I Fantasmi del Banchiere nero




I FANTASMI DEL

BANCHIERE NERO

la quarta indagine di Raoul Sforza

Autore: Ippolito Edmondo Ferrario 

Editore: Fratelli Frilli editori

Genere: Thriller

Pagine: 320

Anno edizione: 2024

Sinossi. Venezia, 20 maggio 1946. Nel suo studio di fondamenta Orseolo viene ritrovato con il cranio sfondato il cadavere del notaio Giangiacomo Ballarin. Il solo sospettato, seppur in contumacia, è Alvise Alberton, truffatore e falsario il quale, durante il periodo della passata Repubblica Sociale Italiana, frequentava i vertici dei ministeri presenti nella città lagunare. Le indagini non portano a nulla e, con la promulgazione dell’amnistia Togliatti, il caso viene definitivamente archiviato. A distanza di più di settant’anni, Mara Sartori, giornalista di cronaca nera, decide di far luce sulla morte del Ballarin il cui nome è legato alla Shoah veneziana e al presunto ruolo di procacciatore di documenti per gli ebrei in fuga. La ricerca della verità si trasforma presto per Mara in un susseguirsi di angosciose scoperte e di colpi di scena che la portano all’inaspettato incontro con il milanese Raoul Sforza, meglio conosciuto come “il banchiere nero” per i suoi trascorsi eversivi negli anni Settanta, uomo da sempre al centro di scandali e di processi. Sforza, una volta giunto a Venezia, si ritroverà ad aiutare la giovane giornalista e nello stesso tempo a ripercorrere un capitolo doloroso e mai svelato della storia della propria famiglia.

 Recensione di Marco Lambertini

I Fantasmi del Banchiere Nero, 

è il 4 libro della serie sul Banchiere nero Raoul Sforza, ma l’ottima presentazione dello stesso non crea problemi anche a chi come me non ha letto i precedenti. Prima che tutto abbia inizio il carattere e il vissuto del Banchiere nero sono abilmente messi in chiaro.

L’indagine inizia da un curioso ritrovamento all’interno di una edizione vecchia e pregiata della Divina Commedia in una bancarella di libri di antiquariato a Venezia, Mara Sartori, giovane giornalista di Cronaca di un giornale locale recupera un biglietto incollato che rimanda ad un omicidio avvenuto subito dopo la fine della guerra.

Il notaio Ballarin venne ucciso a Venezia probabilmente come vendetta da parte di reduci del regime perché aveva aiutato diverse famiglie ebraiche, tra cui i Meyer.Incuriositasi si immerge subito nei meandri della storia, quando incontra il nipote del  Notaio, lo sente molto inviperito non nei confronti dei possibili colpevoli ma proprio degli ebrei e della comunità ebraica veneziana.

Nelle sue ricerche Mara si imbatte nel nome di Raoul Sforza, il banchiere nero, infatti la famiglia Sforza aveva fondato la banca privata insieme ai Meyer. Decisa a tutto in maniera rocambolesca Mara riesce ad avvicinare Raoul e nonostante i 2 siano uno l’opposto dell’altra in qualche modo riesce a coinvolgerlo nella indagine.

Da qui se già non lo era il ritmo della storia sale di colpi e anche se alcune descrizioni sono un po’ barocche, le pagine si girano da sole. Quando poi al cold case si aggiunge una indagine, che Mara segue per il giornale, per un omicidio di un giovane “Writer” le cose si complicano e le storie si intrecciano per diventare una sola. 

Quello che sembrava un omicidio per vendetta del notaio Ballerin si mescola a fatti del presente e inevitabilmente si arriva al “redde rationem” finale.

Ambientato in una Venezia invernale e nebbiosa che è essa stessa un personaggio importante, l’autore disegna i personaggi nitidamente. Le differenze tra Raoul e Mara sono evidenti ma entrambi hanno un rigore morale, che se pur agli opposti, li porta a collaborare e a diventare complici se non proprio amici.

Il finale lascia spazio secondo me non solo al ritorno di Raoul Sforza, ma anche Mara Sartori è un personaggio che merita un ulteriore spazio, vedremo se sarà così.

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Ippolito Edmondo Ferrario


classe 1976, vive e lavora a Milano. Ha collaborato con settimanali, mensili e quotidiani. Nel 2005, per la sua attività letteraria, ha ricevuto la Cittadinanza Onoraria del Comune di Triora, il suggestivo borgo ligure celebre per il processo alle streghe del 1587.