Il maresciallo Bonanno
indaga a Villabosco
Roberto Mistretta
DETTAGLI:
Editore: Frilli
Genere: Noir
Pagine: 320
Anno edizione: 2024
Sinossi. L’estate in Sicilia è sempre un affare caldo, pregno di sudore e degli improperi a cui costringe i suoi abitanti. Ma il maresciallo Bonanno quest’anno ha già pronta la soluzione perfetta: una lunga vacanza a Siculiana, a godersi sole, salmastro e tranquillità, accompagnato dalla sua fidanzata, la bellissima assistente sociale Rosalia, e la figlia Vanessa. Ma come al solito, il destino sembra metterci lo zampino, nella forma di una troupe cinematografica: nel castello di Villabosco, cittadina medievale sui Monti Sicani, si girerà Amore temerario, un film che porterà nelle sale cinematografiche la tragica storia d’amore della principessa Costanza e del prode Andrea andato a guerreggiare. Bonanno, in quanto comandante del Nucleo Operativo dell’Arma, è incaricato di garantire la sicurezza di tutta la troupe e specialmente della meravigliosa attrice protagonista, Tania Tanasi, da tutti conosciuta come la dea. Il maresciallo deve rinunciare alla sospirata villeggiatura a Siculiana, dove lo aspettavano Rosalia e Vanessa, in un momento molto delicato: l’assistente sociale, infatti, si ritrova alle prese con gravosi problemi familiari, su cui si allunga l’ombra di una forza oscura che da sempre tiene stretta in una morsa soffocante l’isola. Proprio quando le riprese sono ultimate e Bonanno può ricongiungersi con le sue donne, il telefono squilla nella notte e una mano assassina lascia una scia di sangue tra la troupe. Qualcuno, sottovoce, richiama vecchie truvature e antiche leggende che ancora aleggiano nelle oscure sale del castello e non vogliono essere disvelate, ma lo sbirrume di Bonanno sa che le storie non uccidono, sono gli uomini a farlo. Ancora una volta però nulla è come appare e ogni omicidio ne porterà un altro. Sarà proprio nelle antiche sale del castello, ricche di storie e segreti, che si svolgerà la nuova indagine del maresciallo Bonanno che, affiancato dai suoi fidati aiutanti, il brigadiere capo Attilio Steppani e il carabiniere scelto Giovanpaolo Cacici, dovrà farsi strada tra una serie di delitti sempre più sanguinosi e personaggi il cui volto non è mai esattamente come appare.
“La verità s’origina e s’estingue con gli uomini, si compone d’inchiostro deperibile, arduo rinvenirla scribacchiata su carta.
Il vero si rinserra nei cuori e muore con essi.”
Recensione di Loredana Cescutti
Affrontare nuovi autori può rivelarsi spesso una lotteria, una volta va bene e tre o quattro no.
Invece, l’editore Carlo Frilli mi ha fatto una bellissima sorpresa, di nuovo, e io, non ho potuto fare altro che tuffarmi a occhi chiusi in questa avventura tutta sicula, che mi ha piacevolmente colpita.
In realtà Mistretta lo avevo “conosciuto”, se così si può dire, nei racconti delle antologie Frilli e, il suo stile mi era piaciuto e soprattutto, anche il suo personaggio mi era rimasto in mente ma, come spesso accade, chi sa scrivere un romanzo magari non eccelle nel racconto breve o viceversa, per cui l’incognita c’era.
Sono bastate poche pagine, però, per capire che io anche in quel romanzo ci stavo bene dentro, pur non essendo mai stata in Sicilia e, pur essendo friulana e di conseguenza con un carattere sicuramente diverso da quello espansivo e caloroso del sud.
La vita presenta sempre il conto, sempre e comunque, e aveva fin troppa esperienza per sapere che nei dettagli si coglie l’essenziale, anche se i potenziali assassini non sempre hanno le facce che ci si aspetta.”
Da subito ho aderito al luogo e agli attori della storia, il feeling è stato istantaneo, sia con gli ambienti che con i personaggi senza poi dimenticare in particolare il castello e il mare, che rendono l’intera storia più ricca e reale.
Bonanno è l’uomo per me o, meglio, il personaggio che mi piace tantissimo e che cerco sempre nei romanzi, ovvero onesto, retto indisciplinato a fin di bene e per necessità, scomodo per chi ama i giochetti o la troppa pubblicità ma, quello che vorresti avere al tuo fianco in caso di pericolo.
Da fuori, ironico, a tratti di poche parole e sicuramente sbirro fino nell’osso, con un carattere tenace, deciso e che non accetta la via di mezzo se si può arrivare alla verità ma anche, che sa quando è il caso di fare un passo indietro per il bene di qualcun altro.
Allo stesso modo è chiuso e quasi insicuro, quando si tratta della sua vita privata, di cui si evince qualcosa ma non tutto, per cui proprio quest’ombra che lo accompagna per l’intera storia, lo rende ancora più attraente e curioso agli occhi del lettore.
