Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Victor Hugo
Editore: Newton Compton
Traduzione: E. Di Mattia
Genere: Narrativa classica
Pagine: 942 p., R
Anno di pubblicazione: 2011
(Prima pubblicazione 1862)
Sinossi. In questo grande romanzo, tra i più importanti della letteratura francese, Victor Hugo riversa gran parte della sua esperienza umana e sociale, per costruire una storia di fatica, esilio e povertà. Un’epopea della miseria che vede protagonisti alcuni indimenticabili personaggi, come Jean Valjean, Cosette, Fantine, antieroi di una socialità contraddittoria come solo quella della Parigi dell’800 poteva essere, capaci di incredibili e commoventi delicatezze. Una storia in cui i sentimenti di frustrazione e di rivalsa segnano il ritmo incalzante dell’intero racconto, magistrale e irripetibile per l’autenticità delle emozioni e per la complessità della trama narrativa.
Recensione
“Morire è nulla; non vivere è orribile.”
Ho avvertito il bisogno di leggere I miserabili dopo essere rimasta intrappolata nella storia di un altro romanzo letto nei mesi scorsi, pubblicato da Javier Cercas, intitolato Terra Alta ove il protagonista grazie al libro di Hugo intravvede la possibilità di una via di riscatto, di nuove possibilità e di resilienza. Beh, mi ero innamorata di come lui ne raccontava, di come lui lo viveva e lo percepiva dentro e dopo Terra Alta non ho avuto più pace.
Dovevo leggere I miserabili.
Io non sono una gran appassionata di classici, anche se da un po’ sto cercando di dar loro una possibilità, e questa, lo ammetto, non si è rivelata un lettura particolarmente semplice, sia per la parte storica sia perché Hugo narra con una passione evidente arricchendo le pagine di continui spunti filosofici e di riflessione, però, proprio per la sua smodata smania di trasmettere agli altri i suoi pensieri e conoscenze, seppur a fatica in alcuni passaggi, il mio percorso si è rivelato avido e bramoso di procedere.
Per un errore di gioventù dettato semplicemente dal bisogno di procurare del cibo da portare sulla tavola alla sua famiglia, la vita di Jean Velian cambia in modo irreparabile, per sempre. Anche un uomo buono, da forzato è costretto, per sopravvivenza, a diventare cattivo perché il bagno penale è l’inferno. Di punto in bianco perde la sua famiglia, le sue certezze, la sua vita.
Solo dopo molti anni riuscirà ad uscire dalla prigione che lo ha tenuto ancorato a sé, ma lui oramai non è più quello di prima e comunque, anche se fosse ancora buono è marchiato in modo definitivo, e nessuno concede nulla ad un ex forzato.
Ma forse siamo noi gli artefici del nostro destino e solo a noi spetta la possibilità di far sì che la nostra persona riesca a riabilitarsi a tal punto da farci sentire di nuovo in pace con noi stessi, indipendentemente da ciò che gli altri possano pensare di noi.
“Perché possa rispettare me stesso, è necessario che gli altri mi disprezzino. Allora mi rialzo.”
Così Jean si rialza, scompare per poi ricomparire rinnovato nello spirito, e grazie ad un incontro fortuito riuscirà a mettere a fuoco quale sarà l’impronta che vorrà dare, da quel momento in poi alla sua vita. Votato all’espiazione eterna dei suoi peccati, per mano di azioni nobili, troverà nell’unico scopo di portare benessere a tutti coloro che ne hanno bisogno un motivo per continuare a vivere. Ed è proprio così che la sua strada finirà per incontrarsi con quella di Cosette, anima innocente distrutta e calpestata dalla vita e in questo modo, anche lui che ormai uomo maturo, non ha mai conosciuto il vero amore, capirà cosa significhi legarsi a qualcuno, preoccuparsi e vivere solo per quella persona. Un legame forte, bello e luminoso che riuscirà a riportare un po’ di luce nella vita di questo forzato così chiuso, lugubre e solitario.
Un libro che capovolge ogni principio, che mette in discussione ogni singola emozione, ogni sentimento percepito, e che ti guida dentro un baratro fatto di sofferenza arricchito qua e là da qualche spruzzata di colore, perché come sempre sarà proprio l’amore, in tutte le sue forme, colui che avrà il potere di decidere sulla vita e sulla morte, sulle gioie e le tristezze, e sul destino di ognuno di noi.
“La tua felicità era lo scopo della mia vita. Ora Dio può darmi il congedo. Tu sei felice, Cosette, la mia opera è compiuta.”
È sicuramente un romanzo che ti inchioda e che riesce a lacerarti nel profondo, ma sono veramente felice di averlo letto.
Buona lettura!
Victor-Marie Hugo
più comunemente noto come Victor Hugo, (Besançon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22 maggio 1885) è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo e politico francese, considerato il padre del Romanticismo in Francia. Si cimentò in numerosi campi, divenendo noto anche come saggista, aforista, artista visivo, statista e attivista per i diritti umani. Tra i principali teorici ed esponenti principali del movimento letterario romantico, seppe tenersi lontano dai modelli malinconici e solitari che caratterizzavano i poeti del tempo, riuscendo ad accettare le vicissitudini non sempre felici della sua vita (dei quattro figli che giunsero all’età adulta, tre moriranno prima di lui, mentre la figlia Adèle finirà ricoverata in manicomio) per farne esperienza esistenziale e cogliere i valori e le sfumature dell’animo umano. I suoi scritti giunsero a ricoprire tutti i generi letterari, dalla poesia lirica al dramma, dalla satira politica al romanzo storico e sociale, suscitando consensi in tutta Europa.
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