Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Michelle Paver
Traduzione: Francesca Cosi, Alessandra Repossi
Editore: Neri Pozza
Genere: Giallo storico
Pagine: 304 p. R
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. A Wakenhyrst, un minuscolo borgo del Suffolk, sorge Wake’s End, un maniero dai tetti dissestati spruzzati di licheni arancioni e dalle finestre che si fanno a stento largo tra l’edera. Un posto fuori dal tempo, reso ancora più tale dalla Palude di Guthlaf, la landa selvaggia e intrisa d’acqua che circonda la tenuta. A Wake’s End, un tempo, vivevano Edmund Stearne, ricco proprietario terriero e stimato storico, e sua figlia Maude. Ma nel 1913 la sedicenne Maud Stearne vide il padre scendere i gradini con un punteruolo da ghiaccio e un martello da geologo e massacrare la prima persona che gli capitò a tiro nel modo più assurdo e raccapricciante. Internato in un manicomio, Edmund Stearne dedicò il resto della sua vita alla realizzazione di tre sbalorditivi dipinti. Opere che paiono uscite da un incubo: grottesche, macabre, malvagie… Opere che celano la chiave dell’omicidio? Nel 1965, per rispondere a questa domanda, la storica dell’arte Robin Hunter decide di contattare e interrogare l’ormai anziana Maude. La ricerca della risposta, tuttavia, trascina con sé altre domande. I fatti del 1913 hanno forse a che fare con il rinvenimento di uno spaventoso dipinto medievale chiamato l’Apocalisse, scoperto da Edmund nel camposanto di Wakenhyrst? E i diavoli raffigurati nella pala… sono loro la causa dell’inspiegabile e improvvisa perdita di senno dell’irreprensibile e stimato storico? O a farlo precipitare nel baratro della follia sono stati invece i demoni del suo passato?
“Chi è autorizzato a farvi credere cose assurde è senz’altro autorizzato a farvi commettere ingiustizie.” (Voltaire)
Recensione
Quando ho iniziato la lettura di questo romanzo, sono rimasta stupefatta per la semplicità con cui l’autrice sia riuscita da subito a rendersi accattivante nei miei confronti, nonostante il ritmo non si presenti particolarmente adrenalinico.
È stata in grado, con la sua prosa, di pennellare queste pagine in modo superbo, a tratti scioccante, fino a condurmi in uno stato di dipendenza dalle parole e dalla storia stessa, sino al momento in cui ha deciso che io fossi pronta per conoscere l’identità dei veri protagonisti: i demoni.
Ci sono molteplici tipi di demoni e nel tempo si è attribuito loro molte forme, tanti aspetti diversi ovviamente sempre sgradevoli, brutti, spaventosi, con lunghe corna, con espressioni lugubri e via dicendo ma i più inquietanti, i più pericolosi, quelli più difficili da riconoscere ed individuare sono sicuramente coloro che si nascondono nella nostra testa.
E perché sono i peggiori?
Lo sono perché nemmeno noi siamo certi di poterne avere il controllo totale.
“… la verità è che Dio governa tutto e invia i suoi demoni per metterci alla prova. Così facendo dimostra il Suo grande amore nei nostri confronti. Come potremmo altrimenti percepire la Sua ineffabile bontà, se non grazie alla presenza del male più oscuro?”
Una storia che attraverso il manoscritto di Maud, ci condurrà nei primi anni del Novecento, in un’epoca assolutamente diversa, in un territorio chiuso, dove ad avere il potere più grande era la chiesa che con il terrore cercava di mantenere il controllo sulla gente e dove, se i preti non riuscivano da soli nel loro intento, ci mettevano lo zampino i nobili con regole e leggi severe e cosa non di poco conto, dove nascere femmina marchiava in partenza la nuova creatura.
Fra miti e tradizioni, tra convinzioni radicate, un vissuto religioso molto estremo, un’atmosfera lugubre, cupa priva di un sorriso, di parole gentili prende il via “I demoni di Wakenhyrst”spalancandoci le porte su un mondo molto diverso dal nostro.
