I bastardi di Pizzofalcone




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Maurizio De Giovanni

Editore: Einaudi

Collana: Stile libero big

Serie: Lojacono #2

Genere: Noir

Pagine: 353., R

Anno di pubblicazione: 2016

 

 

Sinossi. Non hanno neanche il tempo di fare conoscenza, i nuovi investigatori del commissariato di Pizzofalcone. Mandati a sostituire altri poliziotti colpevoli di un grave reato, devono subito affrontare un delicato caso di omicidio nell’alta società. Le indagini vengono affidate all’uomo di punta della squadra, l’ispettore Giuseppe Lojacono, siciliano con un passato chiacchierato ma reduce dal successo nella caccia a un misterioso assassino, il Coccodrillo, che per giorni ha precipitato Napoli nel terrore. E mentre Lojacono, assistito dal bizzarro agente scelto Aragona, si sposta tra gli appartamenti sul lungomare e i circoli nautici della città, squassata da una burrasca fuori stagione, i suoi colleghi Romano e Di Nardo cercano di scoprire come mai una giovane, bellissima ragazza non esca mai di casa, e il vecchio Pisanelli insegue la propria ossessione per una serie di suicidi sospetti.

… l’amore è così. Tu puoi tenerlo nascosto a lungo, puoi celarlo dietro gli sguardi e i gesti di ogni giorno. Puoi coltivarlo come una pianta; ma il giorno in cui decidi di portarlo fuori, alla luce del sole, allora non lo comandi più. Comanda lui, l’amore. Decide per te, si apre come un fiore bellissimo, vuole tutto lo spazio.”

 

Recensione

Immaginatevi un fine gennaio 2020, sabato, pioggia fuori, io divanata per colpa di un’infreddatura di stagione che mi ha colpita con tanto di febbre e, praticamente, non avevo voglia di nulla se non di silenzio, tranquillità e un buon libro.

Fu così che feci la conoscenza dell’ispettore Lojacono attraverso “Il metodo del coccodrillo”, che divorai in quella stessa giornata, accompagnato da tutta la sua ombrosità usata come scudo per proteggersi da tutto ciò che gli era piovuto addosso, senza che avesse modo di dimostrare il contrario di qualcosa di più grande di lui.

Un uomo ritrovatosi solo, con una famiglia che lo disprezza, con dei colleghi che non vogliono più avere nulla a che fare con lui, costretto a vivere in un limbo esistenziale dove l’unica richiesta è di stare fuori dai piedi per non portare altro disonore allo Stato che fino a quel momento, aveva servito con impegno e onore.

L’onore che gli è stato tolto senza possibilità, senza speranza.

Ma proprio, da qui, proprio dalle ceneri di una vita distrutta in un attimo il trasferimento “punitivo”, l’allontanamento forzato dalla sua vita potrebbe rivelarsi l’inizio di qualcosa di nuovo.

Gli incapaci, pensò Lojacono, attribuiscono alla fortuna gli altrui successi.”

Disprezzato e invidiato, anche nell’ottenimento di un risultato inarrivabile ad altri, per ottusità e poca voglia di portare avanti un lavoro certosino.

E ancora una volta lui non si scompone, fa il suo che non è il mero compitino, prosegue, si impegna e ne ottiene soltanto un ulteriore allontanamento, che questa volta, però, potrebbe essere il punto di vera svolta della sua vita ormai ridotta tutta in cocci da ricostruire, più che della sua carriera.

Insomma, la cosa più importante.

Il gruppo era raccogliticcio e, come Di Vincenzo malignamente aveva sottolineato, composto dagli scarti dei commissariati della città, e quegli scarti venivano a riempire vuoti lasciati da poliziotti infedeli e collusi…”

“La discarica della polizia, sembrava…”

Il perennemente violento e rabbioso, l’apparentemente colluso con la mafia, il classico raccomandato italiano, quella per cui le armi vengono prima delle parole, la sposata apparentemente felice e quello che sembra cercare il bandolo della matassa in delle indagini impossibili. E a comandare tutti loro un uomo fin troppo fiducioso del futuro.

… i silenzi non mentono, si diceva al suo paese: le parole sì, i silenzi no.”

Le prime grosse indagini di questo neonato gruppo saranno fondamentalmente due, ma le verità che fuoriusciranno da queste inquiete pagine saranno molte di più, lasciandosi dietro di loro l’amaro in bocca per la tristezza portata al seguito, per tutto il dolore che recheranno con sé ma anche, per delle scelte d’opportunismo inaccettabili, discutibili ma non perseguibili.

L’omicidio è una cosa seria, non uno scherzo…”

Una scrittura, quella di De Giovanni, che, come in altri suoi lavori, riesce a colpire il lettore raccontando la semplicità, la quotidianità di persone che vorrebbero semplicemente vivere avendo l’opportunità di farlo, entro i limiti della legge, venendo accettati per ciò che sono, chiedendo una possibilità per poter cambiare, per fare il salto.

Senza pretese eccessive.

Senza dover continuare a nascondersi.

Senza schiacciare i loro desideri più nascosti.


Le emozioni, i sentimenti,
con Maurizio De Giovanni, assumono un ruolo fondamentale all’interno del romanzo.

