Recensione di Roberto Forconi
Autore: Riccardo Santagati
Editore: youcanprint.it
Genere: Giallo
Anno di pubblicazione: 2014
Sinossi. A Castelmorte d’Asti c’è attesa per i festeggiamenti del millesimo anniversario del borgo antico. L’evento viene però funestato da una serie di omicidi: l’anziana maestra della cittadina, ormai in pensione, viene trovata senza vita e poco dopo anche il parroco della chiesa di San Sebastiano viene ucciso in sagrestia. Sui delitti indagano un cronista del Reporter Astigiano e una sua amica, appassionata di gialli e impiegata nell’unica agenzia funebre di Castelmorte. A collaborare alle indagini anche le perpetue del sacerdote ucciso, le Pie Donne del Santissimo Sacramento, sempre attente a ciò che si racconta in paese. Ma i delitti non sono ancora finiti.
Recensione
A Castelmorte le persone vengono uccise. Teso e cupo nell’ironia della sorte di un paese a metà tra il folklore locale e il terribile inganno che sta vivendo.
Le usanze di un tipico paesino di provincia dove tutto sembra girare intorno ai suoi abitanti; nessuno ne esce indenne, chiacchiere e voci si susseguono senza sosta in una dovizia di particolari che fanno di Castelmorte (un paese immaginario nei presso di Asti) l’esempio tipico di un racconto di fine ottocento.
E’ come se il detto “Occhio, Malocchio…” facesse parte del motto del paese.
Un’atmosfera intensa esce dalle poche pagine di questo simpatico libro, carino nella scrittura – che se proprio vogliamo trovarvi un difetto è l’approssimazione di vocaboli – e dettagliato nel rappresentare uno scenario colmo di personaggi ai limiti caricaturali, dove nomi e cognomi suscitano ilarità e attenzione.
Come non rimanere affascianti da dal Reporter Adalberto Golia e dal suo sidekick Agatha Paradiso?
Tra vecchiette arzille e morti innominabili si snoda un caso originale dove l’assassino colpisce senza lasciare tracce utili ai fini delle investigazioni.
Ma quando in paese c’è un’agenzia funebre gestita dal signor “Cordoglio” niente può essere affidato al caso.
Tra il tipico Giallo all’Italiana e un giallo di Nancy Drew, moltissimi riferimenti alle atmosfere e leggende Astigiane, e un finale superiore al suo incipit fa di questo libro una piacevole lettura pomeridiana senza impegno. Non esente da difetti e forzature di trama, ma un nonnulla che non rovina la lettura.
Riccardo Santagati ci mette il cuore e si apprezza lo sforzo nel cogliere l’essenza dei luoghi che hanno formato la sua verve di scrittore fino alla pubblicazione di questo libro.
Una lettura per tutti, anche per chi non ha dimestichezza con il “genere”, non troppo crudo, non si prende troppo sul serio e scorre via veloce. Se proprio dobbiamo fare una critica costruttiva è la mancanza di una certa dose di suspance che avrebbe giovato all’enigma e al volto dell’assassino.
Riccardo Santagati
è nato ad Asti il 16 luglio 1978 ed è marito e padre. Negli anni dell’università inizia a lavorare nella redazione giornalistica di Primaradio, conducendo anche programmi di cinema e cultura. Dopo l’iscrizione all’ordine dei giornalisti, passa alla carta stampata, prima al Corriere di Asti e del Monferrato, poi, nel 2003, al bisettimanale La nuova provincia dove si occupa di cronaca nera per oltre un decennio. Oggi sul giornale scrive di politica e attualità, ma la passione per la cronaca è rimasta immutata tanto da spingerlo, nel 2014, a pubblicare “I delitti di Castelmorte” (Youcanprint), il suo primo giallo ambientato nell’Astigiano. Nel 2015 dà alle stampe “Neri fiori d’arancio” (Ciesse Edizioni) secondo giallo con la coppia Golia/Paradiso. Dal 1997 cura il sito internet italiano su Agatha Christie (www.stylescourt.net), organizza cene con delitto insieme a una compagnia di amici appassionati di gialli, adora cucinare e ha una passione per le serie tv.
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