Come avrebbe voluto essere con lei invece di occuparsi di morti ammazzati e guardare nel fondo delle umane sozzure.”
È evidente come Mistretta, anche agli altri personaggi abbia dedicato la stessa attenzione nel proporceli, in tutta la loro importanza in questo quadro d’insieme.
Da Rosalia, la sua fidanzata a Donna Alfonsina, madre di Bonanno, che tiene le fila di quel che resta della famiglia ossia lui e sua figlia, quella vecchia oltre ai nuovi arrivi e per il quale lui, prova sentimenti di gratitudine talmente profondi da non essere in grado di esplicitarli a voce.
Cacici e Steppani poi, il primo la macchietta che, quando serve però sa essere efficiente, il secondo una via di mezzo fra un fratello minore e la sua coscienza, poiché può permettersi di andare oltre nelle parole, con una sincerità disarmante ed è l’unico dal quale, quelle verità, Saverio le accetta.
“Avrebbe trovato la nota stonata in quel requiem di morte all’ombra del castello.”
La scrittura di Mistretta scorre, nonostante gli spazi lasciati ai diversi dialetti di questo vasto parco di personaggi, il siciliano in primis ma anche il romano e il campano faranno da coreografia con personaggi altrettanto curiosi, che l’autore ha tratteggiato con maestria, riuscendo a donar loro caratteristiche peculiari.
La trama è costruita molto bene e l’indagine, si trasformerà in una caccia al tesoro, fatta di colpi di scena e indizi che distraggono il lettore fino alle battute conclusive, quando la vera verità emergerà in tutta la sua efferatezza ma anche, in tutta la povertà e cattiveria dell’animo umano.
“… lui lupo si faceva e le volpi coi denti le sbranava…”
Una storia che ancora una volta, affonderà le radici nelle miserie dei sentimenti, finendo per distruggere sogni e affetti e, condannando alla solitudine e all’odio chi colpe non ne ha alcuna.
Oltre all’omicidio, altri i temi affrontati, tutti carichi di un peso non indifferente e che lasciano il lettore in uno stato sospeso. Il territorio con le sue leggi interne imposte, la chiusura verso le istituzioni e una percezione, a tratti, di una certa impossibilità nel far cambiare le cose, che spesso si fa sentire ed assume il ruolo di protagonista privo di speranze in queste pagine così dense, che comunque cercano di mostrarti anche il bello che può offrire quest’isola meravigliosa.
Sicuramente una lettura da consigliare poiché la trama noir è decisamente ben costruita.
Era solo uno sbirro di provincia. Un uomo che ancora una volta aveva guardato gli occhi del male. Occhi tanto simili ai suoi. E ne aveva paura.”
Per me, un’altra pila di arretrati da recuperare.
“Le idee non muoiono, non si possono seppellire i sogni d’un popolo né il futuro dei nostri ragazzi, a noi la rassegnazione ci fotte. La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani avrà una fine…”
Buona lettura!
Acquista su Amazon.it:
Roberto Mistretta
Roberto Mistretta: vincitore della 40° edizione del prestigioso Premio “Alberto Tedeschi” Giallo Mondadori, con La profezia degli incappucciati, primo siciliano ad aggiudicarsi tale riconoscimento, vive e lavora a Mussomeli (Cl), la Villabosco dei suoi romanzi. Laureato in Giornalismo, scrive per il quotidiano La Sicilia. Ha curato l’inchiesta sul Giallo siciliano con interviste a Santo Piazzese, Gaetano Savatteri, Domenico Cacopardo, Ottavio Cappellani, Andrea Camilleri e altri autori. E’ autore del radiodramma Onkel Binnu sulla cattura di “zio Binnu” (Bernardo Provenzano), trasmesso con successo dalla WDR di Colonia nel 2008 e replicato a settembre 2018. E’ autore dei volumi: Giudici di frontiera, con prefazione di Giancarlo De Cataldo, raccolta di interviste a magistrati impegnati in prima linea nella lotta alla mafia; Il miracolo di don Puglisi, che racconta la conversione di Giuseppe Carini, oggi testimone di giustizia, avvenuta grazie al parroco di Brancaccio; Rosario Livatino: l’uomo, il giudice, il credente, una completa biografia del giudice ragazzino assassinato dalla mafia; Il titano di pietra/Mussomeli e il suo castello, con foto del Maestro Melo Minnella. E’ autore della serie del maresciallo Saverio Bonanno tradotta con successo in Austria, Germania e Svizzera e riproposta in Ebook, a maggio 2018, dal suo editore tedesco, la Luebbe di Colonia. Con Frilli ha pubblicato: Il maresciallo Bonanno/Un’indagine siciliana, Il canto dell’upupa (finalista a Salernoir 2019) e Il Bacio della mantide. Suoi racconti, Il marranzano d’argento, Cani e gatti, e Pane e panelle, tutti con protagonista il maresciallo Bonanno, compaiono nelle antologie noir dedicate al compianto editore Marco Frilli.