Guida il tuo carro sulle ossa dei morti
Recensione di Chiara Alaia
Autore: Olga Tokarczuk
Traduttore: Silvano De Fanti
Editore: Bompiani
Genere: Thriller, Noir
Pagine: 272
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. “Janina Duszejko, insegnante d’inglese e appassionata delle poesie di William Blake, è un’eccentrica sessantenne che preferisce la compagnia degli animali a quella degli uomini e crede nell’astronomia come strumento per porre ordine nel caos della vita. Quando alcuni cacciatori vengono trovati morti nei dintorni del suo villaggio, Janina si tuffa nelle indagini, convinta com’è che di omicidi si tratti. Con la sua prosa precisa e pungente Olga Tokarczuk ricorre ai modi del noir classico per virare verso il thriller esistenziale e affrontare temi come la follia, il femminismo, l’ingiustizia verso gli emarginati, i diritti degli animali: surreale, acuto, melanconico, sconcertante, il suo romanzo interroga il presente anche quando sembra parlare di tutt’altro.”
Recensione
Un’anziana insegnante, Janina Duszejko, animalista convinta e appassionata di astrologia. Un villaggio sperduto in mezzo ai boschi nei Sudeti orientali, a due passi dal confine ceco. Una serie di morti sospette. Sono questi gli elementi che Olga Tokarczuk, Premio Nobel per la Letteratura, dispone sul piatto.
Uscito in Polonia nel 2009, “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti” mescola in modo per nulla scontato l’atmosfera delle fiabe gotiche alla forma del noir e alla tensione del thriller, sempre più drammatica man mano che la vicenda si avvia verso la sua conclusione.
Il punto di vista è quello della protagonista: è lei a dare nomi nuovi a cose e persone (a partire dai suoi vicini, “Piede Grande” e “Bietolone”), è lei a credere agli astri ed è sempre lei a sospettare che gli omicidi siano una vendetta degli animali. Animali che, in questo romanzo, sono scritti con la lettera maiuscola, assieme ad emozioni e sentimenti, proprio come faceva William Blake, il poeta che Janina traduce assieme al suo studente (e a cui il titolo stesso del libro è debitore).
Attraverso lo sguardo ingenuo e fantasioso di Janina, attraverso il confronto tra la sua visione anticonvenzionale, e la realtà, dura, violenta, il lettore è spinto a riflettere sui temi universali che questo romanzo affronta: la ricerca del senso della vita, la necessità di superare le apparenze per conoscere gli altri, la responsabilità dell’uomo nei confronti della natura e degli animali, il rapporto tra determinismo e libero arbitrio.
E ancora: esiste un ordine delle cose?
Ci è dato scoprirlo?
L’uomo è in grado di percepire con chiarezza la realtà e il senso degli eventi?
La risposta la Tokarczuk ce la dà attraverso le parole del suo personaggio:
“Ritengo infatti che la psiche umana sia nata per tutelarci dal vedere la verità. Per non consentirci di scorgerne direttamente il meccanismo. La psiche è il nostro sistema di difesa: si adopera per non farci mai comprendere ciò che ci circonda. Si occupa principalmente di filtrare le informazioni, sebbene le possibilità del nostro cervello siano enormi. Perché quel sapere non sarebbe sostenibile. Ogni minima particella del mondo si compone infatti di sofferenza.”
Olga Tokarczuk
Olga Tokarczuk è nata nel 1962 e ha studiato psicologia a Varsavia. È scrittrice e poetessa tra le più acclamate della Polonia e la sua opera è stata tradotta in trenta paesi. Ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2018 “per la sua immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”. Il romanzo I vagabondi le è valso il Man Booker International Prize 2018 ed è stato finalista al National Book Award. È stata di nuovo finalista al Man Booker International Prize nel 2019 proprio con Guida il tuo carro sulle ossa dei morti, uscito in Polonia nel 2009.
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