A cura di Alessandra Ciancaleoni
Autore: Ian Manook
Editore: Fazi editore
Pagine: 480
Collana: Darkside
Genere: Giallo thriller
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Kornelíus, un poliziotto islandese possente come un troll, che canta musica folkloristica in un coro di donne, trova un cadavere in una solfatara, spellato dal ventre in giù. Mentre cerca una spiegazione per quel delitto associato a uno strano rituale, è anche alle prese con la mafia lituana, a cui deve dei soldi; per estinguere il suo debito, s’impegna a ritrovare due chili di cocaina rubati da un mozzo durante una transazione in mare. Negli stessi giorni, giunge in Islanda il giornalista Jacques Soulniz: quarant’anni dopo aver visitato l’isola con un gruppo di amici, vi fa ritorno con la figlia Rebecca, la sua ribelle Beckie, con la quale cerca di riallacciare un rapporto compromesso. Sin dalle prime tappe, però, il loro soggiorno prende una piega inaspettata: l’uomo è inseguito dalle ombre del suo passato e sembra avere un conto in sospeso con quelle terre misteriose, che hanno in serbo per lui un’implacabile vendetta. Le strade di Kornelíus e Soulniz si incroceranno in un gioco crudele orchestrato dal destino. Dopo le steppe mongole della trilogia di Yeruldelgger, Ian Manook ci accompagna in Islanda, fra ghiacciai, vulcani, antiche leggende, scogliere impervie a picco sul mare: un paese di una bellezza abbagliante, modellato dalla collera millenaria dell’oceano. Un’Islanda arcana e luminosa, in cui dietro ai paesaggi immacolati si celano traffici illeciti di ogni sorta. Un thriller dal ritmo serrato, con personaggi indimenticabili e un’ambientazione unica: Ian Manook è tornato e non deluderà i suoi molti fan.
Recensione
Tra i cieli di Islanda, le ricche scogliere a strapiombo sul nulla di lava vulcanica, il verde impressionante dei paesaggi, i ghiacciai, i geyser e le tipiche piscine di fango, il libro si apre su una delle più improbabili situazioni, il ritrovamento di un cadavere in una piscina di fango, che si intravede solo in determinati momenti, ossia quando il calore della piscina esplode in una violenta bolla melmosa.
Personaggi tradizionali e improbabili si alternano ad altri secondari ma sempre presenti, come l’invisibile ma persistente presenza che segue Jacques Soulniz e figlia non appena sbarcati.
Da qui si snoda la parte più umana ma veritiera del personaggio del giornalista Soulniz, tornato in Islanda dopo quarant’anni per recuperare il turbolento rapporto con Beckie dopo la morte della moglie.
Manook ha una scrittura vivace, un tratto impressivo e che non rimane mai noioso, talmente tanto che ogni pagina ci si domanda: “e adesso cosa succederà? Come può proseguire il libro a questo punto?”.
Trame dark e paesi che si incrociano tra bellezza conservatrice e natura allo stato brado sono il mix perfetto per un thriller da maestro!
I 5 motivi per leggere il romanzo
Ian Manook
Giornalista, editore e romanziere, vive a Parigi. Ha detto che esordito con Yeruldelgger, Morte nella steppa, primo capitolo di una trilogia con lo stesso protagonista al quale seguono Yeruldelgger, Tempi selvaggi e Yeruldelgger, La morte nomade, tutti pubblicati da Fazi Editore. Pluripremiato e adorato dai lettori e dalla critica, Yeruldelgger è un vero e proprio fenomeno.
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