Recensione di Alberto Minnella
Autore: Gianluca Morozzi
Editore: TEA
Pagine: 196
Genere: Noir
Anno di pubblicazione: 2018
RECENSIONE. Si dice sempre che un buon noir debba avere una trama solida, con un finale che non sia consolatorio, ecc. Ma comprimere Gli annientatori nella scatola buia del genere è riduttivo e ingiusto. Sarebbe una mossa vigliacca; amputare l’autore e venderlo in pezzi a prezzo di costo. Gli annientatori è, invece, un romanzo e basta (grazie al cielo!), che attraversa qualsiasi gabbia letteraria e respira attraverso la bravura del suo autore. È, quindi, un romanzo extragenere. Una storia meravigliosa.
Il protagonista è Giulio Maspero, scrittore di lungo corso, che non vive di grandissima fama, seppur tiri a campare grazie agli anticipi incassati dalle sue opere. Ascolta musica degna di nota: Pink Floyd, soprattutto. Tiene corsi di scrittura creativa e saltella sentimentalmente di palo in frasca, da una donna all’altra. Ma l’intenzione di Morozzi sembra essere diversa dal raccontare il mero lato lussurioso di Maspero e pare voglia suggerire al lettore che Maspero sia un vero e proprio abile navigatore nel mare del caos, che viaggi da una storia a un’altra, e cioè da un romanzo a un altro, mentre la vita del lettore si è volutamente fermata ad ammirare la sua discesa agli inferi.
È un protagonista sdrucito, accartocciato nelle sue perversioni, stretto in una morsa fatale, quella di vivere di scrittura e di donne. Tutte le sottotrame tirate da Morozzi convergono verso il caro Maspero, travolto da un vortice infernale, fatale, fino a un finale da capogiro.
Un continuo dentro e fuori, paesaggio esterno e paesaggio interno che si danno il cambio, saggiamente cuciti l’uno con l’altro per suscitare nel lettore curiosità, fargli germogliare nello stomaco il seme del mistero e squassargli il cervello senza soluzione di continuità.
La scrittura è sublime e non è che l’ennesima conferma della bellezza di questo romanzo.
Gli annientatori è, con molta probabilità, il più bel noir degli ultimi dieci anni.
Ad azzardare una metafora in linea con gli ascolti di Maspero, Gli annientatori è Money della band inglese sopracitata, un 7/4 che affascina e trascina fino a quando ci si accorge che tutto sta cambiando, nel momento in cui entra a pieno regime un incessante e strepitoso 4/4, con tanto di assolo conclusivo.
È tutto questo e molto altro ancora.
Buona lettura.
Gianluca Morozzi
Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971. Dopo gli esordi con la piccola casa editrice ravennate Fernandel, di cui è diventato direttore editoriale ha raggiunto il grande pubblico grazie al romanzo Blackout, un thriller interamente ambientato all’interno di un ascensore. Oltre ai romanzi già pubblicati, ha all’attivo numerosi racconti, inseriti in diverse antologie. Nella sua produzione sono frequenti i riferimenti alle esperienze personali, in particolare quelle inerenti la fede calcistica per il Bologna FC e – soprattutto – la musica. È il chitarrista degli Street Legal, una tribute band che omaggia Bob Dylan. Ha suonato nel cd “Deviazioni”, tributo a Vasco Rossi pubblicato in allegato al Mucchio Extra, realizzando con Andrea Parodi il brano “Brava”. È anche conduttore radiofonico e tiene corsi di scrittura creativa. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra cui Dieci cose che ho fatto ma che non posso credere di aver fatto, però le ho fatte, Accecati dalla luce e la raccolta di racconti Luglio, agosto, settembre nero, tutti usciti da Fernandel. Per Guanda ricordiamo: Blackout, L’era del porco, Chi non muore, Lo specchio nero, Radiomorte, L’Emilia, o la dura legge della musica (un saggio), Despero e la graphic novel Il vangelo del coyote, oltre al romanzo Colui che gli dei vogliono distruggere. Per Tea ricordiamo: Gli annientatori. Un suo racconto compare anche nella raccolta Semi di fico d’India edita da Nuova Dimensione.