I DELITTI
DI CORSO GARIBALDI
Autore: Marco Polillo
Editore: Rizzoli
Genere: Giallo
Pagine: 240
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Dal portoncino di una casa di ringhiera, in corso Garibaldi 54, una donna si precipita fuori urlando. È impossibile calmarla. Ha appena visto, accasciato lungo una delle scale, un cadavere. Nessuno lo conosce, non vive nello stabile, non ha documenti addosso. A dirigere le indagini arrivano il commissario Francisci e il suo vice Zottìa. Il caso si rivela sin da subito molto strano: manca il movente, manca l’opportunità, quasi nessuno degli abitanti del palazzo ha un alibi e nessuno ha visto niente. Come è possibile in una casa di ringhiera e per giunta in pieno centro a Milano? Le circostanze fanno sì che Zottìa si trovi, contro la sua volontà, escluso dalle indagini. Ma il vicecommissario continua a indagare di nascosto. Non è un periodo facile per lui: il rapporto con Giulia, la fidanzata che vive sull’isola di San Giulio, nel lago d’Orta, incomincia a traballare e, in un beffardo scherzo del destino, la bionda Serena, il grande amore della sua vita, ricompare all’orizzonte. L’unica certezza è il suo gatto, che lo osserva dall’alto dell’armadio. In un susseguirsi di colpi di scena, Marco Polillo ci regala un caso per l’inaspettato ritorno di Enea Zottìa, che lascia le atmosfere lacustri e si ritrova a investigare in uno dei luoghi iconici della sua Milano.
Recensione di Salvatore Argiolas
Marco Polillo ha frequentato il genere giallo in tutte le combinazioni possibili, come lettore, come curatore, come editore ed infine anche come scrittore in proprio. La Marco Polillo Editore ha ancora in catalogo la collana “I bassotti” una vera e propria arca di Noè dei gialli classici da salvare, nata dalla sua passione per la narrativa deduttiva all’inglese che ha trasposto anche nei libri della serie del vicecommissario Enea Zottìa di cui “I delitti di Corso Garibaldi” è l’ultimo episodio.
Enea Zottìa è un investigatore di origini sarde molto abile, dalla vita sentimentale complicata ma soddisfacente che lo porta spesso a visitare spesso l’isola di san Giulio sul lago d’Orta dove ha avuto modo di far valere le sue doti deduttive.
Corso Garibaldi è una via centralissima di Milano, ricca di luoghi storici e di dimore prestigiose ma resiste ancora una casa di ringhiera tipica della città di una volta e proprio qui avvengono dei delitti avvolti da un velo di mistero che ricorda i gialli classici deduttivi all’inglese.
E’ un contrasto forte quello tra i palazzi signorili e la casa di ringhiera. “con quei ballatoi scrostati, le scale buie, il portoncino così basso che se non ti chini prima di entrare ci sbatti la testa.”
Il primo morto, trovato sulle scale da una casalinga che tornava con la spesa dal supermercato, è un pregiudicato di bassissima levatura, uno di quelli che si vedono nelle affollate foto delle retate fatte dalla polizia.
Quando gli inquirenti arrivano nell’edificio per svolgere le indagini di rito trovano, nell’appartamento di un avvocato equivoco e molto sensibile alle grazie femminili, il cadavere di una donna che, dopo qualche rilievo, viene riconosciuta come Enza Zottìa, l’ex moglie di Enea.
Enza era ormai un ricordo per il vicecommissario ma la memoria dei momenti felici e i sentimenti sono ancora molto vivi per Zottìa che vorrebbe contribuire a scoprire il colpevole di questo doppio omicidio ma le alte sfere sono contrarie, per seguire alla lettera il regolamento.
Il caso è un vero rompicapo e le indagini avanzano lentamente a causa proprio della stranezza di due delitti in un ambiente chiuso dove non si trovano indizi o moventi per tali azioni criminali.
Enea Zottìà si trova a dover presenziare al funerale della ex moglie e in questa triste incombenza incontra una sua vecchia fiamma che gli fa ripensare alla sua vita sentimentale, pronta a subire un rinnovamento totale.
Pur esentato dalle indagini il vicecommissario Zottìa, ripensando ai fatti conosciuti e grazie anche ad un ritrovamento casuale, riesce a capire il vero svolgimento dei fatti e porge al suo superiore commissario Francisci una teoria robusta e convincente che farà combaciare tutte le tessere del puzzle per delineare un disegno criminale astuto, aiutato anche da tante concatenazioni del caso.
Come al solito, anche in questo giallo pubblicato postumo, Marco Polillo riesce a costruire un romanzo complesso e ricco di interesse per il suo stile preciso e screziato di ironia che pone una trama tipica del giallo classico in un ambiente moderno, nel cuore di una metropoli che corre veloce ignara e indifferente al dramma che si svolge in corso Garibaldi.
Il vicecommissario Enea Zottìa conferma il suo fascino e la sua grande capacità deduttiva in un caso molto doloroso ma che darò una svolta alla sua vita, mettendolo di fronte alle scelte che l’amore gli farà fare.
“I delitti di corso Garibaldi” è il commiato di un investigatore e di un uomo che da “Testimone invisibile” del 1997, un giallo all’inglese omaggio a Agatha Christie, ha saputo conquistare un numero cospicuo di lettori, attratti dalla qualità della scrittura, dall’approfondimento psicologico e dal garbo e dalla seduzione della tessitura narrativa di Marco Polillo, uno dei più migliori scrittori nel vasto territorio del giallo italiano.
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Marco Polillo
è stato direttore generale di Rizzoli e Mondadori, presidente dell’AIE per tre mandati, e autore della serie del vicecommissario Enea Zottìa, protagonista di Corpo morto, Il pontile sul lago, Villa Tre Pini, Il convento sull’isola e Acque amare, disponibili in BUR. Ha fondato la casa editrice che porta il suo nome.