A rendere la storia che andrete a leggere, il più completa possibile, ci ha pensato Maud ripercorrendo la sua infanzia e arricchendola con alcune parti del diario delirante del padre.
Ciò che mi ha colpita da subito, è il come di volta in volta ci si riesca a scordare che la narratrice di questo romanzo, Maud, quando la storia inizia aveva appena nove anni.
Maud ragiona da donna, Maud pensa come un’adulta, è intelligente e scaltra e vi garantisco, che anche voi, leggendo finirete per dimenticarvi di questa disparità.
Solo nelle pagine conclusive, però, quest’opera apparirà in tutta la sua brutalità per quello che realmente è, ossia il resoconto di una vita, a partire dall’infanzia, sofferta e castrata, triste e vuota, fredda, piena di rabbia e colma di orrori visti e vissuti, e che ora si nutre solamente di sensi di colpaereditati da altri, raccontata da una Maud oramai adulta, consapevole di essere rimasta sola.
Questa guerra interiore è anche ciò che ho percepito dentro di me durante la lettura del romanzo, nonostante il ritmo frenetico con cui l’ho comunque affrontato. Temevo di scoprire che cosa le avesse riservato ancora il destino a ogni nuovo capitolo, ma non volevo abbandonarla da sola con i suoi ricordi per rispetto di quest’ombra di adulta in miniatura, ormai donna sola per scelta, con il destino segnato alla nascita.
Il personaggio di siffatta giovane è talmente ben costruito che non puoi non affezionarti a lei e, fatto importantissimo, non riesci a dimenticarla così facilmente.
Le sue perdite, le sue sofferenze, le sue privazioni e i ricatti emotivi a cui è stata sottoposta, lemancanze prettamente pratiche quali il diritto ad un’istruzione completa anche se era più intelligente del fratello, tutti i “no” esplicitamente indirizzati a lei, che non aveva la libertà di esprimersi in libertà, di muoversi e di pensare (ma fortunatamente la testa non si controlla!), insomma, ogni minima sensazione ti arriva completamente e ti risucchia ogni forza, lasciandoti impotente.
Vi garantisco, però, che nello stesso modo in cui Maud susciterà in voi una tristezza infinita, attraverso le parole del padre, messe nero su bianco nei suoi diari, varcherete l’antro dell’inferno e della follia più profonda e ne rimarrete imprigionati.
Non dimenticate che il diavolo è attraente e seducente, il diavolo incanta e si fa bello per voi, ma quando vi avrà intrappolato, non vi sarà più speranza di salvezza.
Una scrittura, quella di Paver, estremamente piacevole e accurata, mai noiosa e nemmeno faticosa, nonostante alcuni passaggi importanti e brutali inerenti alla vita di Maud, che avrebbero potuto farmi decidere di mettere il libro momentaneamente da parte. Ciò però non è avvenuto, non ne sono stata capace.
“I demoni di Wakenhyrst” mi ha sicuramente stupita, perché al di là della sinossi che mi aveva incuriosita da subito, non mi sarei mai immaginata di ritrovarmi immersa in una storia così piena, densa e profondamente umana, che a mio avviso non è assolutamente thriller, ma che è riuscita a coinvolgermi alla follia.
Chi ama la storia non può farselo scappare.
“… i demoni erano angeli caduti, non erano sempre brutti. I demoni potevano anche essere belli.”
Buona lettura!
Michelle Paver
è nata in Africa Centrale, in Malawi, da madre belga e dal padre che dirigeva un piccolo giornale, il Nyasaland Times e all’età di tre anni si è trasferita in Inghilterra. Dopo una laurea in biochimica a Oxford, ha lavorato in uno studio legale della City e poi ha lasciato l’avvocatura per dedicarsi alla scrittura. È autrice delle Cronache dell’era oscura e delle Cronache dell’età del bronzo.
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