Un’indagine
di Duca Lamberti
di Giorgio Scerbanenco
La nave di Teseo, 2022
Noir – Poliziesco, pag.272
Sinossi. Matilde Crescenzaghi insegna in una scuola serale frequentata da ragazzi con storie difficili alle spalle, divisi tra riformatorio e famiglie problematiche. Quando la donna viene ritrovata uccisa, brutalmente seviziata all’interno della scuola, gli studenti sono i primi sospettati, ma si accusano l’un l’altro e l’indagine sembra a un punto morto. Duca Lamberti, poliziotto dai metodi poco ortodossi e dal fiuto infallibile, non è un uomo che si accontenta. Inizia così a scavare nelle vite degli studenti, ragazzi che ora sembrano carnefici senza pietà, ora appaiono come vittime di vicende più grandi di loro. Mentre batte la città tra interrogatori, appostamenti, incontri proibiti, Duca si trova a scoprire che la sua è un’indagine sulle seconde possibilità che la vita riserva ad alcuni e nega ad altri, in base a un destino imprevedibile che lui è determinato ad affrontare.
Trama
La maestrina Matilde Crescenzaghi viene ritrovata uccisa, dopo essere stata barbaramente seviziata, all’interno della classe A dell’istituto serale nel quale s’impegnava a dare, attraverso l’insegnamento, una speranza a ragazzi disagiati provenienti da famiglie difficili e con già alle spalle esperienze di riformatorio. Non c’è dubbio su chi siano i colpevoli, gli undici ragazzi che erano con lei in classe ma chi iniziò la mattanza? Chi partecipò attivamente? Chi invece, ebbe un ruolo passivo? E soprattutto, perché accanirsi con una tale violenza e rabbia su una giovane indifesa? Duca Lombardi si trova davanti un muro, i ragazzi si dichiarano a turno innocenti accollando il misfatto agli altri, tutti omertosi, tutti arroganti e con la spavalderia di chi sa di averla fatta franca. Troppo sicuri di sé quelle undici bestie, troppo per non essere stati indottrinate a dovere da qualcuno in grado di pianificare il delitto e capace di aizzare quel branco. Questo è il sospetto che subito si fa strada nella mente di Duca Lamberti ma egli stessa è ben consapevole che sarà impossibile provarlo se non otterrà la collaborazione di almeno uno di quegli undici ragazzi. Un lavoro senza sosta, scavare nella mente e nell’animo di quei giovani persi per capire chi di loro presenta una crepa nella quale insinuarsi e, passo dopo passo, sfondare quel muro fatto di paura, diffidenza e omertà per ottenere l’aiuto necessario ad arrivare alla verità. Duca non sarà solo, al suo fianco troverà l’amica di sempre Livia Ussaro senza la quale gli sarebbe impossibile superare i tormenti che un lavoro ingrato e un terribile dramma familiare gli fanno crollare addosso.
Recensione di Bruno Balloni
Ormai ho finito gli aggettivi per descrivere l’opera di Giorgio Scerbanenco che, anche in questo lavoro, conferma la propria capacità nell’indagare l’animo umano per estrarne tormenti e alienazioni e servircele in tutta la loro durezza. Una scrittura essenziale eppure, a volte, epica, coinvolgente in tutta la sua drammaticità, trascina il lettore al fianco di Duca Lamberti nel corso dei suoi interrogatori, in macchina insieme a lui e a Livia mentre corrono per una Milano nascosta da una nebbia lattiginosa e densa alla ricerca della verità. Una verità che potrebbe non corrispondere alla giustizia, una verità più complicata di quanto potrebbe apparire a prima vista, una ricerca spasmodica e dolorosa la cui pena si fa solida attraverso le parole di Giorgio Scerbanenco.
Tutti i personaggi sono tracciati nella loro totalità, di Duca Lamberti, Livia Ussaro e di ognuno degli undici ragazzi sentiamo il respiro, leggiamo il pensiero, percepiamo l’odore, della maestrina Matilde Crescenzaghi riviviamo l’orrore vissuto per mezzo dei suoi occhi e sentiamo l’oltraggio subito attraverso la sua pelle così come il colpevole (utilizzo il singolare maschile per comodità) riesce a trasmetterci il suo odio e la sua stessa rabbia.
Una scrittura potente, quasi elementare e al tempo stesso poetica per descrivere questo dramma figlio del disagio di una Milano fine anni Sessanta sempre più ricca e sempre più violenta nella quale l’emarginazione sociale creava fratture insanabili. Una Milano che ci appare indistinta, che sfrutta la nebbia e l’opacità dei suoi colori per nascondere la propria vergogna.
Un romanzo che non può mancare in nessuna libreria, non solo in quelle degli amanti del genere, e chi ha ambizioni di scrittura di genere noir ne faccia la propria bibbia.
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Giorgio Scerbanenco
GIORGIO SCERBANENCO (1911-1969), nato a Kiev, cresce a Roma ma ancora adolescente si stabilisce a Milano. Negli anni ’30 approda nell’editoria come collaboratore alla Rizzoli e in seguito come caporedattore dei periodici Mondadori, per tornare in Rizzoli nel dopoguerra come direttore dei periodici femminili. Collabora con i maggiori quotidiani e riviste dell’epoca, tra cui il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta del popolo”, “il Resto del Carlino” e “Novella”. Scrittore prolifico, ha sperimentato tutti i generi della narrativa ed è riconosciuto come uno dei maestri del giallo italiano, consacrato dal successo della serie di romanzi con protagonista Duca Lamberti e dall’assegnazione del Grand Prix de littérature policière nel 1968. Tra i suoi libri ricordiamo Venere privata, Traditori di tutti, Milano calibro 9, I milanesi ammazzano al sabato, Ladro contro assassino. Tutta la sua opera è in corso di pubblicazione presso La nave di Teseo.