 

La paura, quella feroce, il dolore, quello massacrante, la rabbia, quella impetuosa e incontrollabile, la solitudine, quella che ti trafigge da parte a parte togliendoti ogni speranza, l’impotenza, quella che ti lascia svuotato da ogni possibilità di rivalsa, e perché no, anche la difficoltà di vedersi ascoltati e accettati per ciò che si è, che ti toglie sicurezza e incanala in altro ogni tua forza per non crollare.

Tutto ciò, in questo secondo capitolo della serie, si amalgama e si trasforma, dando vita a qualcosa di grandioso e imperdibile dal punto di vista umano, che rende la lettura irrinunciabile per la passione stessa che si avverte leggendo.

Il trasporto con il quale ognuno dei personaggi ci parla e si racconta, trasuda di bisogno di verità, necessità, fame, voglia di ripartire, chiarezza, obiettività ma anche diciamocelo, di grande fiducia,fino a qui, sicuramente, la grande assente.

Aveva appreso, col tempo, che seguire l’istinto non era altro che dare ascolto a una parte del pensiero che continuava a lavorare sotto il limite della coscienza. E spesso, proprio per questo, era il pensiero migliore, quello che poteva concentrarsi senza le distrazioni del mondo esterno.”

L’Ispettore Lojacono, o più semplicemente “Il cinese”, come è stato soprannominato per i suoi lineamenti, è sicuramente un personaggio complesso che però, nella sua stessa complessità emerge prepotentemente per la sua semplicità, per la sua praticità e curiosità, per la sua schiettezza che non trattiene che poi, perché dovrebbe farlo.

La verità è la sua miglior alleata e tanto la cerca nel suo lavoro, tanto la pretende e la esplicita nella sua vita.

Forse, solo in una situazione, ancora fatica, ancora vacilla nell’aprirsi completamente ma, mai dire mai.

Saremo anche Bastardi, ma facciamo vedere a tutti che sappiamo lavorare.”

Un miscuglio di cervelli, di personalità, questi “Bastardi”, che presi singolarmente, ai più forse non dicono nulla se non che sono un perfetto gruppo di falliti, ma uniti e motivati da uno scopo comune, come quello di non venire esiliati e annullati ancora, riusciranno a fare squadra, a collaborare invece di farsi la guerra, portando a casa il miglior risultato della loro vita.

Il primo passo è stato fatto.

Il primo risultato è stato ottenuto.

Ora, non resta che proseguire su questa strada.

“Non erano amici, e chissà se lo sarebbero mai diventati; ma erano un gruppo, e su questo non c’erano dubbi.”

Buona lettura!

 

 

 

 

Maurizio de Giovanni


Maurizio de Giovanni: Nato nel 1958 a Napoli, è autore della fortunata serie di romanzi con protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta, su cui è incentrato un ciclo di romanzi, tutti pubblicati da Einaudi, che comprende finora: Il senso del dolore (2007), La condanna del sangue (2008), Il posto di ognuno (2009), Il giorno dei morti (2010), Per mano mia (Einaudi, 2011), Vipera (2012, Premio Viareggio, Premio Camaiore), Anime di vetro (2015) Serenata senza nome (2016), Rondini d’inverno (2017) e Il purgatorio dell’angelo (2018). Insieme a Sergio Brancato ha pubblicato due graphic novel sulle inagini del commissario Ricciardi: Il senso del dolore. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2017) e La condanna del sangue. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2018). È anche autore di: Storie azzurre (Cento Autori, 2010), una raccolta di quattro racconti lunghi dedicati al Napoli, la sua squadra del cuore; Il metodo del Coccodrillo (Mondadori, 2012, Einaudi 2016; Premio Scerbanenco). Con I bastardi di Pizzofalcone (Einaudi 2013) ha inaugurato un nuovo ciclo contemporaneo, sempre pubblicato da Einaudi, continuato con Buio per i Bastardi di Pizzofalcone (2013), Gelo per i bastardi di Pizzofalcone (2014), Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone (2015), Pane per i bastardi di Pizzofalcone (2016), Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone (2017) che vede protagonista la squadra investigativa di un commissariato partenopeo. Il suo racconto Un giorno di Settembre a Natale è incluso nella raccolta Regalo di Natale edita da Sellerio nel 2013. È uscita nel 2014 un’altra raccolta di racconti gialli dal titolo Giochi criminali dove il suo testo Febbre appare accanto a quelli di De Cataldo, De Silva e Lucarelli. Inoltre, il suo racconto Un telegramma da settembre è incluso nell’antologia Sellerio La scuola in giallo, del 2014. Nel 2015 pubblica Il resto della settimana (Rizzoli)e Skira Una domenica con il commissario Ricciardi (Skira). Nel 2017 partecipa con un suo contributo alla raccolta di saggi Attenti al Sud, edito da Piemme, e con Rizzoli pubblica I Guardiani. Del 2018 sono Sara al tramonto (Rizzoli) e Sbirre (Rizzoli), scritto in collaborazione con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo. Nel 2019 pubblica per Sellerio Dodici rose a Settembre. Tra le altre pubblicazioni si ricordano: Una lettera per Sara (Rizzoli, 2020), Troppo freddo per settembre (Einaudi, 2020), Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone (Einaudi, 2020), Gli occhi di Sara (Rizzoli, 2021) e Una Sirena a Settembre (Einaudi, 2021).

 

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