HENRY WISE
Traduttore: Olimpia Ellero
Editore: Carbonio
Genere: poliziesco
Pagine: 352
Anno edizione: 2024
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Sinossi. Dopo dieci anni di esilio autoimposto, Will Seems torna da Richmond nella contea di Euphoria, nella Virginia rurale, per assumere l’incarico di vicesceriffo, deciso a fare i conti con il proprio passato. Tra foreste rase al suolo e case abbandonate, la regione sperduta delle piantagioni di tabacco, impoverita e ancora segnata da un forte razzismo, è ormai un luogo desolato e immobile in cui dilaga la criminalità. Una terra di nessuno, dove si può essere brutalmente uccisi senza che la polizia si preoccupi di indagare a fondo. Come succede a Tom Janders, un ragazzo di colore che Will conosceva bene, trovato senza vita nel rogo della sua casa. A essere arrestato è un uomo che tutta la comunità locale sa essere innocente, e per fare giustizia viene ingaggiata Bennico Watts, una grintosa detective privata, perché insieme a Will possa trovare il vero colpevole. Sullo sfondo dell’America degli ultimi, un thriller d’esordio ricco di suspense che esplora la linea sottile che divide giustizia e vendetta. Con la sua prosa trascinante, poetica e ruvida, Wise racconta i tormenti interiori e le ferite ancora sanguinanti di una società maledetta e dal fascino ribelle.
Recensione
di
Ilaria Bagnati
“Ma ecco cosa fa questo posto alla gente: o te ne vai e lo rinneghi, o resti e soffri. Alla fine, riesce a raggiungerti.”
Dopo dieci anni vissuti a Richmond Will Seems torna a casa, nella contea di Euphoria, stato della Virginia. Ci torna come vicesceriffo per provare ad affrontare i fantasmi del passato e provare a dare il suo contributo.
Seems è un bianco tra tanti neri, qui ancora il razzismo è dilagante, la povertà è tanta così come la criminalità. E’ un posto dal quale fuggire, dove un ragazzo difficilmente può avere un futuro appagante.
Durante un giro di perlustrazione Will vede la casa di Tom Janders avvolta dalle fiamme, senza esitazione si precipita dentro per soccorrere il ragazzo ormai deceduto.
Una volta fuori dalla casa vede Zeke Hatom allontanarsi dalla casa correndo. Così è costretto ad arrestarlo, nonostante sia il padre del suo amico d’infanzia Sam.
In questa contea in cui la corruzione e il razzismo fanno da padroni, allo sceriffo Mills non servono tante prove per incolpare Zeke, nonostante tutti metterebbero la mano sul fuoco sulla sua innocenza.
Will è costretto a fare i conti con un’indagine ostica e con un passato ingombrante e doloroso. In suo soccorso arriva la detective privata Bennico, riusciranno i due a scoprire la verità sull’omicidio di John?
E a che prezzo?
I personaggi sono tutti ben delineati, anche quelli secondari. Nel corso della lettura appare sempre più chiaro come tutti siano legati alla propria terra nonostante i tanti difetti e come tutti abbiano segreti, peccati da farsi perdonare o sassolini dalla scarpa da togliersi.
Sono tutti personaggi tormentati a partire da Will che non sa perdonarsi e guardare al futuro senza sensi di colpa.
Holy City è un poliziesco ma anche un romanzo di frontiera e un omaggio a Faulkner. Per Wise questo è un esordio che direi riuscitissimo, un libro maturo che colpisce nel segno.
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Henry Wise
Henry Wise (1982) si è laureato al Virginia Military Institute e ha conseguito un Master of Fine Arts all’Università del Mississippi. Scrittore eclettico e appassionato di poesia e fotografia, i suoi lavori sono stati pubblicati su “Shenandoah”, “Nixes Mate Review”, “Radar Poetry”, “Clackamas” e altre importanti riviste, fra cui la pluripremiata “Southern Cultures”. Holy City è il suo esordio letterario.