” alla fine si sono rivelati nella loro vera indole.
L’autrice ci presenta dei personaggi spinosi, ma che in fin dei conti sono facilmente reperibili nei palazzi di tutti noi, che troppo spesso chiudiamo gli occhi di fronte a grettezze umane,che non siamo solidali col cuore ma solo a parole, che siamo sempre pronti all’opinione non richiesta, al giudizio impietoso, al dito puntato e che voltiamo la faccia quando sarebbe il caso di tendere la mano. Preferiamo rifugiarci sotto “le mentite spoglie” di vicini perbene, siamo come le tre scimmiette dell’immaginario collettivo dell’indifferenza.
Accanto all’appartamento dove un trans nasconde le sue scarpe rosso fuoco per non dare adito a maldicenze abita una donna magra come un chiodo, mortificata da un marito violento e geloso, al piano di sotto o quello di sopra, poca importa, vive una mamma forestiera con sua figlia, scappate dalla povertà e dalla cattiveria e a lei adiacente vive un figlio ormai adulto, pieno di insicurezze e nevrosi che trova ancora nella sottana della mamma, algida e severa, l’unico mondo possibile e sicuro e poi c’è una donna che ha perso un figlio mentre lo aspettava e che invecchiando è rimasta bella e florida di aspetto, ma con il “ventre vuoto” e la pesantezza del portarlo in giro a spegnerle il sorriso, quello vero.
Sui vari pianerottoli, riusciamo a scorgere ancora una ex tossica, un vedovo stanco e una coppia mal assortita, formata da un uomo paziente e una donna divorata dall’invidia e dal rancore, che le macchiano il viso con una psoriasi violentissima.
Tutti con i propri drammi e le proprie debolezze, tutti a indossare una maschera per celare la verità agli occhi del vicino, ognuno di loro ben contento delle “Regole del Roseto”, che riequilibrano i disordini e fanno sentire meno soli, danno loro la speranza di potere condurre una vita “perbene e decorosa”, li fanno sentire parte di qualcosa, li affrancano dalla loro miseria.
La venuta dei nuovi vicini, “degli altri”, che con serenità ed educazione rifiutano queste strane regole condominiali, è come una biglia su un piano inclinato, la situazione di comoda e asfissiante tranquillità diventa mano mano sempre più ingestibile, il rincospermo rigoglioso sfiorisce e le rose (finalmente) mostrano le spine.
La “gabbia dorata” perde lucentezza e diventa ottone, i castelli in aria vengono spazzati via da questa folata di aria fresca e il sogno che tutti avevano immaginato per non scontrarsi con le loro crude verità, perde il colore rosa e si tinge di nero incubo.
Ma non sarebbe stato meglio un villino indipendente?
Consiglio vivamente la lettura di questo libro se si è alla ricerca di testi intensi e non scontati, Aisha Cerami riesce a trasferire sul lettore tutta l’irrazionalità della situazione, in alcuni tratti è talmente precisa e puntuale nel tratteggiare scene ed eventi da farti assalire da un senso di claustrofobia, solo pochi autori riescono a entrare sottopelle e la Cerami addirittura scivola nelle pieghe della mente. Chapeau.
A cura di Viviana Trifari
https://www.instagram.com/librialvolo
Aisha Cerami
è nata a Roma. Ha collaborato per alcuni anni con «Il Sole 24 Ore» pubblicando racconti del fantastico. Nel 2019 è stata candidata ai David di Donatello per la colonna sonora del film A casa tutti bene. Il suo primo romanzo, pubblicato nel 2019 da Rizzoli, si intitola Gli altri.
Acquista su Amazon.it: