I patrioti
di Sana Krasikov
Fazi 2022
Velia Februari ( traduttore)
Narrativa, pag.790
Sinossi. La ventitreenne americana Florence Fein, figlia di genitori ebrei e nipote di una donna russa, è da sempre affascinata dal mondo sovietico. La Grande Depressione ha colpito gli Stati Uniti e lei, idealista e nauseata dalle contraddizioni del proprio paese, decide di lasciare New York per trasferirsi nella terra d’origine della nonna, inseguendo il sogno socialista e la promessa di un amore oltreoceano. Una volta giunta a destinazione, però, le speranze svaniscono una dopo l’altra, la ragazza si trova faccia a faccia con la brutalità di un regime sempre più opprimente e rimane presto bloccata in un paese da cui non può fuggire. Molti anni dopo, il figlio di Florence, Julian, emigra di nuovo verso gli Stati Uniti, anche se il suo lavoro nell’industria petrolifera lo porta frequentemente a Mosca. Gran parte della vita della madre gli è stata tenuta nascosta e, quando viene a sapere che il fascicolo del KGB su di lei è stato aperto, organizza un viaggio d’affari per scoprire tutta la verità. Ma il cerchio non si è ancora chiuso: per chiuderlo definitivamente Julian dovrà anche convincere suo figlio, l’ostinato Lenny, che nel frattempo sta cercando di fare fortuna nella spietata Russia di Putin, a tornare a casa. Lo stupefacente romanzo d’esordio di Sana Krasikov racconta le vicende di tre generazioni in bilico fra due continenti, intrappolate tra le forze della Storia e le conseguenze delle proprie scelte.
Recensione Laura Salvadori
Se mai la mole di questo romanzo vi dovesse spaventare, come in prima battuta ha fatto con me quando l’ho visto, ebbene resistete. Non solo perché realizzerete subito che la lettura vola via pagina dopo pagina, ma anche perché dovrete ammettere con altrettanta velocità che non dimenticherete facilmente questo romanzo.
Tante gli aspetti che affascinano: il periodo storico, che traccia la parabola discendente della Russia stalinista e si affaccia sulla guerra fredda. L’aspra e accesa dicotomia tra capitalismo e comunismo. Le illusioni del comunismo russo, il terrore della politica del sospetto di Stalin, lo spauracchio dei campi in Siberia. L’America che si chiude sempre più all’ideale marxista e dimentica i propri concittadini americani lasciandoli nelle mani del regime russo. L’America che va avanti a velocità sostenuta e la Russia che rimane indietro, prigioniera della gabbia dorata del comunismo. L’America patria della libertà individuale e delle opportunità. La gelida Russia che schiaccia i suoi figli e li guarda con sospetto, nell’illusione di tenere chiusi i loro occhi davanti al palcoscenico della Storia.
Più in generale questo meraviglioso romanzo si concentra sul fallimento degli ideali della gioventù, destinati a scontrarsi con la durezza della realtà. Mi riferisco agli ideali di Florence, che nel 1934, in piena crisi economica, fugge in Russia alla ricerca di una società giusta e aperta al futuro. Florence vuole partecipare ai movimenti della storia e finisce stritolata negli ingranaggi del terrore stalinista.
Disconosciuta dal suo paese di origine, conoscerà gloria e caduta del regime comunista, pur non riuscendo mai a ripudiarlo.
Ma anche a Julian, suo figlio, che sopporterà la solitudine e i silenzi di sua madre, una donna che non si arrenderà mai e che non sa voltare le spalle al suo passato.
Poi c’è Lenny, che in Russia ha trovato la sua dimensione. Una famiglia, una coralità che gli è mancata nella ricca e inclusiva America.
Il romanzo alterna presente e passato e disegna con superba maestria la storia recente della Russia, tratteggiandola sia attraverso l’anima dei personaggi più umili che per mezzo degli echi della Storia.
Una storia che Florence cavalcherà senza lasciarsi disarcionare, mantenendo un occhio critico ma pur sempre stemperato dalla tolleranza verso un regime che promette l’uguaglianza sociale, pur con tutti i suoi aberranti limiti, limiti che Florence in qualche modo accetta, anche se ne ha paura.
I patrioti concede al lettore una full immersione nella Russia del passato, che l’autrice dispensa al lettore non senza l’ausilio della dolcezza della sua penna, efficace nel gestire le criticità del passato ma accogliente e tenera nel tratteggiare i suoi personaggi e le loro speranze.
Un romanzo che è un’epopea e una storia che colpisce nel petto, per la sua drammaticità e per l’acutezza degli espedienti storici che sa utilizzare. Una lettura indimenticabile e un’eroina che conquista per la sua schiettezza e la sua forza.
Consiglio a gran voce questo romanzo, a chi vuol conoscere la storia russa a anche a chi cerca una trama struggente, intrisa di verità storiche e descritta con competenza, partecipazione e tanto, tanto cuore.
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Sana Krasikov
Nata nel 1979 in Ucraina, alla fine degli anni Ottanta si è trasferita con la famiglia negli Stati Uniti. Qui, dopo gli studi universitari e dopo aver frequentato il prestigioso Iowa Writers’ Workshop, ha iniziato la sua attività letteraria con la raccolta di racconti Solo un altro anno, che ha ricevuto particolare attenzione dalla critica e diversi riconoscimenti. I patrioti, grazie al quale «Granta» l’ha inclusa nella lista dei migliori giovani romanzieri americani, è il suo primo romanzo. Tradotto in undici lingue, in Francia è stato premiato come miglior romanzo straniero dell’anno.