Sinossi. Nel candore dello sguardo di Elba il manicomio diventa un luogo buffo e terribile, come la vita, che Viola Ardone sa narrare nella sua ferocia e bellezza. Dopo il successo internazionale de Il treno dei bambini e di Oliva Denaro, Grande meraviglia completa un’ideale trilogia del Novecento. In questo magnifico romanzo di formazione, il legame di una ragazzina con l’uomo che decide di liberarla rivela il bisogno tutto umano di essere riconosciuti dall’altro, per sentire di esistere. Elba ha il nome di un fiume del Nord: è stata sua madre a sceglierlo. Prima vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realtà è un manicomio. Poi la madre è scomparsa e a lei non è rimasto che crescere, compilando il suo Diario dei malanni di mente, e raccontando alle nuove arrivate in reparto dei medici Colavolpe e Lampadina, dell’infermiera Gillette e di Nana la cana. Del suo universo, insomma, il solo che conosce. Almeno finché un giovane psichiatra, Fausto Meraviglia, non si ficca in testa di tirarla fuori dal manicomio, anzi di eliminarli proprio, i manicomi; del resto, è quel che prevede la legge Basaglia, approvata pochi anni prima. Il dottor Meraviglia porta Elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l’unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai è stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternità. Con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, Viola Ardone racconta che l’amore degli altri non dipende mai solo da noi. È questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio.
GRANDE MERAVIGLIA
di Viola Ardonne
Einaudi 2023
Collana Stile libero big
narrativa, pag.304
Grande Meraviglia
A cura di Paola Iannelli
Recensione di Paola Iannelli
La linea d’ombra che separa la ragione dalla follia, determina il confine della terra di mezzo, quel limbo immaginario in cui vivono, o meglio resistono gli individui considerati “malati di mente”.
La storia di Elba racchiude in sintesi l’orrore di cui erano vittime le donne considerate singolari, quelle che non si piegavano ai dettami di una società incrinata dai voleri borghesi, che le voleva schiave di uno spartito senza musica, muto come il dolore sordo che prova Fausto Meraviglia, nel suo ingresso in quella sezione ospedaliera.
Tra i corridoi che separano quella fetta di umanità dal mondo di fuori, Elba troverà un universo singolare, dove le alterazioni dell’anima, le manie, le fugaci stranezze, cementificano le pareti di una boule à neige, dove la vita intima è cancellata per fare spazio a un singolare quadro d’insieme.
La simbologia dettata dai numeri, come la ritmica dei versi alternati, movimenta il pensiero di Elba, che decifra ogni evento seguendo il filo di un ragionamento personale e unico.
L’innovativa assistenza medica di Meraviglia sconvolgerà i ritmi all’interno del manicomio, riuscendo a scardinare le pratiche punitive nei confronti dei pazienti, valutando caso per caso con parametri rivoluzionari, precursori di un metodo di assistenza innovativo.
Elba sarà il frutto di un amore sconsiderato, fuori dagli schemi, assoluto e devastante come l’impatto con un’onda anomala, che ti tira in alto e ti avvolge con un ardore assoluto.
Il ciclo della vita di Elba ripercorre il ciclo delle acque, che seguono un percorso a senso unico, dalla nascita sino al ricongiungimento con il mare, unico padre. Elba è un fiume in rapida discesa, un flusso inesauribile di novità, un vivo e colorato mondo all’interno di uno scrigno malandato.
Il dottor Meraviglia ripercorre la sua esistenza come uomo e medico partendo da quel fatale incontro, la scintilla che aveva acceso il cuore e infiammato le viscere, fino alla fine quando dalla propria tana attende con ansia notizie della sua protetta.
“La filosofia è meraviglia” diceva Socrate, sarà il fascino dell’eccezionale e dell’inatteso ad alimentare l’ammirazione del medico per Elba, la speranza pura guiderà l’anima della giovane che strapperà i lembi di quell’unione per cucire la tela del suo futuro.
Ancora una volta Viola Ardone ci parla degli ultimi, i cosiddetti scarti, coloro che fingiamo di non vedere, per vigliaccheria o per un senso d’inadeguatezza. Grande meraviglia chiude la trilogia dedicata alle vite complicate, quelle nate sotto una cattiva stella, cui l’energia propulsiva genera cambiamenti epocali.
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Viola Ardone
(Napoli 1974) è laureata in Lettere e ha lavorato per alcuni anni nell’editoria. Autrice di varie pubblicazioni, insegna latino e italiano nei licei. Fra i suoi romanzi ricordiamo: La ricetta del cuore in subbuglio (Salani, 2013), Una rivoluzione sentimentale (Salani, 2016), Il treno dei bambini (Einaudi, 2019), Oliva Denaro (Einaudi, 2021) e Grande meraviglia (Einaudi, 2023).
A cura di Paola Iannelli