Recensione di Marianna Di Felice
Autore: Cristina Orlandi
Editore: Damster
Genere: Narrativa italiana
Pagine: 120
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. Riccardo, pittore di grande sensibilità e di notevole talento, vive in relativo isolamento, in un paese dell’Appennino bolognese. Immerso nel verde, tra i boschi a cui è molto legato, trascorre le sue giornate dipingendo. La scelta di vita di Riccardo risulta incomprensibile soprattutto a Margherita, la donna che lo ama da anni e vive in città. Sarà proprio il legame tra i territori dell’Appennino e Riccardo a far sì che quest’ultimo metta in discussione le proprie scelte. Ricordi storici, più o meno noti, emergeranno dai bosco, dando voce a personaggi del passato. Sarà rivedendo i percorsi di altre persone che Riccardo riuscirà a far luce sul proprio, facendo emergere un doloroso segreto che in parte ha costituito il motivo della sua decisione di vivere solo. Riuscirà Riccardo a mettere in discussione se stesso al punto da tentare di avvicinarsi di nuovo a Margherita? La storia d’amore tra Margherita e Riccardo si intreccia al ricordo degli eventi storici legati ai luoghi, apparentemente aspri e inospitali, ma in realtà ricchi di amore e disponibilità verso le persone.
Recensione
Un libro di poche pagine, ma che ha da dire tanto al lettore il quale viaggiando con la fantasia e andando indietro nella storia aumenta il numero delle succitate nella propria mente.
Ho scelto di leggere questo libro perché mi chiamava,dall’elenco in mezzo ad altri libri questo catturava la mia attenzione, sarà che sono sensibile all’argomento, sarà che frequento, da anni, l’Appennino anche se quello abruzzese, sarà che da un po’ studio sulle cartine quello tosco-emiliano, comunque dovevo leggere questo libro che si è rivelato decisamente emozionante.
Sicuramente dispiace vedere un luogo abbandonato, molti sono i paesi montani completamente vuoti o nei quali resistono ancora persone granitiche con mille storie da raccontare. Sembra che per questi paesi non si riesca a far nulla, ma forse mancano le persone volenterose, le stesse che prima abitavano lì in modo sereno.
Probabilmente la corsa verso la città, la frenesia, la velocità, la corsa alla comodità di questi tempi ha contagiato quelli che non hanno un amore profondo che li lega a certe terre, ha tolto la dolcezza di abitare in quei luoghi all’apparenza aspri dove ci vuole olio di gomito per sopravvivere, ha lasciato l’amaro in bocca a chi ha assistito al loro declino, a chi rivede quei luoghi popolati dalla vita quotidiana e ferma quelle immagini nella mente come fossero foto in bianco e nero.
Magari in quei luoghi non tutti sorridono, per varie vicissitudini alle quali si può prestare anche ascolto, ma sicuramente in un paese montano si trova più calma, più cordialità, più aiuto, più semplicità rispetto alla città. In questo libro i boschi sono uno scrigno di tesori passati, tesori che non possono cadere nel dimenticatoio, brutti o belli che siano.
Molta gente rimane incantata da film fantastici dove si entra nell’armadio e si va per altri mondi, ma ognuno non sa di avere un armadio a pochi chilometri dalla città che apre lo scrigno di altri tempi che appartengono alla nostra memoria e che sono un tesoro che la maggior parte nemmeno si sofferma a guardare.
Voci dal passato si alzano per destare l’attenzione, voci che suggeriscono di condividere l’amore per quei luoghi, ma non è semplice far comprendere, ormai, che quelle storie non sono pesanti e sono più interessanti di qualcosa visto in televisione. Quando però si incontra qualcuno che partecipa con piacere allo stesso interesse, non si deve far scappare e si deve vincere la voglia di scappare o di tenere per sé certe ricchezze.
Alcune persone possono capire l’atteggiamento di Riccardo, non davanti all’accondiscendenza e alla voglia di conoscenza di Margherita. L’autrice lascia un “grazie sospeso” per chi probabilmente ha forse dimenticato di citare nei ringraziamenti, io le mando un grazie per le emozioni che smuove nell’animo del lettore sensibile.
Nell’animo di chi sa che i boschi sono uno scrigno di ricordi che devono essere condivisi con le persone per onorarli ricordandoli e frequentandoli per non far morire ciò che è proprio di un popolo, il quale dovrebbe essere più unito nell’evocare il passato per creare un futuro più saldo mettendoci il cuore.
Buona lettura!
A cura di Marianna Di Felice
marisullealidellafantasia.blogspot.it
Cristina Orlandi
nasce a Bologna, appassionata di scrittura da sempre, ha pubblicato diversi racconti in varie antologie, tra cui “Nessuna Più” (Elliot Edizioni, 2012), iniziativa contro il femminicidio a favore del Telefono Rosa. Nel 2015 pubblica un racconto nell’antologia “Donne che fecero l’impresa” (Edizioni del Loggione), iniziativa vincitrice di diversi premi, volta a documentare con racconti a tema l’imprenditoria femminile in Emilia-Romagna. Nel 2016 pubblica “Bologna Meravigliosa” (Edizioni della Sera), un percorso emozionale attraverso luoghi della città di Bologna. Si tratta di una raccolta di racconti, legati tra loro da un filo conduttore: la città con la vita delle persone, i ricordi, le sensazioni. Nel 2017 escono per “Edizioni del Loggione” le antologie “Brividi a Cena in Appennino” e “Brividi a cena in Valmarecchia”, raccolte di racconti gialli abbinati a ricette tipiche dei luoghi a tema. Orlandi è presente in entrambe le antologie con un racconto. Nel 2017 esce nella collana Romance di Edizioni del Loggione l’Ebook “Due mariti per Sanja”, un romanzo breve dedicato a una donna coraggiosa, costretta a vivere in prima persona l’orrore della guerra durante il conflitto dei Balcani. Nel 2018 escono il romanzo “I boschi del tempo” (Damster edizioni), il romance in ebook “Due mariti per Sanja” (R come Romance – Loggione), l’antologia “Bolognesi per sempre” (Edizioni della Sera) raccolta di racconti sull’amore per la città di Bologna firmata da autori vari, da lei curata e nel quale è presente un suo racconto.
Acquista su Amazon.it: